CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
www.cesnur.org

La lezione di via Quaranta

di Massimo Introvigne (L'Indipendente, 13 ottobre 2005)

Il problema della scuola islamica egiziana milanese di via Quaranta riguarda i suoi alunni in quanto musulmani, e non “egiziani” o “arabi”: le scuole di Milano ospitano senza problemi oltre mille alunni egiziani cristiani.

Qualche decina di ricerche sull’integrazione degli alunni islamici conferma una verità non politicamente corretta ma difficile da smentire: integrare bambini musulmani in un sistema scolastico occidentale è più difficile che assorbire scolari ebrei ortodossi, indù, sikh o buddhisti.

Questo deriva da una concezione “integrale” – che per una parte non piccola degli immigrati diventa integralista – dell’educazione tipica di un certo islam, che ha difficoltà a riconoscere l’autonomia e talora anche l’importanza di materie di insegnamento che non facciano diretto riferimento alla religione. Del resto, il problema della modernizzazione della scuola è al primo posto fra quelli intorno ai quali i fondamentalisti e i loro oppositori combattono una guerra civile intra-islamica anche nei paesi a maggioranza musulmana, dove coesistono non senza difficoltà (è il caso della Turchia, del Pakistan, dell’Indonesia), scuole pubbliche, scuole private di ispirazione islamica legali e scuole illegali spesso ultrafondamentaliste – che in Turchia e in Indonesia sono chiuse quando sono scoperte, mentre in Pakistan sono così numerose che è impossibile chiuderle tutte.

Un altro dato che emerge dalle ricerche è che l’integrazione ha più probabilità di riuscire – non certezza, come sa la Francia – quando l’alunno musulmano studia in una scuola non musulmana: può trattarsi della scuola pubblica o anche della scuola cattolica, frequentata in diversi Paesi da un numero sorprendente e crescente di allievi di religione islamica. Il dato è normale quando l’immigrazione, come in Italia, è di origine relativamente recente, e l’integrazione deve svolgersi in tempi forzatamente brevi. Sono le minoranze che sul territorio hanno messo radici – per non parlare delle maggioranze – che possono, per così dire, permettersi la propria scuola privata. Ma le ricerche dimostrano anche che non si può generalizzare. Dove la legge ne consente la creazione, esistono in Occidente scuole private di ispirazione islamica ottime e dottrinalmente moderate: per esempio quelle di origine turca ispirate al mistico Said Nursi. Ne esistono anche di pessime e ultrafondamentaliste. Il giudizio va dato caso per caso.

È sbagliato escludere per principio che possano esistere in futuro scuole di ispirazione musulmana moderata che rispondano a tutti i criteri che la legge italiana richiede per il riconoscimento. È più sbagliato ancora considerare il riconoscimento un diritto automatico anche per chi, come avviene in Via Quaranta, non rispetta questi criteri, o addirittura – cercando di mettere le autorità di fronte al fatto compiuto – si dimostra nei fatti tutt’altro che moderato.