CESNUR - center for studies on new religions

La rivincita di Dio

(Corriere di Como, 07 novembre 2003)

L’intervista all’esperto: “La fede incide sempre meno”

Prof. Introvigne, cosa pensa dell’ultimo libro del vescovo Maggiolini e del suo pessimismo nei confronti di questa società secolarizzata?

“Penso che abbia, per molti versi, ragione. Nel nostro libro Dio è tornato (Piemme) io e Rodney Stark distinguiamo fra secolarizzazione qualitativa e quantitativa. Dal punto di vista quantitativo, noi sosteniamo che la concorrenza fa bene al mercato, anche per la religione. Gli italiani che si dicono credenti sono l’89%; i praticanti settimanali dal 32% al 38%, quelli mensili oltre il 50%. Ma a questo dato quantitativo confortante non corrisponde un dato qualitativo parallelo, ed è qui che Maggiolini ha ragione: gli italiani continuano molto più degli altri europei occidentali ad andare in Chiesa, ma la religione ha un effetto sempre più scarso sulle loro scelte politiche, culturali e anche morali”.

Nel declino del Cattolicesimo quale ruolo ha giocato la politica?

“Correggerei: dal punto di vista numerico in Italia non c’è nessun declino del Cattolicesimo (il numero dei praticanti semmai è in leggera crescita), proprio perché, a differenza di quanto avviene per esempio in Francia, la politica degli ultimi decenni non si è mai mostrata ostile alla religione. Quanto al declino dell’influenza della religione – pure ancora praticata – sulle scelte culturali e morali, si tratta non tanto di influenza della politica, ma dei processi di differenziazione moderni, per cui la religione non è più il “sistema dei sistemi” che tutti li riassume e li giudica, ma un sistema tra gli altri (politica, cultura, moda, informazione e così via)”.

Lei dice che “la concorrenza fa bene alle religioni”; cosa pensa della sentenza dell’Aquila e di fenomeni come Adel Smith? Siamo di fronte a uno scontro di culture?

No, perché il movimento di Adel Smith ha esattamente tre membri (non scherzo) e non rappresenta in nessun modo i musulmani italiani. Questo premesso, la sentenza è aberrante. L’Italia riceve giustamente voti molto alti rispetto ad altri Paesi europei dalle organizzazioni internazionali, quando si tratta di valutare il suo grado di libertà religiosa. Ma solo un Paese che capisce e tutela i diritti delle maggioranze può garantire con serenità i diritti delle minoranze”.

Può farci una sintesi del fenomeno delle sètte oggi in Italia?

“Personalmente, seguendo la maggiorparte dei sociologi (non tutti), non uso la parola ‘sètta’. La ‘sètta’ è semplicemente una religione cui capita di non essere simpatica a chi usa questa etichetta. Preferisco parlare di minoranze religiose. In Italia sono molte (oltre seicento) ma nel loro insieme, come dicevo, rappresentano una piccola minoranza della popolazione. Se si escludono i quattrocentomila Testimoni di Geova, gli altri gruppi di solito etichettati come ‘sètte’ stanno tutti insieme molto al di sotto dell’uno per cento della popolazione. I tentativi di qualcuno di importare anche da noi la politica intollerante ‘anti-sètte’ mi sembrano destinati a naufragare, sia di fronte alla modesta entità del fenomeno, sia al forte radicamento, nel nostro ordinamento giuridico e presso la maggioranza delle forze politiche, dei valori di libertà religiosa”.

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Rodney Stark - Massimo Introvigne
Dio è tornato

Piemme, Casale Monferrato (AL) 2003

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