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Teheran senza libertà

di Massimo Introvigne (L'Indipendente, 29 ottobre 2005)

La Repubblica islamica dell'Iran nega che sul suo territorio esistano violazioni della libertà religiosa ma c'è chi afferma di subire gravi discriminazioni: il movimento Bahá'í, che conta 5 milioni di membri nel mondo e ha una significativa presenza in Italia, dove è noto perché ne ha fatto parte Alessandro Bausani (1921-1989), iranista e islamista di fama internazionale. Il movimento nasce nell'attuale Iran come corrente sciita minoritaria caratterizzata da forti toni messianici con Mirza Alì Muhammad (1819-1850), un mercante dell'Iran meridionale che nel 1844 dichiara di essere il Bab, la "Porta" della conoscenza divina.

Accusato di eresia, è giustiziato a Tabriz nel 1850, ma il movimento continua, anzi si diffonde in tutto il mondo sotto la guida di Bahá'u'lláh (1817-1892), in cui i seguaci riconoscono la "manifestazione divina" preannunciata dal Bab. Gli stessi Bahá'í si considerano seguaci di una religione distinta da quella islamica che opera per la diffusione di virtù umane come l'amore, la saggezza, il coraggio, nonché per la rigenerazione spirituale e morale dell'umanità. E ritengono tutte le cosiddette "religioni universali" come rivelate dall'unico Dio e parte di un processo evolutivo, che va verso l'instaurazione della "Grande Pace. Dopo la rivoluzione del 1979 il governo confessionale sciita dell'Iran perseguita i Bahá'í, considerandoli musulmani apostati, cercando tra l'altro di escluderli dall'istruzione superiore, a meno che abiurino la loro fede e si dichiarino musulmani. Nel 2004, dopo anni di proteste delle organizzazioni internazionali per i diritti umani, agli studenti bahá'í è stato permesso di partecipare agli esami di ammissione alle università iraniane. Tuttavia ai circa 800 bahá'í che hanno passato l'esame è stata offerta l'iscrizione all'anno accademico 2004/2005 solo registrandosi come "musulmani". Hanno rifiutato, e le porte delle università per loro si sono nuovamente chiuse.

C'è una questione accademica di classificazione della fede Bahá'í: movimento "di origine islamica" o religione interamente autonoma e originale. Ma questo problema non dovrebbe avere niente a che fare con il diritto degli studenti Bahá'í di iscriversi alle università iraniane senza essere obbligati a dichiararsi "musulmani", un'etichetta in cui non si riconoscono.

Quanto alle autorità iraniane, non potranno essere prese sul serio quando affermano che i cittadini del loro Paese godono della libertà religiosa finché non si convinceranno che questa comporta anche il diritto all'eresia e allo scisma.