CESNUR - center for studies on new religions

"Un invito al rispetto della dignità umana"

di Gino Concetti (L’Osservatore Romano, 31 ottobre 2001, p. 6)

Pubblicato il volume "Enciclopedia delle religioni in Italia"

La comunità cattolica in Italia ha assistito, nell’ultima parte del secondo millennio, a un fenomeno che per molti secoli le è stato estraneo: la presenza sul territorio di confessioni religiose aggiuntesi a quelle già inserite e registrate. La reazione, almeno fino ad ora, è stata di tolleranza, talvolta d’indifferenza. Non sono state infatti rilevate tensioni tra gruppi interetnici per motivi di religione. Se tale atteggiamento - sul piano civile - è da considerarsi positivo - la crescita in umanità è pure crescita e comprensione delle diversità - non altrettanto neutrale può essere la valutazione sul piano strettamente religioso. La riserva suppone una spiegazione. Se l’affermarsi di "nuove" confessioni religiose è dovuto al flusso migratorio, considerevole sul nostro territorio come lo è in altri Paesi occidentali, il fenomeno non suscita inquietudine. Gli immigrati accolti e operanti nel tessuto sociale s’inseriscono con il loro patrimonio non solo culturale ma anche religioso. Tuttavia, mentre gli Stati in genere, esigono che gli "accolti" osservino le leggi come tutti gli altri cittadini, per quanto concerne la professione religiosa lasciano piena libertà ai singoli soggetti.

Il fenomeno della molteplicità di "religioni" sul territorio obbedisce a questa "logica". Difficilmente gli immigrati - specialmente di alcune religioni - abbandonano la propria religione per abbracciare quella del popolo che li accoglie e li ospita o nel quale s’inseriscono. Lo Stato democratico e pluralista assume, in forza della dottrina dei diritti umani proclamati dall’Onu, una posizione di equidistanza nei confronti di tutte le confessioni religiose presenti sul proprio territorio. Il principio di parità e di uguaglianza induce gli Stati democratici a firmare intese, protocolli, con ciascuna confessione religiosa. Questo meccanismo pattizio, non rare volte, comporta il riconoscimento di benefici accordati a tutte le religioni ufficialmente registrate, incluso il diritto di costruire luoghi di culto, di proclamare le verità sostenute dalla religione e anche di far proseliti. Questo riconoscimento spiega perché in molte città, nelle periferie o nei quartieri, sono sorti templi di religioni diverse da quella cattolica. Il fenomeno è stato seguito con attenzione dagli esperti. I Vescovi ne hanno da subito preso coscienza non per frapporre ostacoli legali, sollecitando misure restrittive dalle autorità statali, ma per sensibilizzare i cattolici su due piani integrativi e complementari; per esortarli al rispetto, alla pace religiosa, all’accettazione dell’altro di diversa "fede", e poi per metterli in guardia da eventuali defezioni dalla fede cattolica per aderire a una delle nuove "religioni".

Gli appelli dei Vescovi però non tendono a impedire il flusso migratorio con risvolti religiosi o a regolarlo secondo criteri di omogeneità. Sul territorio, una volta quasi esclusivamente popolato da cattolici, sono oggi presenti uomini e donne che professano altre religioni. Quanti ne sono? Quale verità proclamano? Quali finalità perseguono?

La risposta a queste domande suppone un "laboratorio" d’indole religiosa che analizzi il fenomeno in tutte le sue componenti e tracci - almeno in forma sintetica - un profilo storico-dottrinale-culturale di ciascuna religione. Saperne solo il numero, quante sono le religioni, sarebbe solo una informazione "minima", che forse neppure a livello di curiosità appaga gli interessati. È sorta così l’iniziativa del Centro studi sulle nuove religioni, che ha realizzato un libro di tutto rispetto e quanto mai utile: Enciclopedia delle religioni in Italia, Leumann 2001, Editrice Elledici, pp. 1048, L. 120.000, Euro 61,97, a cura di Massimo Introvigne, PierLuigi Zoccatelli, Nelly Ippolito Macrina, Veronica Roldan. Introvigne è il più noto per aver prodotto altre opere sull’argomento, ma anche gli altri hanno titoli che giustificano la loro partecipazione all’opera collettiva, sia in ragione degli studi che della professionalità.

Il piano dell’opera è quello tipico di certe enciclopedie. L’esposizione del panorama religioso si apre con l’ebraismo, come era logico e storicamente corretto, almeno per l’universo cristiano. Due sono le trattazioni: la prima riguarda l’Unione delle comunità ebraiche italiane, la seconda il movimento classico e le sue derivazioni. La successiva sezione è dedicata alla Chiesa cattolica: centro, periferie e scismi. Le vicende storiche riguardano sia l’identità della Chiesa cattolica fedele a Cristo e al Vangelo, sia le espressioni scismatiche e secessionistiche. La terza sezione è invece dedicata alle Chiese ortodosse e antico-orientali, sia in comunione con la Chiesa madre sia quelle separate, sia, infine, quelle copta, eritrea, armena e assira dell’Est.

La parte del leone la fa il protestantesimo nelle sue molteplici espressioni. La sezione quinta descrive il primo protestantesimo, la sesta il secondo con chiese battiste e metodiste; la settima il movimento di restaurazione dei discepoli di Cristo; l’ottava il terzo protestantesimo, la nona il protestantesimo pentecostale in tutte le sue ramificazioni sul territorio nazionale. La decima si occupa di "parachiese", organizzazioni missionarie, opere sociali e diaconali, opere rivolte alla gioventù, istituti di formazione, attività missionaria tramite la distribuzione di materiale e stampa, informazione e media, opere professionali e di categoria. La sezione undecima descrive il protestantesimo radicale, la dodicesima il protestantesimo avventista, la tredicesima i Testimoni di Geova, la Chiesa del regno di Dio e la Chiesa cristiana millenarista. Le sezioni successive si occupano della corrente metafisica e di movimenti cristiani di guarigione, della corrente restaurazionista, di movimenti proftici e messianici di origine cristiana. La sezione diciassettesima espone l’Islam e i movimenti di matrice islamica: Islam sunnita, Islam sciita, il sufismo e altri movimenti di origine islamica. Nell’enciclopedia sono incluse altre denominazioni di rara conoscenza come l’eredità di Gurdjieff, i gruppi di origine zoroastriana. La sezione ventesima è dedicata all’indusimo e ai movimenti da esso derivati; la ventunesima riferisce sul buddhismo nelle sue diversificazioni storiche. Seguono le descrizioni dei movimenti di origine giainista, dei gruppi di origine sikh e radhasoami, delle religioni di origine cinese e dell’Estremo Oriente, delle nuove religioni giapponesi. Nelle ultime sezioni l’enciclopedia espone i tratti di neo-paganesimo, neo-stregoneria, neo-sciamanismo, della tradizione rosacrociana, per occuparsi poi degli ordini martinisti e dell’ermetismo kremmerziano, degli ordini neo-templari, dei gruppi teosofici e post-teosofici, delle fraternità universali, dei movimenti gnostici.

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