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Le Chiese del Santo Daime dal Brasile all’Europa: tra profezia e polizia

Massimo Introvigne

(relazione al convegno dell'ALER, Associazione Latino-Americana per lo Studio delle Religioni, Padova, 4 luglio 2000)

Le Chiese del Santo Daime

Le Chiese del Santo Daime -- di cui oggi esistono varie branche indipendenti -- nascono dall’esperienza di Raimundo Irineu Serra ("Mestre Irineu",1892-1971), un povero lavoratore afro-brasiliano della foresta amazzonica che nei primi anni 1920 entra in contatto con popolazioni indigene che da tempo immemorabile fanno uso di ayahuasca (parola quechua che significa "la corda degli spiriti"), una bevanda rituale estratta da un arbusto (bannisteriopsis caapi) e da foglie (psychotria viridis) della foresta, entrambe con un contenuto variabile di diversi alcaloidi che conferiscono alla bevanda un effetto allucinogeno. Sembra che Serra si ripromettesse anzitutto di ottenere dalle visioni indicazioni e vantaggi di tipo pratico. Ben presto, però, gli appare uno spirito femminile che è insieme la Regina della Foresta della tradizione indigena e la Vergine Maria, e che lo guida nei passi che lo conducono alla fondazione di una religione. Nel 1930 Serra si trasferisce nella città di Rio Branco, dove fonda una Chiesa popolarmente nota come Alto Santo e che prenderà poi il nome di Centro de Illuminãção Cristã Luz Universal (CICLU). La Chiesa ha successo, grazie alle capacità di curatore e di leader di Serra e anche ai numerosi inni popolari che riceve spiritualmente dall’astrale e diffonde. In essi ricorre spesso la parola "daime" ("dammi"), e la ayahuasca diventa popolarmente nota come "Santo Daime", nome che finisce per essere adottato dallo stesso movimento. Un’espansione verso altre zone del Brasile comincia già durante la vita di Serra, che muore nel 1971. Dopo la sua morte si determinano nel movimento numerose divisioni: ma alcuni discepoli si erano già resi di fatto indipendenti da decenni, e seguire l’albero genealogico delle diverse Chiese del Daime non è semplice. Il gruppo "daimista" oggi più diffuso riconosce come leader Sebastián Mota de Melo (1920-1990). Nato in Amazzonia (Adelia, municipio di Eirunepé), Mota inizia la sua carriera spirituale nel mondo dello spiritismo. Nel 1959 raggiunge i parenti della moglie nella zona di Rio Branco, dove fonda con alcuni discepoli una comunità, la Colonia 5.000, così chiamata perché il terreno su cui sorge era costato cinquemila cruzeiros. Conosce Serra e nel 1965 prova per la prima volta il Daime. Una Chiesa del Santo Daime è organizzata nella Colonia 5.000. Dopo la morte di Serra nel 1971, Mota riunisce un gruppo importante dei discepoli di quest’ultimo (mentre altri continuano le attività con la sigla CICLU). Nel 1983 -- mentre hanno cominciato a manifestarsi le prime opposizioni contro quella che gli oppositori chiamano la "setta della droga", che nel frattempo si è diffusa in diverse grandi città brasiliane -- Mota si trasferisce con i seguaci nel cuore dell’Amazzonia dove fonda la comunità del Céu do Mapiá, dove oggi vivono oltre settecento persone e che costituisce un punto di riferimento importante per migliaia di fedeli in Brasile e nel mondo. Nel 1986, dopo una lunga indagine condotta presso il Céu do Mapiá e altre comunità, il CONFEN (Consiglio Federale per gli Stupefacenti) brasiliano autorizza il consumo della ayahuasca e di bevande analoghe, purché in un contesto rituale e senza fini di lucro. Dal 17 novembre 1986 la religione del Santo Daime è quindi legale in Brasile. Nel 1990 Mota muore, colpito da un infarto mentre visita la Chiesa daimista di Pedra de Guaritiba (Rio de Janeiro). Alla guida del CEFLURIS (Centro Eclettico Fonte Luce Universale Raimundo Ireneu Serra), la struttura che riunisce i seguaci della branca Mota delle Chiese del Santo Daime, gli succede il figlio Alfredo Gregório de Melo, mentre il discepolo Alex Polari de Alverga, vicepresidente del CEFLURIS, emerge come il principale portavoce internazionale del movimento. Nel maggio 1997 il IX Incontro delle Chiese, tenuto a Visconde de Maua, approva una importante riforma amministrativa che crea una struttura più articolata, con al centro un Consiglio Esecutivo e un Consiglio Rituale e Dottrinale, capace di gestire un movimento internazionale in crescita.

Le Chiese del Santo Daime insistono sul fatto che il consumo del Daime ha senso solo all’interno di un rituale preciso, che si collega a una visione del mondo che affonda le sue radici insieme nella saggezza degli indios amazzonici e nel cristianesimo. L’esperienza del Daime inizia con la preparazione rituale della bevanda, che consiste nella raccolta nella foresta e poi nella riduzione in poltiglia dell’arbusto (che rappresenta il principio maschile) e della foglia (che rappresenta il principio femminile). Strati alternati di quanto è stato ricavato rispettivamente dall’arbusto e dalla foglia sono disposti in un grande calderone e fatti bollire finché ne fuoriesce un liquido che viene raccolto in bottiglie (dove si conserva per parecchio tempo). L’assunzione -- che in piccole quantità nella comunità è proposta anche ai bambini -- avviene nel quadro di cerimonie dove la musica e gli inni hanno una notevole importanza.

L’União do Vegetal

Insieme alla Barquinha (nome con cui è popolarmente noto il Centro Espirita e Culto de Oração Casa de Jesus Fonte de Luz, fondato nel 1945 presso Rio Branco da Daniel Pereira de Mattos, influenzato dall’umbanda e oggi diviso in sei branche rivali dopo la morte del fondatore), e alle Chiese del Daime, la terza principale branca del movimento di riscoperta degli enteogeni amazzonici è l’União do Vegetal (UDV), fondata da José Gabriel da Costa ("Mestre Gabriel", 1922-1971). Il movimento propone una storia mitica delle sue origini secondo cui la UDV risalirebbe ai tempi di Salomone. Un discepolo di Salomone, Caiano, avrebbe ricevuto dal re il settimo segreto della natura, relativo al tè enteogeno oaska (cioè la ayauasca). Caiano avrebbe da allora iniziato a reincarnarsi nella storia, e la UDV avrebbe conosciuto nella storia periodi di rivelazione e di occultamento, svelandosi da ultimo nelle civiltà precolombiane del Perù, con i cui eredi sarebbe venuto in contatto Mestre Gabriel -- non casualmente, perché egli era a sua volta la reincarnazione di Caiano -- nel 1942 nella Bolivia amazzonica, in modo del tutto indipendente da Raimundo Irineu Serra (con cui peraltro condivideva l’attività originaria di lavoratore nel faticoso campo dell’estrazione della gomma). Dopo un periodo di preparazione, Mestre Gabriel fonda (ma per i seguaci piuttosto rifonda, perché le origini dimenticate sarebbero, come si è visto antichissime) la UDV a Porto Velho, nello Stato brasiliano di Rondônia. Il nome, "Unione del Vegetale" deriva dall’unione dell’arbusto e della foglia che entrano nella composizione della oaska. Mestre Gabriel incontra opposizioni ed è perfino arrestato, ma il gruppo si consolida e si diffonde. Alla sua morte, nel 1971, si determinano divisioni e scismi, oggi parzialmente sanati. Nel 1981 José Joaquim Andrade Neto, intorno a cui si è raccolta la maggioranza dei seguaci di Mestre Gabriel, "ricostruisce" la UDV, considerando irreversibile la decadenza del gruppo originario. Sotto la sua guida, la (nuova) UDV acquisisce uno statuto legale a Campinas, nello Stato di San Paolo, e diventa la più grande religione della ayahuasca in Brasile. Anche i problemi legali sono risolti: la UDV è particolarmente attiva nell’interagire con la commissione governativa che nel 1986 legalizza la ayahuasca in Brasile e continua a sponsorizzare studi internazionali sulla bevanda e i suoi effetti condotti, in particolare, tramite lo "Hoasca Project" della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, sotto la direzione, con altri, del dottor Charles S. Grob, del Dipartimento di Psichiatria dell’Università della California a Los Angeles.

Chi si accosta alla ritualità della UDV provenendo dall’esperienza di una Chiesa del Santo Daime nota, in genere, un carattere meno "attivo" delle cerimonie, con lunghi periodi di silenzio e l’uso rituale delle chamadas, con funzioni simili a quelle di un mantra. La UDV insiste sul fatto che per preparare la ohaska non è sufficiente una ricetta, ma il potere della bevanda sarà proporzionale al livello spirituale di chi ne guida la preparazione. Per questo, insiste anche su in insegnamento morale di carità e fraternità tra gli uomini, con echi delle origini spiritiste del movimento (anche se il nome completo originario, Centro Espirita Beneficente União do Vegetal ("Centro Spiritista Benefico Unione del Vegetale") è stato cambiato sostituendo la parola "espirita" (spiritista) con "espiritual" (spirituale), in modo da sottolineare le notevoli differenze fra il movimento e il mondo spiritista brasiliano (dove peraltro anche altre organizzazioni fanno uso di ayahuasca).

I problemi in Europa

Se in Brasile il problema dell’uso della ayahuasca nel contesto di cerimonie religiose ha trovato una soluzione legale specifica, in Europa -- dove le Chiese del Daime e, in misura minore, l’União do Vegetal sono presenti in modo abbastanza discreto dall’inizio degli anni 1980 - si sono verificati notevoli problemi, specialmente a partire dall’ottobre 1999 nel quadro di campagne condotte in diversi paesi contro le "sette" in genere, e di cui non è questa la sede per ripercorrere la storia. Nei primi giorni di ottobre 1a polizia tedesca procede a perquisizioni e arresti. Le persecuzioni si ripeteranno in tre diverse città il 10 maggio 2000, con diffusione da parte della polizia di un rapporto di cinque pagine, all’origine di articoli ostili sulla stampa tedesca. Le autorità tedesche informano quelle di altri paesi europei, e il 6 ottobre 1999 la polizia olandese visita una cappella delle Chiese del Daime, constata la flagranza del reato al momento della distribuzione del Daime e arresta due dirigenti, che sono posti in libertà condizionata dopo tre giorni di detenzione. Un’istruttoria penale è avviata a carico dei due dirigenti, nel corso della quale il pubblico ministero riconosce che le Chiese del Daime sono a tutti gli effetti organizzazioni religiose secondo il diritto olandese. Questo però non risolve il problema della ayahuasca, considerata dalle autorità sanitarie sostanza "pericolosa e senza valore terapeutico". Il 20 dicembre 1999 un centinaio di persone manifestano a Amsterdam in favore della legalizzazione della ayahuasca. Il giudice istruttore accetta che nel caso sia introdotta una perizia da fare eseguire a un tossicologo specializzato suggerito dalle Chiese del Daime. Il 1° maggio 2000 il perito -- un professore dell’Università di Leida -- rilascia il suo rapporto, sostanzialmente favorevole alle tesi delle Chiese del Daime sull’importanza del contesto religioso nel valutare gli effetti della bevanda. Il 18 novembre 1999 alla Germania e all’Olanda fa seguito la Francia, dove sono arrestati dirigenti delle Chiese del Daime che restano in prigione per tre mesi (contro i tre giorni dell’Olanda). Al caso è data pochissima pubblicità: non si producono né campagne di stampa significative contro la "setta della droga" né manifestazioni pubbliche in favore della legalizzazione della ayahuasca. Il 7 aprile 2000 il dirigente brasiliano Chico Corrente, con un altro esponente brasiliano e alcuni spagnoli delle Chiese del Daime è arrestato all’arrivo a Madrid con una partita di Daime. In serata il giudice Garzon -- noto per le inchieste sul generale Augusto Pinochet e su Silvio Berlusconi -- interroga gli arrestati e libera gli spagnoli. I brasiliani, che non hanno un domicilio in Spagna, rimangono in carcere fino al 29 maggio, quando in esecuzione di un ordine del 28 maggio sono posti in libertà condizionata, ma non possono lasciare la Spagna dove l’istruttoria continua. In Italia, dove le Chiese del Daime esistono dal 1981, non si sono a oggi verificati episodi simili anche se nel corso di campagne televisive contro le "sette" è stato preso di mira un gruppo romano che si ispira all’União do Vegetal (peraltro senza contatti formali con il centro europeo di questo movimento che si trova a Madrid).

E’ interessante notare, dal punto di vista della libertà religiosa, che l’azione di polizia contro le Chiese del Daime è scattata nel quadro di campagne europee e di panici morali nei confronti delle "sette". In Francia le Chiese del Daime erano esistite per dieci anni senza essere in alcun modo disturbate. Il cocktail di panici morali nei confronti delle sette e di preoccupazioni a proposito della droga (evidentemente giustificate in generale, ma non sempre pertinenti al caso concreto) rende le Chiese del Daime un obiettivo particolarmente vulnerabile di queste campagne, ma genera anche effetti paradossali. In Francia -- dove la repressione delle "sette" è in genere accompagnata da un’azione di propaganda promossa dallo stesso governo, che oggi comprende una Missione Interministeriale di Lotta contro le Sette (MILS), con notevole sovraesposizione mediatica -- l’arresto di dirigenti delle Chiese del Daime è avvenuto in modo estremamente discreto. In effetti, la propaganda anti-sette governativa presenta le "sette" come spesso reazionarie e legate all’estrema destra, e sarebbe stato imbarazzante legare una "setta", tanto più dopo la manifestazione olandese, a una causa "progressista" come una forma di antiproibizionismo sulla droga. In Germania, dove le campagne anti-sette sono meno politiche e più religiose e sono condotte con il sostegno delle Chiese maggioritarie (piuttosto critiche nei confronti dell’atteggiamento del governo sulle "sette" invece in Francia), non esistevano problemi di questo genere e l’azione contro il Daime è stata annunciata alla stampa, perfino con maggiori dettagli di quanto non avvenga di solito.

Venendo a una conclusione, è evidente che la situazione delle Chiese del Daime in Europa è legata, anzitutto, all’atteggiamento delle varie legislazioni nazionali nei confronti degli allucinogeni. E’ ovvio -- ma merita di essere ricordato nel quadro delle attuali campagne contro le "sette" -- che l’uso della ayahuasca non può essere più vietato nel contesto religioso delle Chiese del Daime di quanto sarebbe, ai sensi della legislazione vigente, in un contesto non religioso. Da questo punto di vista, molte delle procedure aperte da pubblici ministeri europei si sono affidate e si affidano a perizie sulla composizione chimica e sugli effetti allucinogeni della bevanda. Le Chiese del Daime seguono con attenzione queste perizie, non senza fare notare la differenza -- su cui esiste una vasta letteratura -- fra allucinogeni ed "enteogeni" (usati da secoli da popolazioni indigeni per scopi religiosi). Qui, però, il discorso si sposta dalla chimica alla teologia e la nozione di sostanza "enteogena" appare come socialmente costruita. Se una sostanza sia "enteogena" o no non è cosa che possa essere scoperta da una semplice analisi chimica (per quanto la chimica possa dare il suo contributo). Una sostanza diventa "enteogena" in un determinato contesto storico, sociologico e rituale. Fa parte di una certa mitologia giuspositivistica (ripresa dalle campagne anti-sette quando affermano che lo Stato deve distinguere fra creeds e deeds, rispettare tutte le credenze ma punire i comportamenti illeciti che dalle credenze eventualmente conseguono) immaginare che il diritto possa erigere una muraglia invalicabile fra credenze e comportamenti. In realtà -- che lo ammetta o no -- il diritto valuta diversamente gli stessi comportamenti, secondo i contesti e le credenze. Così, in molti ordinamenti il rifiuto di prestare servizio militare dovuto a puro disinteresse per lo Stato o timore della guerra è represso, mentre lo stesso rifiuto giustificato da credenze religiose o filosofiche è permesso come obiezione di coscienza. La legislazione brasiliana in realtà non permette tout court e a chiunque l’uso della ayahuasca: il permesso è accordato alle Chiese del Daime e alle altre realtà religiose che la consumano nel quadro di un sistema di credenze e di un contesto rituale ben precisio. Come si vede, sono le credenze che interpretano i comportamenti e ne dettano la qualificazione giuridica. "Enteogeno" non è un’etichetta di tipo puramente chimico o essenzialista; una sostanza diventa "enteogena" nel quadro di un rituale sostenuto da una credenza. Questi principi, accolti dall’ordinamento giuridico brasiliano, possono forse offrire un punto di riferimento anche all’Europa per risolvere delicati problemi che coinvolgono insieme la libertà religiosa e la vigilanza nei confronti del traffico di stupefacenti.

B.: Per le Chiese del Santo Daime una fonte primaria è il libro di Alex Polari de Alverga, Ayahuasca. Vida y enseñanzas del Padrino Sebastián y el Santo Daime, Ediciones Obelisco, Barcellona 1994; si veda pure Alberto Groisman, Eu venho da floresta. Um estudo sobre o contexto simbólico do uso do Santo Daime, Editora da UFSC, Florianópolis 1999. Uno studio che si concentra in particolare sull’uso e gli effetti della bevanda è quello di Edward McRae, Guiado pela Lua. Xamanismo e uso ritual da ayahuasca no culto do Santo Daime, Brasiliense, San Paolo (Brasile) 1992. Sulla situazione tedesca: Carsten Balzer, "Santo Daime in Deutschland -- eine verbotene Frucht aus Brasilien", Zeitschrift für Religionswissenschaft 7 (1999), pp. 49-79.

Per l’Unione del Vegetale, tra le fonti primarie, si potrà partire dal libro-intervista all’attuale leader, opera di una nota presentatrice televisiva brasiliana che fa parte del movimento: Danielle Rodrigues, Misterios e Encantos da Oaska, Editora Sama, Campinas 1998. Altre fonti primarie: Wânia Milanez, Oaska, o Evangelho da Rosa, 3a ed., Editora Sama, Campinas 1998; Joaquim José de Andrade Neto, Um Conto de Tolstoi à Luz da Oaska, Editora Sama, Campinas 1999.

Sugli enteogeni cfr., fra i molti, Huston Smith, Cleansing the Doors of Perception. The Religious Significance of Entheogen Plants and Chemicals, Tarcher/Putnam, New York 2000.

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