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Caucaso, un golpe mascherato da blitz terroristico

di Massimo Introvigne (il Giornale, 15 ottobre 2005)

L'attacco a edifici governativi, all'aeroporto e a una scuola di Nalchik, la capitale della repubblica russa della Kabardino-Balkaria, stroncato dalle truppe di Putin, è stato, più che un attentato terroristico, un tentativo di colpo di Stato. Sono stati «i ceceni», come afferma la dirigenza russa? I servizi americani ne dubitano. Da mesi è in corso un conflitto di interpretazioni su chi controlla il terrorismo islamico ceceno: per Putin (che ha qualche interesse propagandistico a sostenerlo) è Bin Laden, per gli Usa le cose sono più complesse.

Al Qaida opera coordinando movimenti nazionali autonomi che ne accettano la guida politica e ricevono in cambio aiuti e addestramento. I gruppi più grandi - il caso tipico è Hamas in Palestina - possono fare a meno della tutela non sempre gradita di Bin Laden. Al Qaida punta allora sui movimenti più piccoli. L'ipotesi prevalente negli Stati Uniti è che il gruppo dirigente principale del terrorismo ceceno si sia emancipato dall'ingombrante tutela di Al Qaida, anche se non mancano collaborazioni. Bin Laden controlla invece formazioni minori cecene e il grosso del terrorismo dell'Inguscezia e della Kabardino-Balkaria. Il tentativo di golpe a Nalchik sarebbe stato deciso dalla cupola di Al Qaida, che ha subito così una nuova sconfitta.

Il nome della Kabardino-Balkaria può sembrare esotico in Europa, ma per secoli si è parlato del più ampio gruppo etnico cui appartengono i kabardini e i balkari: i circassi, in maggioranza musulmani sunniti. Le donne circasse sono state famose per secoli per la loro bellezza.Ci sono stati periodi in cui l'harem dei sultani ottomani era composto in maggioranza di circasse, e lo stesso zar Ivan il Terribile sposò una principessa kabardina. I circassi sono sempre stati insofferenti all'occupazione russa, che risale al Settecento. Accusati da Stalin di avere collaborato con la Germania nazista, sono stati deportati a migliaia in remote zone della Russia. Sono così oggi meno del 10% nella “loro” repubblica, la Karachaevo-Circassia, che per metà è abitata da russi importati da Stalin.

Lo stesso vale per i balkari della confinante Kabardino-Balkaria (che ha 900.000 abitanti) mentre i kabardini, dichiarandosi leali all'Unione Sovietica, sono sfuggiti alle deportazioni.

La Kabardino-Balkaria ha conosciuto negli ultimi anni, grazie anche a fondi che vengono dall'Arabia Saudita, un importante risveglio islamico. Il governo di Mosca ha cercato di controllarlo attraverso la nomina di “imam di Stato” contro i quali si è andata diffondendo una dura contestazione, che ruota intorno alla rivendicazione del diritto per le donne di portare il velo nelle scuole e negli edifici pubblici e per gli imam “non ufficiali” di aprire scuole islamiche. Non si deve però confondere l'ultra-fondamentalismo del gruppo terroristico Yarmuk, il cui leader Muslim Ataev (che aveva anche legami con la criminalità organizzata e il traffico di droga) è stato abbattuto dalla polizia nel gennaio 2005 - aprendo la strada a successori che sembrano ancora più legati ad Al Qaida - con le rivendicazioni degli intellettuali islamici conservatori guidati dalla signora Larisa Dorogova, un avvocato che condanna il terrorismo e ha cercato l'appoggio di Turchia e Stati Uniti. Come altrove nella Federazione Russa, archiviata con soddisfazione la sconfitta di Al Qaida - il cui colpo di Stato è fallito -, il dialogo con l'islam politico più moderato sembra l'unica via d'uscita per evitare una nuova Cecenia.