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L'accusa del sangue e il popolo eletto: così nasce un'infamia

di Armando Torno (Corriere della Sera, 21 agosto 2005)

Si sono formate intere biblioteche per confermare o per negare l’“omicidio rituale” perpretrato dagli ebrei. È l’“accusa del sangue”, secondo la quale il popolo eletto avrebbe necessità di “sangue cristiano” per i suoi rituali segreti. Alla bisogna sarebbero stati uccisi bambini, ma non erano disdegnati nemmeno gli adulti.

Sull’argomento non mancano numerosi libri anche in italiano che portano prove e argomenti per negare questa infame leggenda. Si va da un saggio di Furio Jesi, L’accusa del sangue. Mitologie dell’antisemitismo (edito da Morcelliana) a Ruggero Taradel, L’accusa del sangue: storia politica di un mito antisemita (Editori Riuniti). Ora esce un contributo di uno dei nostri più attenti e informati esperti dei fenomeni religiosi, Massimo Introvigne: Cattolici, antisemitismo e sangue. Il mito dell’omicidio rituale.

È l’ultimo saggio di questo studioso, che ha da tempo indagato i rapporti tra il sangue e il mito (non a caso è l’esperto di Dracula più accreditato nel nostro Paese) e mette a disposizione anche ai non specialisti una serie di fatti e documenti di notevole interesse. Egli parte da un avvenimento del 168 a.C., una specie di proto-versione poi confutata da Giuseppe Flavio, quando re Antioco IV invade e profana il tempio di Gerusalemme e vi trova un prigioniero greco. Riferisce Posidonio che ogni sette anni gli ebrei catturano un greco, lo ingrassano, lo uccidono, ne mangiano le viscere e giurano al suo popolo inimicizia eterna. La ricerca di Introvigne prosegue con il “delitto” di Inmestar, in Siria nel 415, quindi con quelli medievali (ce n’è anche uno a Trento nel 1475), poi si va nel ‘700 in Polonia, nell’‘800 a Damasco e in Ungheria, via via sino ad arrivare a Kiev nel 1911. È una rassegna dettagliata che “smonta” l’accusa di omicidio rituale, a volte alimentata dalle stesse gerarchie cristiane.

Ma è altresì vero che non pochi cattolici respinsero con fermezza questa leggenda. In appendice al libro, ad esempio, è data la dichiarazione di voto sull’omicidio rituale che il cardinal Lorenzo Ganganelli, poi papa Clemente XIV, preparò per il Sant’Uffizio. Il testo, approvato il 24 dicembre 1759, è una secca smentita dell’accusa e si apre con una massima latina che è sempre bene meditare: “Non solis accusatoribus credendum”, “Non si deve credere ai soli accusatori”.

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Massimo Introvigne
Cattolici, antisemitismo e sangue. Il mito dell'omicidio rituale. In appendice il voto del cardinale Lorenzo Ganganelli, O.F.M. (poi Papa Clemente XIV) approvato il 24 dicembre 1759
Sugarco, Milano 2004