CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
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copertinaMassimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli (sotto la direzione di), Le religioni in Italia, Elledici - Velar, Leumann (Torino) - Gorle (Bergamo) 2006, pp. 1.152, euro 75,00

Avvertenza importante: come meglio precisato nella “Introduzione” all’enciclopedia Le religioni in Italia, la nozione di “realtà religiose e spirituali” adottata per definirne l’ambito si ispira alle più ampie definizioni o “descrizioni” correnti ed è perché queste descrizioni sono utili, non perché sono “vere” (o “false”) che le abbiamo adottate in questa enciclopedia, dove dunque trovano posto numerose realtà che non soltanto secondo la loro auto-definizione non sono religiose, ma non lo sono neppure secondo numerose definizioni di religione del tutto accettabili e forse necessarie in altri contesti (per esempio, in certi ambiti giuridici). Pertanto, l’inclusione in queste pagine di realtà che si considerano non religiose - da Nuova Acropoli alla Meditazione Trascendentale, da diverse branche del movimento radhasoami alla Società Teosofica - non significa né che questa loro auto-definizione non sia trattata, in questa sede, con il rispetto che merita, né che si intenda risolvere il problema “ultimo” della loro natura affermando che si tratta di realtà religiose. Utilizzare il semplice fatto dell’inclusione in questa enciclopedia in una sede giuridica per affermare che certe realtà che si definiscono non religiose sono in realtà religioni (o per confermare la natura religiosa di altre quando è contestata) non soltanto sarebbe sbagliato, ma non avrebbe senso. Il punto di partenza da cui l’enciclopedia muove è che tutti gli usi della controversa etichetta “religione” sono result-oriented, “orientati a un risultato”: e il risultato che qui si vuole ottenere è documentare la vasta area del “campo religioso”, quel complesso di credenze, aspirazioni, relazioni con il sacro, risposte alle “domande ultime” che, qualunque estensione gli si dia (e non mancano casi difficili né “zone grigie”) non coincide in ogni caso con gli usi della parola ‘religione’ orientati a risultati giuridici, che si tratti di concedere esenzioni fiscali o di decidere quali tecniche sono sufficientemente “non religiose” per potere essere insegnate in una scuola pubblica. Non spetta a un’enciclopedia risolvere questi problemi. Ultimamente - e più modestamente - si troveranno nell’enciclopedia informazioni su quelle realtà che chi si accosta a un’opera di questo genere si aspetta di vedere discusse (magari per concludere, soggettivamente, che non sono “religiose”). Casi a parte, veramente particolari, sono quello delle massonerie - certamente di per sé non “religioni”, ma che hanno un rapporto con la religione che non può essere ignorato - e di chi è “religiosamente irreligioso”, cioè dei liberi pensatori organizzati come tali (alcuni perfino dotati di una specifica ritualità): essi sono discussi infatti in appendici finali separate.

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