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Salvatore Anastasio: la storia di un “piccolo-grande” italiano

di Daniele Di Iorio, storico e pastore pentecostale

copertina

Si tratta di un lavoro che volutamente ha un taglio divulgativo, lo sforzo dell’autore è apprezzabile e opportuno, il testo ha come target l’uomo comune che troverà spunti di riflessione nella storia di questo grande-piccolo italiano “Salvatore Anastasio”; Iovino capisce l’importanza di tutto ciò ed evita un lessico tecnico, non impegna preziosismi scientifici, si limita a fare da redattore alle tante testimonianze raccolte sul campo da testimoni oculari ancora viventi.

Queste testimonianze orali sono numerose e tutte ricche di contributi, per cui l’autore usa un criterio random per rendere lo scritto leggero e leggibile. Poche sono le fonti scritte cui si fa riferimento, perché fra quei semplici credenti pentecostali basso era il livello di alfabetizzazione, quindi pochi gli scritti. L’autore sceglie di usare come metodologia espositiva quella cronologica, e così come in un Diario cuce insieme quelle testimonianze e quei documenti che ha selezionato. Ne esce un buon lavoro dedicato all’uomo comune.

Ma come storico e come sociologo mi chiedo: “Questo testo può dare un contributo scientifico?” Io credo di sì, infatti, penso che gli “addetti ai lavori” possano trovare nello scritto una nitida fotografia sociale che riprende un segmento della nostra società nel difficile e glorioso cinquantennio che va dagli anni '30 agli anni '80.

Gli anni della Seconda Guerra, gli anni della Ricostruzione, della Società Fordista e Taylordista, gli anni della Contestazione Giovanile, gli anni di Piombo, delle Brigate Rosse, dell’assassinio di Moro …. anni duri, ma anche anni nei quali gente semplice come Salvatore Anastasio vissero la loro fede senza contraddizioni e senza contaminazione, dando all’industria calzaturiera della città partenopea un non piccolo contributo, secondo l’etica protestante. 

La proposta di questa testimonianza giunge in un momento storico difficile e travagliato, fra noi post-moderni, post-industriali, post - fordisti l’esempio di “Salvatore Anastasio” può avere qualche utilità?  Alessandro Iovino dice si!

In questa realtà di macro consumi l’esempio di quest’uomo laborioso e operoso resta una chiara indicazione per chi vuole vivere una vita equilibrata e sobria. Una vita libera da ogni reticolo di consumismo, una vita emancipata da ogni forma di mero materialismo, una vita carica d’identità e certezze.

 

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