CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne

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Gli "atei cinici", nuova sfida per i credenti

di Alessandra Turrisi (Avvenire, 28 giugno 2012)

Un popolo di potenziali destinatari della nuova evangelizzazione. Ecco cosa appare l'Italia attraverso la lente d'ingrandimento di una ricerca del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), dedicata alla diffusione dell'ateismo vero o di comodo nella Sicilia centrale. Il 70% degli intervistati, pur non dicendosi esplicitamente ateo, si dichiara "lontano dalla religione" e frequenta la Chiesa solo in occasione di matrimoni e funerali. Gli atei in Italia, secondo lo studio, sono fermi da vent'anni intorno al 7% della popolazione, ma cresce il numero di coloro che non sono in contatto con nessuna forma organizzata di religione.

La ricerca curata da Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli, rispettivamente direttore e vicedirettore del Cesnur, e pubblicata col titolo Gentili senza cortile. "Atei forti" e "atei deboli" nella Sicilia Centrale (Edizioni Lussografica, Caltanissetta), è stata condotta nel territorio della diocesi di Piazza Armerina, che comprende dodici comuni compresi tra le province di Enna e Caltanissetta, un'area che già tre precedenti ricerche sociologiche hanno identificato come rappresentativa dell'Italia in generale.

"Abbiamo distinto due categorie di atei – spiega Introvigne –. Gli 'atei forti', in grado di motivare il loro ateismo con ragioni ideologiche, sono il 2,4% e sono più presenti tra le persone anziane e meno istruite, dove è ancora forte anche un ricordo dell'ateismo comunista. Gli 'atei deboli', meno ideologici ma che considerano Dio e la religione irrilevanti in un mondo dove contano solo il lavoro, il denaro e le relazioni affettive, sono il 5% e sono più numerosi fra i giovani e fra le persone più colte". Ma c'è una terza cerchia, quella dei "lontani dalle forme istituzionali della religione", pari al 63,4%.

La forma più diffusa di ateismo debole è, nell'opinione degli intervistati, quello disimpegnato (48,4% delle risposte); c'è poi un ateismo "cinico" (29,6% delle risposte) più presente fra i giovani, gli uomini, le persone più istruite per i quali il denaro, il potere, il piacere sfrenato, il successo sono i nuovi idoli; infine un ateismo potenzialmente ostile alle religioni (22%).

Ma la ricerca ha inteso anche accertare le cause dell'ateismo o comunque della lontananza dalla Chiesa. Emerge che, tra i motivi di quest'impennata di secolarizzazione, c'è l'esposizione alla propaganda mediatica contro la religione (33%), ma in tanti rimangono fortemente colpiti dalle polemiche sulle ricchezze della Chiesa (23%) e il 21,6% dalle notizie sugli scandali di pedofilia all'interno della Chiesa. C'è poi un 18,2% che mette in relazione l'ateismo al rifiuto degli insegnamenti morali delle religioni.

I cattolici sono, dunque, chiamati a una testimonianza viva e adulta. "Non si tratta – afferma monsignor Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina – di limitarsi a cercare valori comuni al ribasso, ma di suscitare e di tenere desta la ricerca attorno alla questione di Dio. Si tratta per i cattolici di rispondere alla sfida dell'ateismo contemporaneo, impegnandosi nell'avventura di una nuova evangelizzazione, per riscoprire la gioia del credere e ritrovare l'entusiasmo nel comunicare la fede".

Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli, Gentili senza cortile. «Atei forti» e «atei deboli» nella Sicilia Centrale