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La risposta dell'Italia alle minacce di Al Qaida

di Massimo Introvigne (il Giornale, 3 ottobre 2006)

Gli arresti di terroristi algerini sospettati di appartenere al GSPC (Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento) scattati all'alba di lunedì a Milano sono stati presentati come un'operazione congiunta italo-elvetica ma hanno coinvolto i servizi di diversi paesi e costituiscono la risposta a una settimana in cui Al Qaida e il suo numero due Zawahiri, parlando della necessità di punire Papa Benedetto XVI, hanno moltiplicato i riferimenti all'Algeria.

Nel video diffuso la scorsa settimana Zawahiri, dopo avere promesso "misure " contro Benedetto XVI, ha concluso: "E ora una grande notizia. Lo shaykh Osama bin Laden, il leone dell'islam, mi ha chiesto di informare l'intero mondo islamico che il GSPC è ufficialmente entrato a far parte di Al Qaida con la benedizione e la grazia di Allah. Chiediamo ad Allah di aiutare i nostri fratelli del GSPC a colpire le fondamenta stessa dell'alleanza dei Crociati" (cioè Roma). L'annuncio - dove si minacciano anche i "traditori francesi" (un avvertimento mafioso a Chirac, che di recente si è mostrato un po' troppo anti-siriano)  - è curioso. Tutti gli esperti di cose algerine sanno che il distacco dal GSPC dal GIA (Gruppo Islamico Armato) algerino è avvenuto nello stesso anno 1999 su impulso di Osama bin Laden. La macelleria del GIA che massacrava chiunque non si ribellasse al governo militare algerino e distruggeva interi villaggi era troppo persino per Al Qaida, e il puritano Bin Laden non poteva tollerare che nei villaggi assaliti dal GIA le donne fossero regolarmente stuprate.

Insieme al video di Zawahiri è stata diffusa una dichiarazione del nuovo capo del GSPC - Abu Musab Abd al-Wadoud, emerso dalla lotta di successione ad Abu Ibrahim Mustafa, ucciso dalle forze algerine nel 2005 - dove si promette fedeltà a Osama Bin Laden e si elencano come teatri del "jihad globale" la Francia, l'Italia, i villaggi turistici in Egitto e nel Sinai, e il Marocco. Quello che colpisce nella dichiarazione di al-Wadoud è la mancata promessa di continuare la lotta in Algeria, dove dalle decine di migliaia di morti all"anno degli anni 1990 si è scesi a una media di due-tre alla settimana. In effetti, in Algeria il terrorismo è moribondo: la vittoria dei militari è avvenuta tramite una repressione durissima e impopolare, una cambiale che sarà pagata quando alle elezioni sarà consentito di partecipare ai partiti fondamentalisti (che vinceranno), ma intanto GIA e GSPC sono ridotti ai minimi storici. Soprattutto, la grande maggioranza dei terroristi algerini non è più reclutata in Algeria ma nell"emigrazione in Italia e in Francia, e ha grosse difficoltà a rientrare nel suo paese. Di qui la decisione di annunciare ufficialmente una non nuova affiliazione ad Al Qaida, per integrare questi terroristi in quelli che Zawahiri chiama nel video "gli Stati Uniti del jihad", e obbligare anche chi in Al Qaida per beghe inter-etniche non ama gli algerini (tunisini e marocchini anzitutto) a dare loro assistenza. Privi di sbocco in Algeria, i feroci terroristi del GSPC sono invitati a colpire in Italia, dove c'è il Papa, nei villaggi turistici tipo Sharm el Sheikh frequentati da italiani, e in Francia dove si avvicina un turno elettorale dove rischia di vincere il filo-americano Sarkozy.

Una prima cellula è stata identificata e neutralizzata. Speriamo che le "toghe verdi" della Procura di Milano stavolta non si affrettino a liberarla. La minaccia sul Papa, l'talia e gli italiani va presa assolutamente sul serio.