CESNUR - center for studies on new religions

La deriva patologica del movimento anti-sette francese: Florence Lacroix e la Soka Gakkai

di Massimo Introvigne

imgIn uno dei più importanti studi sociologici recenti dei rapporti fra nuovi movimenti religiosi e società, New Religious Movements in the 21st Century, curato da Phillip Charles Lucas e Thomas Robbins (Routledge, New York-Londra 2004), sia Danièle Hervieu-Léger sia Susan Palmer notano come, dopo l’11 settembre, la violenta campagna “contro le sette” delle istituzioni si sia attenuata. Il terrorismo dell’ultra-fondamentalismo islamico appare una minaccia assai più concreta e immediata, ed è su questo fronte che sono trasferite risorse in precedenza allocate alla “lotta anti-sette”. Vi è tuttavia il pericolo che le organizzazioni anti-sette, sospinte ai margini dello scenario e sostenute ora da fondi pubblici ridotti, diano spazio alle posizioni di tipo “complottista” e patologico che, come nota nello stesso volume Susan Palmer, sono state sempre presenti – anche se non sempre prevalenti – nelle loro fila.
Perché in Francia esistano violente campagne contro le “sette” che sarebbero inconcepibili in paesi come l’Italia o la Gran Bretagna è oggetto di numerosi studi – particolarmente, della stessa Danièle Hervieu-Léger – su cui non ritorno tematicamente in questa sede. In breve, le ipotesi sociologiche prevalenti sono quelle di una crisi del modello della laïcité (accompagnata da una crisi della Chiesa cattolica, che sull’accettazione della laïcité aveva giocato la sua scommessa pastorale), cui le istituzioni reagiscono attaccando chiunque si situi fuori di questo modello (dalle “sette” alle alunne musulmane che portano il velo a scuola), e di una paura di fronte alla globalizzazione e alla perdita di un ruolo internazionale rilevante della Francia, che alimenta e rafforza un antico anti-americanismo. Sia il laicismo sia l’anti-americanismo esistono però in una gamma di varianti che va dal moderato al patologico. Quando il laicismo patologico incontra l’anti-americanismo patologico nascono “teorie del complotto” secondo cui gli Stati Uniti usano “le sette” (o la religione in genere) per il loro maligno progetto che mira a indebolire la Francia e a negarle la sua grandeur (a sua volta diversamente interpretata a seconda che il “complottismo” sia di destra o di sinistra). Uno degli aspetti più preoccupanti di queste derive è il collegamento dell’odio patologico per gli Stati Uniti a un odio altrettanto patologico contro Israele (che è altra cosa dalla critica a questo o quell’aspetto della politica israeliana). Come ha dichiarato in un’intervista a le Monde dell’1-2 febbraio 2004 il filosofo Jürgen Habermas (certo poco sospetto di posizioni filo-americane preconcette) queste posizioni conducono a un “antisemitismo di sinistra [che si presenta] sotto forma di amalgama di temi anticapitalisti e antisionisti”, a un “anti-americanismo [che] serve agli incorreggibili come copertura al loro antisemitismo”.
Che la deriva patologica coinvolga i movimenti anti-sette francesi (e qualche loro ingenuo epigono in altri paesi, Italia compresa) è confermato dalla pubblicità che organismi anti-sette danno a tesi e testi di uno dei personaggi più bizzarri del complottismo anti-americano, la ricercatrice in scienze politiche all’Università di Parigi 1 Florence Lacroix, autrice di una discussa tesi sulla Soka Gakkai. Le opinioni di Florence Lacroix sulle “sette” sono un’impressionante antologia delle “teorie del complotto” che la sinistra di altri paesi ha abbandonato da diversi lustri, e che sopravvivono quasi solo nei manifesti di qualche organizzazione terroristica.
Secondo Florence Lacroix negli Stati Uniti, “paese di pionieri”, “l’ateo è percepito come un pericolo. Meglio credere a qualunque cosa piuttosto che non credere”. Per gli americani, “ogni ateo è potenzialmente un comunista. Di qui la propensione degli Stati Uniti a sostenere i movimenti religiosi, anche i più fanatici. Le ‘nuove religioni’ sono diventate per gli Stati Uniti un modo di lotta contro i movimenti popolari in tutti i continenti. (…) La maggioranza delle sette sono ‘made in USA’. Un buon numero di esse è stato creato da specialisti della guerra psicologica per controllare lo spazio politico e diffondere la cultura americana. Sembra quindi si tratti di strumenti di diffusione dell’egemonia culturale americana e che intrattengano legami intimi con i servizi segreti americani”. Oltre all’esempio obsoleto dell’“uso delle sette per la difesa degli interessi americani in America del Sud”, secondo Florence Lacroix “non si deve dimenticare che il New Age è una creazione della costa Ovest americana e costituisce il terreno su cui proliferano i nuovi movimenti settari”. La ricercatrice francese sostiene pure che non solo la famiglia Bush è pagata dalle “sette”: la signora Clinton era “cronista del Washington Time (sic), che appartiene a Moon” e “le costose campagne elettorali del signor Clinton sono state finanziate da Moon e dalla Scientologia”.
Che in questo brano tutto sia falso è evidente a qualunque specialista di nuovi movimenti religiosi, se non a qualunque persona di buon senso. La Chiesa di Scientology non ha mai finanziato Clinton (è possibile che la Lacroix si confonda qui con un gruppo religioso taiwanese). I legami del reverendo Moon con il Partito repubblicano degli Stati Uniti sono ben noti, e non alterati dal fatto che il Washington Times abbia ospitato nella pagina delle “opinioni” un articolo di Hillary Clinton (il che ovviamente non ne fa una “cronista” di questo quotidiano). Il New Age è stato creato in Inghilterra, non negli Stati Uniti, e la maggior parte di quelli che la Lacroix chiama “movimenti settari” pre-esistevano al New Age e con esso non hanno niente a che fare. Il mito secondo cui il pentecostalismo latino-americano (un’espressione del protestantesimo che non si comprende bene a che titolo sia chiamata “setta”) ha avuto successo a causa dei finanziamenti americani che intendevano “fermare” la teologia della liberazione di simpatie marxiste è stato creato, appunto da teologi della liberazione, negli anni 1970 ma smentito dai più informati tra loro negli anni 1990. Comunque sia, i movimenti pentecostali che hanno avuto più successo in America Latina sono quelli di origine autoctona, non le importazioni dagli Stati Uniti, e alcuni dei primi hanno posizioni nazionaliste e anti-statunitensi. Grazie al Freedom of Information Act si sono potuti ottenere numerosi documenti sui rapporti fra CIA e nuovi movimenti religiosi statunitensi: ne è emerso un quadro dove la CIA ha sì cercato di infiltrare certi movimenti religiosi controversi, ma per screditarli o distruggerli ritenendoli ostili precisamente alla “cultura americana” e al governo degli Stati Uniti.
Tuttavia, sarebbe sbagliato rispondere alle tesi di Florence Lacroix come si risponderebbe a un testo rispettabile di tipo accademico. Le “teorie del complotto” non appartengono alle scienze sociali, ma alla patologia della vita culturale e politica. Florence Lacroix merita attenzione solo in quanto documenta – in un modo davvero impressionante – quale miscela esplosiva vanno a comporre l’anti-americanismo patologico e l’avversione patologica alle “sette”, con la conseguenza potenziale di suscitare o almeno giustificare atti di violenza contro gli “agenti americani” e le “sette”.
Uno dei problemi della Lacroix è che alcune delle “sette” con cui se la prende non sono “americane”. Non importa: i governi alleati degli Stati Uniti hanno a suo avviso imparato l’arte, e seguono la stessa strategia. Così, “il governo giapponese ricorre a sette, o a organizzazioni loro legate, per missioni di politica estera” o come “strumenti di una strategia di intelligence”. Tuttavia, gli apprendisti stregoni dei servizi giapponesi non sono bravi come i loro maestri americani, e la “setta” più grande, la Soka Gakkai, ha loro preso la mano e opera ormai come una “rete di intelligence” (e di attività criminali sul tipo di quelle delle mafie) indipendente da ogni controllo governativo.
Questa tesi è espressa in testi e conferenze di Florence Lacroix sulla Soka Gakkai che circolano anche in Italia, in genere separati dal background che consentirebbe di capire chi è Florence Lacroix e quale tipo di ideologia “complottista” promuove. Anche in questi testi le “informazioni” fornite sulla Soka Gakkai si dividono in due categorie. In gran parte, sono informazioni false, già smentite in una molteplicità di casi giudiziari, particolarmente in Giappone e attribuibili ad avversari sia politici sia religiosi della stessa organizzazione buddhista. In altri casi, si tratta di caratteristiche assolutamente comuni alle organizzazioni religiose di una certa dimensione (essere organizzate su base territoriale, avere strutture economiche) o alle religioni giapponesi (proporre non solo una dottrina dell’Aldilà ma anche benefici materiali, genze riyaku, non troppo dissimili dal “centuplo quaggiù” della tradizione cristiana), che solo nel contesto di una presentazione complottista e paranoica possono assumere un aspetto sinistro. Ma, ancora, non si deve cadere nell’errore di discutere con Florence Lacroix come se i suoi fossero testi di tipo scientifico.
Ci si limiterà quindi a rilevare l’ironia – considerato il quadro politico da cui muove la ricercatrice francese – di una teoria del “lavaggio del cervello” particolarmente rozza, in cui il cervello umano è paragonato a un dischetto per computer che possa essere cancellato e riscritto. Questa non è solo la versione caricaturale della teoria del brainwashing, rifiutata come inguaribilmente ridicola anche dagli accademici disponibili a discutere sulla manipolazione dell’influenza e sul cosiddetto “totalismo”. Purtroppo per la Lacroix, è anche una teoria di cui si conoscono le origini. È stata inventata nel contesto della Guerra Fredda per spiegare come qualcuno potesse aderire a un’ideologia assurda come il comunismo, ed è stata inventata proprio dalla nemesi di Florence Lacroix: la CIA. La ricostruzione del lavaggio del cervello nel testo della Lacroix contro la Soka Gakkai è identica – modernizzando i vecchi dischi del fonografo in dischetti per computer – a quella di un famoso discorso pronunciato nel 1953 dal direttore della CIA Allen Welsh Dulles, secondo cui il cervello è “un giradischi” e i comunisti hanno imparato a “cambiare il disco messo sulla piastra”: tolgono il vecchio disco e ne mettono uno nuovo. Come sappiamo dalla tragica storia del progetto MK-Ultra, la CIA arrivò a credere alla sua stessa propaganda, e a sperimentare (in Canada, su pazienti non consenzienti) la possibilità, per dirla con la Lacroix, di cancellare il contenuto del dischetto e immettere un nuovo contenuto. Solo la prima fase ebbe successo: i cervelli “svuotati” con tecniche che andavano dalla privazione del sonno all’uso di dosi massicce di droghe riducevano i pazienti allo stato di zombie, mentre falliva la seconda fase in cui sul dischetto si sarebbe dovuto riscrivere un nuovo programma. Lo zombie non acquisiva nuove idee o una nuova identità, ma rimaneva zombie, spesso per sempre (su tutta la vicenda cfr. il mio Il lavaggio del cervello: realtà o mito?).
La qualità della propaganda della CIA di quegli anni era più o meno simile a quella dei testi di Florence Lacroix. Nell’un caso come nell’altro, la propaganda ha fatto danni e rovinato vite umane. L’anti-settarismo patologico non può che generare violenza, tanto più quando si miscela all’anti-americanismo patologico che in Francia è spesso diventato tolleranza di gruppi terroristi. Come scrive, ancora, Susan Palmer in New Religious Movements in the 21st Century (p. 62) “la guerra contro le sette in Francia è soprattutto una guerra di parole, ma ci sono stati preoccupanti attacchi contro le persone e le proprietà ignorati dai media (…). Anche se solo poche morti possono essere considerate il risultato diretto della campagna anti-sette francese, molti leader religiosi hanno ricevuto minacce di morte o sono sfuggiti a tentativi di assassinio”. L’ideologia di Florence Lacroix non è neutrale. Chi – magari per interessi di bottega all’interno di controversie interne al mondo buddhista – ne diffonde i testi paranoici e deliranti, in Italia o altrove, si assume davvero una grave responsabilità.

Sulla Soka Gakkai cfr.: Karel Dobbelaere, La Soka Gakkai. Un movimento di laici diventa una religione (3a ed., Elledici, Leumann 1999).

[Home Page] [Cos'è il CESNUR] [Biblioteca del CESNUR] [Testi e documenti] [Libri] [Convegni]

[Home Page] [About CESNUR] [CESNUR Library] [Texts & Documents] [Book Reviews] [Conferences]