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Libertà religiosa, Spini: "Il periodo storico è quello giusto"

di Elisabetta Bottoni (il Velino. Agenzia nazionale quotidiana di politica interna ed estera, cronaca, cultura, economia e finanza, anno VI, n. 61, 27 marzo 2003)

Da un lato c'è il presidente della commissione Affari costituzionali Donato Bruno, che ha sollecitato il dibattito sul disegno di legge governativo riguardante la libertà di coscienza e di religione e ha auspicato che l'esame si chiuda entro il 3 aprile. Dall'altro, gli esponenti della Lega che chiedono tempo per analizzare il testo ancora una volta. In realtà, gli emendamenti presentati dal Carroccio sono indirizzati a stravolgere il progetto iniziale. "Se passassero gli emendamenti, sarebbe meglio non approvare la legge", commenta con il Velino il deputato diessino Valdo Spini, che è stato primo firmatario di una proposta parlamentare della stessa natura di quella del governo. Durante l'esame svolto dalla commissione, ieri, sono state respinte le richieste, proposte dai leghisti, di soppressione di alcuni articoli. Il dibattito si è acceso dopo il no all'emendamento avanzato dal deputato di Forza Italia Fabio Garagnani, che propone di precisare, all'articolo 1, che la libertà di coscienza e di religione sia riconosciuta "nella consapevolezza che la propria storia e identità sono largamente tributarie alla tradizione giudaico-cristiana come manifestatasi nel corso dei secoli". È un riconoscimento che porrebbe tutte le altre religioni in secondo piano, sostiene Spini: "Non è una precisazione attinente. Perché, a questo punto, si potrebbe scrivere, invece che giudaico-cristiana, tradizione romana o ellenica e così via".

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