CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
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La nuova guerra mondiale. Scontro di civiltà o guerra civile islamica

di Francesco Pappalardo (Il Corriere del Sud, anno XIV, n. 14, 15-30 settembre 2005)

Massimo Introvigne, sociologo delle religioni, fondatore e direttore del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), il quale da alcuni anni ha affiancato agli studi in materia di nuova religiosità e di minoranze religiose un’indagine parallela che lo ha condotto a occuparsi a più riprese del fondamentalismo e del terrorismo di matrice religiosa, ha pubblicato La nuova guerra mondiale. Scontro di civiltà o guerra civile islamica? (Sugarco, Milano 2005, pp. 230, euro 18,00).

Il libro raccoglie una serie di articoli pubblicati su quotidiani e riviste, raggruppati per grandi capitoli tematici che spaziano da Islam, fondamentalismo, conservatorismo a La guerra, il terrorismo e l’Italia, fino all’islam nei Balcani e alle elezioni presidenziali americane, senza dimenticare Pakistan, India e Kashmir, La tragedia del Sudan e altre storie africane e il Sud-Est asiatico.

Il titolo allude alla guerra in corso contro il terrorismo globale, che da alcuni studiosi è definita Quarta guerra mondiale, dopo la Terza, la cosiddetta Guerra Fredda (1946-1989), che ha visto soccombere il sistema imperiale socialcomunista. Questo conflitto è uno scontro di civiltà ma soprattutto una guerra civile islamica, cioè una guerra che una civiltà esporta nel mondo.

“Lo scontro non è tra musulmani ‘moderati’ (una categoria estranea all’islam) e ‘fondamentalisti’, ma una guerra civile assai più complessa tra nazionalisti, tradizionalisti, conservatori, fondamentalisti e ultra-fondamentalisti, dove le alleanze si fanno e si disfano rapidamente” (p. 8). Il conflitto nasce dalla volontà dei gruppi radicali ultrafondamentalisti, che alimentano il terrorismo, di impadronirsi del potere, rovesciando le classi dirigenti islamiche non fondamentaliste ritenute corrotte e asservite all’Occidente. A loro giudizio va colpito l’Occidente per indebolire il sostegno che questo fornisce ai governi fantoccio dei Paesi islamici; pertanto, solo la fermezza può opporre ostacoli seri al terrore.

Ma se il mondo islamico è un insieme molto eterogeneo, altrettanto variegate sono le posizioni assunte dalla cultura occidentale verso l’islam. Vi è quella islamofoba, che considera l’islam un blocco compatto schierato contro l’Occidente e, pur segnalando l’ostilità dei gruppi radicali, disdegna la ricerca di possibili alleati all’interno del mondo islamico. Vi è poi la posizione di quanti riducono semplicisticamente a due i numerosi islam in lotta fra loro, gli “illuministi” e i “fondamentalisti”, senza peraltro rendersi conto che i soli laicisti o “illuministi” al potere nel mondo musulmano, culturalmente occidentalizzati e sostanzialmente miscredenti, sono alla testa di regimi dittatoriali o totalitari, cioè di regimi alla Saddam Hussein. Vi è infine chi ritiene che esista un islam “conservatore”, che persegue l’islamizzazione della società civile e la partecipazione alla vita politica con mezzi democratici e non violenti e che potrebbe svolgere un ruolo analogo a quello che le democrazie cristiane giocarono in Occidente al momento della nascita della moderna democrazia di massa. “Augurandoci che delle democrazie cristiane europee s’importino nell’Oriente musulmano gli ideali e i pregi senza i noti difetti, è questa sostanzialmente la democrazia che ha in mente Bush per l’islam” (p. 22).

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Massimo Introvigne
La nuova guerra mondiale. Scontro di civiltà o guerra civile islamica?
Sugarco, Milano 2005