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Al Qaeda si trasferisce in Mauritania

di Massimo Introvigne (L'Indipendente, 22 marzo 2006)

Cacciata dall’Afghanistan e indebolita in Irak, al Qaeda si sta costruendo una nuova capitale in una zona remota della Mauritania, dove per ragioni logistiche e politiche sarà molto difficile per gli Stati Uniti intervenire militarmente. Si tratta della citta di Zouerate, a novecento chilometri dalla capitale mauritana Nouakchott, nel cuore di quello che è stato definito il Far West della Mauritania: una zona dal clima infernale (caldissimo di giorno, freddo di notte) che a causa della scoperta di importanti risorse minerarie si è improvvisamente popolata.

L’ordine pubblico ricorda davvero il West, con esercito e polizia che non si arrischiano neppure ad avventurarsi nella zona, affidandosi ai servizi di sicurezza delle società minerarie. Zouerate, grazie alle miniere, ha radunato trentottomila abitanti, in gran parte venuti da altri paesi africani in cerca di fortuna. Nel dicembre 2005 e nel gennaio 2006 sono arrivati a Zouerate qualche centinaio di nuovi stranieri, in buona parte arabi e stranamente benestanti. La notizia ha messo in allarme l’intelligence americana, che da mesi si aspetta un incremento delle attività di al Qaeda dirette alla destabilizzazione del Marocco.

A febbraio un altro cospicuo gruppo di strani immigranti è arrivato dalla città algerina di Tindouf, dove c’è la sede del “governo in esilio” della Repubblica democratica araba Saharawi, cioè del Fronte Polisario che da trent’anni chiede l’indipendenza del Sahara occidentale, colonia da cui la Spagna si è ritirata nel 1976, ma il cui territorio è occupato dal Marocco. L’Onu chiede da anni un referendum, e il governo in esilio di Tindouf è riconosciuto da 76 Stati africani e sudamericani e dall’Unione Africana, anche se non dall’Occidente.

Alle origini il Polisario è un movimento diretto da marxisti e finanziato dai sovietici. Ma dopo la caduta dell’Unione Sovietica la dirigenza del Polisario è accusata di corruzione, e il suo leader Mohamed Abdelaziz paragonato ad Arafat. Al suo posto nasce un’opposizione ultra-fondamentalista islamica, vicina al Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento (Gspc), la fazione del terrorismo algerino legata a Osama bin Laden molti dei cui militanti hanno trovato ospitalità a Tindouf mescolandosi alle milizie del Polisario. I circa 1500 militanti armati “emigrati” in febbraio a Zouerate sono esponenti del Gspc e dell’ala ultra-fondamentalista del Polisario. L’ipotesi che circola a Washington è quella di un’alleanza fra al Qaeda e chi nel Polisario punta a rovesciare Abdelaziz. Dal momento che l’annessione del Sahara Occidentale al Marocco non è riconosciuta dall’Onu, le cui risoluzioni vietano qualunque intervento straniero contro le forze separatiste, nascondersi sotto le bandiere e le divise del Polisario è una bellissima strategia per i terroristi. Quelli algerini la conoscono da tempo; ora l’ha scoperta anche al Qaeda.