CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
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CAMERA DEI DEPUTATI - XV LEGISLATURA
Resoconto della I Commissione permanente
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni)

Giovedì 16 novembre 2006

Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi.
C. 36 Boato e C. 134 Spini.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, il 15 novembre 2006.

Patrizia PAOLETTI TANGHERONI (FI) chiede di poter svolgere il proprio intervento nel corso della seduta già convocata per domani, venerdì 17 novembre 2006.

Fabio GARAGNANI (FI), con riferimento alle proposte di legge in esame, osserva che il relativo testo, essendo stato sostanzialmente mutuato da progetti di legge risalenti agli anni novanta, non è assolutamente adeguato alle reali esigenze del paese, che negli ultimi anni ha subìto significativi cambiamenti a livello sociale e culturale, anche alla luce dell'intensità del fenomeno migratorio che si è verificato, e in particolare del formarsi all'interno del territorio nazionale di numerose comunità musulmane, portatrici di valori in larga parte antitetici rispetto a quelli di libertà propri della tradizione culturale del mondo occidentale. Dopo aver ricordato la forte contrarietà da lui già manifestata nel corso della precedente legislatura rispetto anche al testo del disegno di legge di iniziativa governativa esaminato dalla I Commissione, ribadisce la propria contrarietà rispetto ai progetti di legge in titolo. Reputa, infatti, che tali provvedimenti siano per un verso inutili, in quanto ribadiscono affermazioni di principio già contenute nella Costituzione e fatte proprie dalla coscienza sociale, e per altro verso dannosi, perché rischiano di scardinare le certezze culturali proprie della collettività nazionale, che ha storicamente visto nella religione cristiana un fattore aggregante non solo sotto il profilo fideistico, ma anche e soprattutto sotto quello culturale e sociale. Al riguardo sottolinea come l'integrazione degli stranieri debba sempre presupporre, da parte di questi, la conoscenza ed il rispetto dei diritti e dei doveri sanciti dall'ordinamento giuridico italiano nonché delle tradizioni e della cultura propri della società. Le proposte di legge in titolo, a causa della loro indeterminatezza, potrebbero paradossalmente pregiudicare il rispetto dei valori e delle tradizioni da parte della maggioranza della popolazione nazionale soprattutto alla luce della impropria commistione in esse contenuta tra i valori sociali e culturali nazionali con quelli di altre fedi religiose, quale ad esempio quella islamica, in assenza di appositi contemperamenti che tuttavia non sono presenti nel testo in esame. Osserva infatti che tali proposte, ed in particolare l'articolo 6, lasciando spazi indefiniti alla libertà di pratica religiosa, allontanano la vigilanza dello Stato rispetto a situazioni che si verificano all'interno delle comunità familiari, quale ad esempio la diffusa pratica dell'infibulazione, che rischiano di produrre effetti di destabilizzazione all'interno della società. La libertà di professare la propria religione deve sempre essere coniugata, a suo avviso, con il rispetto dei diritti dei singoli membri di una comunità. Ritiene poi che l'esigenza più avvertita a livello sociale sia quella di prevedere efficaci forme di confronto con la religione islamica. In proposito osserva però che le confessioni musulmane, essendo prive di riferimenti


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gerarchici di natura istituzionale nella propria organizzazione, non possono rappresentare in alcun modo un interlocutore ufficiale nei confronti dello Stato italiano. Ricorda, in proposito, le vicende verificatesi all'interno dalla Consulta islamica istituita dal Ministro dell'interno, già dalla precedente legislatura.
Si sofferma quindi sull'articolo 12 dei provvedimenti in esame, volto a prevedere che l'insegnamento scolastico sia impartito nel rispetto della libertà di coscienza e della pari dignità, senza distinzione di religione. In proposito ritiene che tale disposizione, ove applicata rigorosamente, come in numerosi casi di fatto sta già accadendo, potrebbe limitare, in quanto contrastanti con i valori di altre religioni, il rispetto di tradizioni secolari proprie della cultura nazionale, che invece devono essere tutelate, come ad esempio sostenuto dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato in ordine alla presenza del crocifisso all'interno delle aule degli edifici pubblici.
Rileva inoltre che l'articolo 5 delle proposte in esame, che stabilisce che i diritti di riunione e di associazione possono essere liberamente esercitati anche per finalità di religione o di culto, dovrebbe comunque prevedere l'obbligo del rispetto dei princìpi dell'ordinamento giuridico nazionale per evitare che nei luoghi di culto possa essere consentito lo svolgimento di pratiche o attività non conformi alla normativa nazionale.
Si dichiara inoltre contrario rispetto alle previsioni contenute all'articolo 9 dei testi in esame che, nel garantire la pratica delle diverse religioni, non dispongono i necessari contemperamenti per salvaguardare le ragioni del mondo produttivo nazionale, che potrebbe essere pregiudicato nel suo funzionamento ordinario in conseguenza del rispetto di tutte le previsioni, previsto dalle diverse religioni, sui momenti obbligatori di preghiera e sulle giornate di festività, che non sempre coincidono con quelle tradizionalmente osservate in Italia.
Si sofferma quindi sulla celebrazione dei matrimoni davanti a ministri di culto di una confessione religiosa, ritenendo necessario prevedere come obbligatoria al momento della celebrazione la lettura degli articoli del codice civile, che sanciscono l'eguaglianza giuridica e morale dei coniugi.
Ritiene inoltre che debba essere precisata la portata dell'articolo 14 delle proposte in oggetto, che prevede l'obbligo di sentire le confessioni o i relativi enti esponenziali nel caso in cui, per gravi ragioni, si debba procedere all'occupazione, requisizione, espropriazione o demolizione dei relativi edifici aperti al culto. Al riguardo osserva la problematica applicabilità di tale disposizione alle confessioni islamiche, che sono prive di un'organizzazione gerarchica e quindi di un interlocutore di riferimento.
Si dichiara infine contrario in ordine al contenuto dell'articolo 22, in considerazione del fatto che in molti comuni sono stati concessi terreni per l'edificazione di centri con scopi culturali, dove invece sono stati costruiti luoghi di culto.
Conclude ribadendo il proprio orientamento contrario sulle proposte di legge in esame che, per tutelare la religione di una minoranza, pregiudica significativi diritti della maggioranza dei cittadini italiani.

Federico BRICOLO (LNP) dichiara in primo luogo che il gruppo Lega Nord Padania è assolutamente contrario ad una accelerazione dell'iter di esame dei progetti di legge in titolo, richiesta invece dal Governo,e in particolare dal Ministro degli esteri, con l'evidente intento di imprimere una svolta nella politica estera italiana a favore del mondo islamico. In proposito osserva come tali provvedimenti rappresentino uno strumento per aggirare surrettiziamente le previsioni costituzionali in materia, soprattutto per quanto concerne la procedura delle intese di cui all'articolo 8 della Carta costituzionale, che non potranno essere mai concluse con le confessioni religiose islamiche alla luce della mancata presenza, nella loro organizzazione, di un soggetto apicale di riferimento. Ritiene inoltre che la libertà religiosa sia già sufficientemente garantita dalla Costituzione e che i provvedimenti in


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esame siano solo dannosi per le ripercussioni che produrranno sul tessuto sociale.
Si sofferma quindi su alcuni aspetti specifici del contenuto delle proposte di legge in oggetto, ritenendo in primo luogo necessario che, in occasione delle celebrazioni di matrimoni davanti a ministri di culto, sia comunque data lettura degli articoli del codice civile in materia; non si può infatti non tener conto del fatto che talune religioni, in ciò contrastando con i principi fondamentali stabiliti dalla Costituzione, non riconoscono la parità della posizione dell'uomo e della donna all'interno del nucleo familiare, sia nei rapporti tra i coniugi, sia in relazione all'esercizio della potestà sui figli, sia dal punto di vista successorio. Ritiene inoltre pericolose le conseguenze che deriveranno dall'eventuale approvazione delle proposte di legge in esame relativamente alla definizione del regime alimentare delle mense all'interno di scuole, ospedali, caserme ed altri istituti pubblici, nonché all'approvazione dei piani regolatori comunali, che dovranno indicare luoghi per la costruzione di edifici adibiti alle pratiche religiose o anche in relazione al funzionamento delle fabbriche e delle imprese, che dovranno garantire il rispetto della pratica delle diverse religioni, che spesso prevedono numerosi momenti dedicati alla preghiera nonché festività in giornate che in Italia sono previste come lavorative. Con riferimento all'insegnamento scolastico che, ai sensi dell'articolo 12 delle proposte di legge in esame, dovrebbe essere impartito senza distinzione di religione, ritiene che anche la predisposizione dei programmi di insegnamento ministeriali potrebbe subire condizionamenti dal rispetto di altre religioni, con il rischio di escludere l'insegnamento di parti essenziali della storia e della letteratura nazionale ed europea.
Ritiene in sostanza che le proposte di legge in esame contrastino con i princìpi costituzionali che sono volti ad assicurare il riconoscimento di culti diversi da quello cattolico attraverso la procedura delle intese che, a suo avviso, resta l'unica strada percorribile per garantire un efficace confronto con gli altri culti. L'approvazione dei provvedimenti in titolo infatti potrebbe portare a riconoscere anche confessioni che tali non sono ma che, mediante l'adozione di uno statuto appositamente predisposto, potrebbero garantirsi una serie di inammissibili privilegi anche sotto il profilo previdenziale per i relativi ministri di culto. Ribadisce quindi il proprio orientamento contrario sui provvedimenti in titolo che ritiene destabilizzanti sul complesso assetto sociale nonché non condivisi dall'opinione pubblica, richiedendo altresì che si dia luogo ad un ampio ciclo di audizioni prima che sia concluso l'esame preliminare.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, già prevista per domani, venerdì 17 novembre 2006, potrà essere definito l'eventuale svolgimento dell'attività conoscitiva sulle proposte di legge in esame. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Il progetto di legge sulla libertà religiosa in Italia - Indice