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La "Religione in Italia" non va verso l'annientamento

(Toscana Oggi, 16 giugno 2013)

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È stata pubblicata di recente l'"Enciclopedia delle Religioni in Italia" curata da Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli. È un'opera poderosa che traccia un quadro aggiornato della situazione italiana sotto il profilo religioso. Ne parliamo con don Ernesto Zucchini, esperto in "sette e religioni" e collaboratore del nostro settimanale.

Don Ernesto, quali sono le prospettive della religione o delle religioni in Italia?

Contrariamente a quanto si pensava – e si temeva o si sperava – da parte di qualcuno, la religione in Italia non va verso l'annientamento. La prima edizione dell'"Enciclopedia delle religioni in Italia" è del 2001 e trattava nel dettaglio 658 gruppi e movimenti in qualche modo organizzati. Continuando negli studi e ricerche, l'edizione 2013 della stessa Enciclopedia ne enumera oltre 800 (836, per la precisione). Dunque sono cresciute? Non è detto. Probabile che sia una ricerca più affinata. In ogni caso parlare di secolarizzazione ovvia, come dire, di marcia verso l'irrilevanza religiosa di tutti è semplicemente falso. È invece vero che è il "mercato" religioso che va cambiando. So che molti arricceranno il naso nel sentir trattare la religione come fosse un oggetto da vendere. Ma è così. La società nord americana, che è il traino della globalizzazione in tutti i sensi ed è – incredibile per noi accettarlo per quello che Hollywood ci mostra – la società più religiosa al mondo, non fa che mostrarci questo. Si deve dire e accettare che la libera concorrenza religiosa la rende vincente. Sono convinto che sia la nostra pigrizia che debba adeguarsi: il "mercato" non aspetta.

Questa elencazione così minuziosa non è eccessiva, dispersiva e inutile?

Questo splendido testo – si tratta di un vero e proprio evento storico questa terza edizione – ci ricorda una formula tipica della sociologia religiosa: "chi non conta non conta", del sociologo della religione Rodney Stark, cioè "chi non è capace di far di conto leggendo le statistiche diventa poi irrilevante quando espone le sue conclusioni". Inutile dunque impegnarsi a conoscere le tesi dei "Venustiani" (del quarto secolo d.C.) semplicemente perché non esistono più. Di là dagli interessi storici delle religioni – nuove o vecchie – ci deve interessare la loro attuale diffusione sia in quantità che in località e anche la loro precisa visione del mondo. Solo così la nostra azione avrà un senso reale.

Tutto scontato allora?

Per niente. Proprio ora comincia il vero agire. Queste 836 realtà, per quanto siano dialoganti e pienamente rispettose le une delle altre, di fatto, sono anche concorrenti. Per dirla sportivamente si potrebbe dire: vinca il migliore! In ogni caso questi sono i contendenti attuali. E sono gareggianti concretamente! Nonostante in molti casi si voglia e si cerchi il rispetto dell'altro e il dialogo continuo, la contesa – piaccia o non piaccia – resta. In "palio" ci sono le singole persone. Qui è la sfida che la Chiesa è tenuta a raccogliere e vivere, pena, allora sì, l'insignificanza sociale e la non corrispondenza evangelica. Qui si gioca la nostra nuova evangelizzazione.

Però non è troppo semplicistico parlare solo di religioni per indicare le scelte di fondo degli italiani?

Certamente. Per questo Papa Benedetto XVI denunciava l'attuale dittatura del relativismo. Il relativismo accoglie anche la religione, ma purché non intralci la strada a chi guida la Società. E per mezzo di questo relativismo si sta tentando di costruire un mondo dove Dio sia emarginato, reso inutile per il vivere degli uomini. O comunque che il sacro sia solo un fatto meramente personale, individuale, senza ricadute sociali. Anche gli italiani sono spinti su questa via. Questo fa nascere una sorta di doppia appartenenza. La nostra fede diventa solo una serie di gesti esteriori. Sembriamo cattolici, ma in realtà stiamo tentando di mettere d'accordo due fatti che si oppongono. Potremmo dire: la somma dei membri delle 836 religioni organizzate – poi ci sono i singoli fai-da-te – non fa la totalità degli italiani. Il numero che ne esce è ben diverso. Potrebbe essere più alto o più piccolo. È proprio questa pseudo "doppia appartenenza", grazie a Dio pacifica, che impedisce la conoscenza della fede cristiana e la sua incarnazione in chi crede in Cristo. Per questo il beato Giovanni Paolo II lanciò la sfida della nuova evangelizzazione.

Per noi cristiani potrebbe essere una "tentazione" che ci spinge ad abbandonare la fede e la Chiesa?

Per i superficiali, forse. Ma dove la fede è forte e coerente non può che esserci testimonianza, missione e impegno costante a tutti i livelli.

Resta comunque l'ecumenismo. Dopo il Concilio Vaticano II non si parla più di semplice tolleranza, ma di libertà religiosa. La dignità della Persona umana e il suo rispetto è diventata una priorità assoluta dopo le tempeste sociali e militari del ventesimo secolo. Rispettare la dignità dell'altro uomo è diventata anche una priorità per la scelta religiosa. Ogni uomo ha il dovere di cercare e vivere la verità, ma ha anche il diritto che la propria scelta sia rispettata anche se giudicata erronea da altre persone e purché non diventi un pericolo per gli altri. Il fondo non detto di questa "Enciclopedia delle Religioni in Italia" è proprio mostrare come sia necessario difendere sempre la dignità dell'uomo e la sua libertà.

Esistono comunque dei limiti. Le sette non andrebbero perseguitate?

Questo termine andrebbe abolito. Ma è comodo per indicare l'altro come pericoloso nemico. A volte può essere un vero nemico: gruppuscoli satanisti ad esempio, ma il termine "setta" resta pericoloso. Ha sempre un senso negativo, dispregiativo e resta incapace di descrivere quanto realmente accade. Essere minoranza non vuol dire degna di disprezzo. La Chiesa Cattolica in Iran o in Arabia Saudita non può essere considerata una setta anche se lì è piccola e rifiutata. Cambiare questa prospettiva modifica profondamente il nostro atteggiamento verso l'altro e dunque la nostra vita.

Le conversioni di italiani verso una religione diversa da quella Cattolica sono numerose? Sono in aumento?

Le persone esterne alla Chiesa Cattolica sono 1.417.000. Circa l'uno per cento sui 60.820.764 di italiani. Poi ci sono 4.635.400 immigrati compresi quelli senza cittadinanza italiana che, nella stragrande maggioranza, sono musulmani. Certamente quello che sembrava negli anni 1970-1980 un boom senza fine si sta sgonfiando e resta una percentuale presente in ogni società. Devo ripeterlo, il vero nemico del cristianesimo in questo momento è il relativismo spinto a forza di innumerevoli giornali e strumenti multimediali. In questo grande settore si gioca il nostro futuro e la nostra Diocesi non è estranea a tutto questo sommovimento. Ma la libera concorrenza religiosa che si sta imponendo anche in Italia è uno stimolo contro ogni forma di pigrizia spirituale e dunque in ultima analisi è un bene. La "Chiesa stoccafisso" deve essere sostituita dalla "Chiesa trota viva" che risale i fiumi.  

 

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