CESNUR - center for studies on new religions

"Così Marx è finito in orbita"

di Tiziana Platzer ("La Stampa", 5 dicembre 2000)

No alle differenze spaziali di classe, sì al rispetto della «legge cosmica»: finalmente il pueblo unito ha trovato la sua galassia. E a difenderne la via verso stelle e pianeti dai crateri carichi di giustizia sociale si fa avanti l'ufologia marxista, in corteo con slogan e striscioni: «Contro il capitale ufologia radicale», e se non basta «Ufologi borghesi avete solo pochi mesi». I sogni degli «autonomi» in attesa di congiungersi con gli alieni guardano poi più distante: intanto «lo spazio è una cosa seria e reale», quindi «un luogo del tutto libero dove saranno possibili sesso a gravità zero (molto più piacevole di quello sulla Terra), rave parties (dove non arrivano gli sbirri), studi di registrazione in orbita e partite di calcio a tre porte».
E loro, gli adepti dell'Associazione Astronauti Autonomi e del Collettivo Mir, ovvero «Men in Red», ci credono e fanno sul serio. Sono due entità diverse fra gli integralisti dei dischi volanti, radicate soprattutto negli ambiti giovanili, dei centri sociali, e nell'attesa dell'Apocalisse l'AAA cerca il modo di costruirsi le astronavi fregando i capitalisti, così salverà i proletari in fuga dal pianeta. Chi, ieri sera, è capitato al convegno organizzato dal Cesnur al Centro Torino Incontra, dove è stata presentata la ricerca sui culti ufologici sparsi per l'Italia, certo qualche curiosità se l'è tolta. Prima nozione fondamentale le differenze fra ufologi e contattisti: «I primi sono gli studiosi scientifici dei dischi volanti, gli altri coloro che agli alieni si avvicinano in modo spirituale, religioso» spiega Massimo Introvigne, direttore dell'Istituto torinese attivo dall'88 e artefice di questo rapporto che in primavera farà parte dell'«Enciclopedia delle religioni» edita da Elledici.
E così, in una sala protesa verso scenari apocalittici e discese di nuovi messia, hanno fatto la loro apparizione i 100 mila contattisti sparsi per il mondo, di cui un migliaio adoranti in Italia, e i 5 culti nazionali predominanti, atei, cristianeggianti o orientaleggianti. E' la religione raeliana a raccogliere la metà degli ufo-fedeli italiani, di importazione dal Quebec dove è stata fondata da un giornalista francese dal nome di battaglia Rael, sicuro che gli umani siano un esperimento di laboratorio degli Elohim, gli «uomini venuti dal cielo». «Un movimento profondamente anticlericale e dal forte spirito anticattolico» dice Introvigne. Cosa aspetta un raeliano? «Fra i miei sogni - risponde Marco Franceschini, responsabile nazionale raeliano - aiutare Rael a costruire l'ambasciata per l'arrivo degli Elohim entro il 2035, vicino a Gerusalemme, terra che in questo momento avrebbe bisogno di una pace assolutamente terrestre. Comunque, nel '93 il governo israeliano ha creato una commissione per studiarci».
Che di per sé ha dell'incredibile come, per gli ufo-scettici, chi segue l'Associazione culturale «Giordano Bruno» e il suo santone Giorgio Bongiovanni, uno stigmatizzato in contatto con la Madonna di Fatima come con gli alieni. E quelli di «Novaconvivia» di Roma, Coop di Pistoia e «Unarius» a Milano di nascita e forte diffusione californiane. Quante persone pensano di vedere un Ufo? «La media italiana è di 200 ogni anno, solo a Torino 10» afferma Edoardo Russo del Cisu (Centro Italiano Studi Ufologici). Quanti sono meteore, stelle o aerei? «Il 90%, ma chi li avvista non ci tiene a sapere la verità».

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Revised last: 5-12-2000