Le lettere ladenesi di Osama

L’epistolario. Pubblicate in Italia per la prima volta. Una ricerca del Cesnur propone una prima interpretazione

La tragedia dell’11 settembre e le sue conseguenze hanno riportato all’attenzione generale il problema della terminologia da usare quando si parla di islam, fondamentalismo e radicalismo. Il terrorismo di bin Laden è "islamico"? È "fondamentalista"? O si tratta di un comune criminale che abusa del nome dell’islam? Ancora, si legge spesso della volontà di dirigenti occidentali - dal presidente degli Stati Uniti fino a sindaci italiani - di dialogare con l’islam "moderato", chiudendo invece le porte a quello "fondamentalista". Quando si tratta di precisare i confini tuttavia, emergono spesso idee alquanto nebulose. Prima di qualunque esame del problema bin Laden, è quindi necessaria - per quanto faticosa - un’attenta disamina dei termini. Grazie al Centro Studi sulle Nuove Religioni www.cesnur.org, che dal 1988 analizza i fenomeni religiosi nel mondo, disponiamo di una prima ricerca per interpretare il fenomeno al-Qa’ida - la rete terroristica globale promossa e coordinata dal saudita e ideologicamente espressione del radicalismo islamista - alla luce di categorie socio-religiose più ampie: "Osama bin Laden. Apocalisse sull’Occidente" di Massimo Introvigne, direttore del CESNUR, Elledici, Leumann (Torino) 2001, Euro 6,50; un sistematico saggio scientificamente approfondito sul terrorista islamico. Benché non manchino instant books, i testi fino ad oggi pubblicati si limitano a una serie di aneddoti su bin Laden e non presentano le radici specificatamente religiose del suo progetto apocalittico. Il libro spiega come solo comprendendo da dove viene il terrorismo di al-Qa'ida si possa cercare d'immaginare verso quali obiettivi intende indirizzarsi. Lo studio, in 3 capitoli, presenta la nozione di fondamentalismo islamico e le sue relazioni con l'Islam in generale, con millenarismo e terrorismo; la biografia di bin Laden, il contesto afghano e la storia delle organizzazioni che a lui fanno riferimento; l'ideologia del "principe del terrore" quale emerge dai suoi scritti. Un'ampia appendice documentale comprende la traduzione annotata degli scritti principali di bin Laden - comprese le cosiddette "Epistole ladenesi" del 1996, il cuore del suo progetto terroristico, mai tradotte integralmente in italiano - il rapporto del governo inglese del 4 ottobre scorso, che costituisce un completo atto di accusa nei confronti del terrorista. Introvigne insiste sul fatto che "non tutti i musulmani sono fondamentalisti" - proponendo una mappa di chi nell’islam non lo è (i conservatori, i nazionalisti, i sufi moderati e i modernisti) - e che "non tutti i fondamentalisti sono terroristi": molti gruppi fondamentalisti sono ostili all’Occidente ma non amano neppure bin Laden. Nello stesso tempo, la ricerca insiste sul fatto che "i fondamentalisti sono musulmani" e sono componente non unica, ma importante ed estesa, dell’islam contemporaneo; e che "questi terroristi sono fondamentalisti", nel senso che traggono dalla storia e dalle dottrine del fondamentalismo idee che appaiono persuasive a migliaia di persone. "bin Laden nel mondo fondamentalista è minoritario, ma non isolato - sostiene Introvigne - è punto di riferimento per un’ala millenarista rivoluzionaria che considera imminente la lotta finale tra l’Anticristo (il Dajjal della tradizione) e il mahdi che guiderà i musulmani a sconfiggerlo, e intende partecipare attivamente a questa lotta, non limitarsi a fare da spettatrice". Le dottrine di al-Qa’ida si ricollegano a una tradizione, ancora una volta minoritaria ma antica e significativa nel mondo dell’islam radicale. Considerarle un semplice fenomeno criminale non aiuta a combatterle.