CESNUR - center for studies on new religions

Massimo Introvigne e altri studiosi hanno "ordinato" le fedi nel nostro Paese

Torino mette in fila tutte le religioni d’Italia

Opera monumentale voluta dal CESNUR e pubblicata da ElleDiCi

di Luca Folco ("Torino Sera", 31 maggio 2001)

Il CESNUR, Centro Studi sulle Nuove Religioni, da anni ormai è diventato un nome familiare ai torinesi perché fortemente radicato nella realtà socio-culturale del territorio e promotore di innumerevoli incontri, conferenze e dibattiti di approfondimento sulle tematiche relative alla fede a alle diverse esperienze spirituali presenti in Italia. Dopo anni di lavoro e ricerca, grazie agli studi di Massimo Introvigne, tra i maggiori esperti del settore, la casa editrice torinese ElleDiCi ha pubblicato l’"Enciclopedia delle religioni in Italia", una summa di tutte le espressioni spirituali presenti sul nostro territorio che sarà presentata martedì 5 giugno alle ore 21 al Circolo della Stampa. L’opera, curata da Introvigne, raccoglie anche studi e informazioni di PierLuigi Zoccatelli, torinese e ricercatore del CESNUR, di Nelly Ippolito Macrina, romana e direttore della divisione affari dei culti diversi dal cattolico presso la direzione generale degli affari dei culti al Ministero degli Interni e di Verónica Roldán, argentina docente alle Università di Roma 3 e di Buenos Aires.

Tra le mille realtà, anche curiose del nostro territorio, il Gruppo Zen di Settimo Torinese, la Federazione di Damanhur in Valchiusella, le Chiese di Satana a Torino, il Centro Cristiano Evangelico di Torino, la Comunità Cristiana e poi tante altre ramificazioni, fedi, sette e religioni dalle origini e dalle tradizioni più varie e diversificate. Suddiviso in capitoli molto chiari (Ebraismo, Chiesa cattolica, Ortodosse e Antico-Orientali, Primo, Secondo e Terzo Protestantesimo, Parachiese, Islam, eccetera) per ogni voce viene presentata una serie di informazioni sintetiche ma molto documentate con recapiti a cui rivolgersi per avere ulteriori informazioni, eventuali siti Internet e bibliografia. Un’opera monumentale, insomma, unica nel suo genere per completezza e attendibilità, aggiornatissima.

Ma che idea si è fatto, in tutti questi anni di studio, Massimo Introvigne sulla spiritualità in Italia?

"Non è un discorso semplice da affrontare. L’Italia presenta particolarità specifiche e altre invece tipiche della società occidentale. Con il passaggio dal moderno al postmoderno abbiamo assistito ad un fenomeno interessate: l’89 per cento degli italiani oggi si dichiarano religiosi. Metà degli abitanti del nostro Paese invece credono senza appartenere ad alcuna chiesa. E’ un aspetto tipicamente italiano l’aumento delle persone in contatto con religioni organizzate. E’ la percentuale più alta nei Paesi dell’Unione Europea. Il pluralismo dell’offerta, in definitiva, non disorienta e non è nocivo per la religione e la spiritualità della gente".

La Chiesa Cattolica in Italia mantiene ancora intatto il suo carisma, la sua predominanza e influenza, nonostante tanti "concorrenti"?

"Da noi la Chiesa Cattolica ha ancora un seguito molto forte. Ad alcuni non addetti ai lavori potrebbe sembrare che una percentuale di cattolici praticanti del 35 per cento sia bassa, in realtà è tra le più alte del mondo e anche in Europa ha una posizione privilegiata. Anzi, la Chiesa Cattolica sta crescendo, stimolata da tutte le altre proposte alternative che arrivano alle persone da molti canali diversi!.

Di solito si dice che la conoscenza e l’informazione porti alla tolleranza, in Italia non sembra che le cose stiano così…

"Dal punto di vista istituzionale, dal rapporto annuale del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e da quello sui Diritti Umani delle Nazioni Unite di Ginevra che sono i più autorevoli in merito, emerge che l’Italia è il paese più tollerante, quello in cui la discriminazione è ai livelli più bassi. Negli ultimi anni l’atteggiamento della popolazione, non il diritto, è stato effettivamente un po’ esacerbato dall’immigrazione di massa e si è insinuato un po’ di razzismo, da condannare, ma non ancora preoccupante".

Quindi il "rischio" Islam, per l’Occidente e per l’Italia e Torino in particolare, non esiste?

"Si tratta del problema dell’assimilazione dell’Islam nella cultura occidentale, Molto più complessa e difficile di quella di altre religioni come l’Induismo e il Buddhismo. Questo perché l’Islam è religione e società insieme, non c’è distinzione, mentre il Buddhismo, ad esempio, si modella sulle culture con cui viene a contatto e infatti è nato il Buddhismo cinese, quello tibetano, quelle cingalese. L’Islam non può subire queste modificazioni per cui la sua convivenza con altre culture risulta più difficile".

Guido Folco

[box] Torino città diabolica, mito da rivedere

La città del diavolo non è poi così sprofondata all’Inferno come la tradizione vorrebbe far credere. Ci sono infatti delle esagerazioni, nate nel secolo scorso su piccole basi reali, quando il governo, soprattutto in Piemonte e a Torino, era più tollerante che in qualsiasi altra parte d’Europa. Tra il 1850 e il 1870 infatti il periodo risorgimentale permetteva di buon grado tutto ciò che era anticattolico o che riteneva utile per la sua polemica contro la Chiesa di Roma. Pur non essendo documentato neppure un satanista, sono di quest’epoca le voci, le illazioni, le leggende sulla natura luciferina della nostra città. Solo alla fine del secolo la situazione cambia, con l’esaurirsi della spinta politica risorgimentale. Sarà poi negli anni tra il 1968 e il 1970, con la nascita della Chiesa di Satana, che Torino ritorna ad essere considerata città satanica, pur non raccogliendo mai un numero di adepti superiore al centinaio. Dal 1997 la Chiesa di Satana è "in sonno", il che non esclude che alcuni membri superstiti si riuniscano in qualche luogo segreto, mentre la parte più occultista continua a celebrare un rito annuale estivo all’aperto in una zona ad ovest della città. Comunque rimane sopravvalutata la loro presenza a Torino.

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