CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne

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L'Italia delle (quasi) mille religioni

(L'Osservatore Romano, 8 maggio 2013)

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Il Paese dei mille campanili, ma anche delle (quasi) mille religioni. Pur essendo saldamente quella cattolica la religione professata della stragrande maggioranza della popolazione, sono, infatti, oltre ottocento – per la precisione 836 – le denominazioni religiose presenti in Italia. È quanto emerge da una ricerca condotta dal Centro studi sulle nuove religioni (Cesnur), che prende soprattutto in esame le diversità di credo presenti tra la popolazione immigrata. È stata infatti perlopiù l'ondata migratoria che ha interessato la penisola negli ultimi decenni a modificare la sua consolidata geografia religiosa.

Il carattere innovativo della ricerca – confluita nell'Enciclopedia delle religioni in Italia, curata dal direttore e dal vicedirettore del Cesnur, Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli (Torino, Elledici, 2013, pagine 1.239, euro 125) e preceduta nel 2006 da Le religioni in Italia degli stessi autori – sta però nella revisione dei dati presentati da altri istituti in analoghi studi attraverso l'utilizzo di diversi criteri di rilevamento.

In questo senso, per esempio, i dati del Cesnur si discostano talvolta sensibilmente da quelli contenuti nei rapporti annuali di Caritas-Migrantes. "Abbiamo contato – spiegano Introvigne e Zoccatelli – cose diverse: la Caritas conta gli immigrati in base alla religione che avevano nel Paese di origine, noi l'effettivo contatto con un'organizzazione della loro religione in Italia". Così, se per la Caritas gli immigrati musulmani presenti in Italia sono 1.651.000, per la ricerca del Cesnur sono 1.360.000. Allo stesso modo, gli immigrati cristiani ortodossi scendono da 1.483.000 della Caritas a 1.295.000 del Cesnur.

Nella ricerca si evidenzia poi una crescita molto consistente degli immigrati ortodossi, soprattutto romeni, che ormai si avvicinano per cifre assolute ai musulmani e sembrano destinati a superarli nei prossimi anni. "Mentre in un certo immaginario collettivo – spiegano Introvigne e Zoccatelli – un immigrato non cattolico è quasi per definizione un musulmano, in realtà tra gli immigrati appartenenti a minoranze religiose i musulmani non sono, o non sono più, in maggioranza né assoluta né relativa e i cristiani non cattolici, sommando ortodossi e protestanti pentecostali, sono ora più numerosi degli islamici".

Nel loro complesso gli immigrati che professano religioni diverse da quella cattolica sono 3.218.000. Oltre a ortodossi e musulmani, rilevanti sono le comunità d'immigrati protestanti (in maggioranza pentecostali, 212.000), induiste (114.000), buddiste (103.000) e sikh (60.000), senza contare che anche tra i Testimoni di Geova ci sono circa 17.000 fedeli immigrati.

Stando sempre alla ricerca, gli immigrati che nel loro complesso professano religioni diverse da quella cattolica sono 3.218.000. I non cattolici presenti globalmente in Italia sono 4.635.400, se si considerano nel totale anche gli immigrati che non sono cittadini italiani, 1.417.000 se si prendono in esame i soli cittadini italiani. Detto in altri termini, gli appartenenti a minoranze religiose sono il 2,5 per cento dei cittadini italiani e il 7,6 per cento delle persone presenti sul territorio, immigrati senza cittadinanza compresi. Tra i cittadini italiani, secondo gli stessi dati, la prima minoranza come famiglia spirituale è quella protestante, con 435.000 fedeli. Tuttavia, tra questi, gli appartenenti alle comunità "storiche" – valdesi, luterani, riformati, metodisti, battisti – si sono ridotti al 14,2 per cento, mentre in rapida espansione sono i pentecostali (72 per cento). La prima denominazione protestante in Italia è, dunque, quella pentecostale delle Assemblee di Dio con circa 150.000 membri. E proprio poiché i protestanti sono divisi in numerose denominazioni, la seconda organizzazione religiosa tra gli italiani – esclusi gli immigrati senza cittadinanza – dopo la Chiesa cattolica è quella dei Testimoni di Geova, con poco più di 400.000 aderenti.

Seguono i buddisti, 135.000 sommando i fedeli delle comunità che aderiscono all'Unione Buddhista Italiana (Ubi) e i 63.000 membri della Soka Gakkai, gruppo d'origine giapponese non aderente all'Ubi, ma che rappresenta la singola denominazione buddista più numerosa presente in Italia. Quanto agli ebrei italiani, essi sono "solo" 36.000, ma, si sottolinea nella ricerca del Cesnur, "costituiscono una realtà di grande rilievo storico e culturale".

 

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