CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
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La religione degli italiani

(Diritti Globali, www.dirittiglobali.it, 8 gennaio 2007)

L'1,92% ha un'identità religiosa diversa da quella cattolica. I dati de ''Le religioni in Italia”, pubblicato da Elledici-Velar. Sale il numero di cristiani praticanti. Dopo la Chiesa cattolica, la maggiore realtà organizzata in modo unitario è quella dei Testimoni di Geova (400mila)

Giovanni Paolo II nell’enciclica Fides et ratio del 1998 (n.91) rilevava questo nostro tempo come l’epoca della “postmodernità”.

Un’epoca in cui l’emergere di un insieme di fattori nuovi, hanno decretato cambiamenti significativi e durevoli anche nella sfera relativa al settore della religiosità. Difficile oggi capire quanti sono i fedeli cattolici, quali associazioni rappresentano i musulmani, quali gruppi praticano l’occultismo, quanti sono veramente i satanisti italiani, come orientarsi nelle comunità delle chiese protestanti o nella galassia delle organizzazioni buddiste, induiste ecc…

A dare una risposta a questa molteplicità religiosa è il testo pubblicato dalla casa editrice Elledici-Velar “Le religioni in Italia” curato da Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli.

L’iniziativa è promossa grazie al Cesnur, il Centro studi sulle nuove religioni, che dal 1988 lavora alla costituzione di una mappa delle religioni e delle “vie spirituali” non religiose in Italia. Partendo dalle basi della Enciclopedia delle religioni in Italia (Elledici, 2001) il rapporto (frutto della quotidiana opera di monitoraggio del Cesnur) non vuole essere un mero aggiornamento ma rappresentare uno strumento con materiale nuovo e diversamente sistemato. Le informazioni contenute sono suddivise non per ordine alfabetico ma per famiglie e gruppi spirituali; oltre alle introduzioni storiche e ai dati statistici vengono proposti indirizzi, numeri di telefono e siti internet di oltre 600 realtà religiose divise in 40 categorie.

In Italia il numero dei cristiani praticanti dalla fine degli anni 1980 ad oggi mostra quasi ogni anno, un lieve incremento quantitativo – si evince dalle pagine introduttive del rapporto -. Se si confrontano i dati del 1981, 1990 e 1999 raccolti in una Indagine Europea sui Valori (EVS), il numero di frequentatori regolari (settimanali o plurisettimanali) di funzioni religiose sale dal 35 al 37% e infine al 40%. Dopo l’11 settembre 2001 sono molti i credenti e non che riscoprono l’eredità cristiana, il ritorno al sacro va però ricercato al di fuori delle grandi religioni e delle Chiese cattoliche.

Esiste un’area rappresentata dalle religioni diverse dalla cattolica, le cosiddette minoranze religiose, che rappresentano in Italia l’1,92% della popolazione (58.462.375 cittadini secondo gli ultimi dati Istat). In altre parole, 1.124.300 cittadini italiani.

Nello specifico 400 mila sono i testimoni di Geova che rappresentano la maggiore realtà organizzata in modo unitario presente nel nostro paese dopo la stessa Chiesa cattolica; 363 mila sono i protestanti distribuiti in protestanti “storici”, Movimento di Restaurazione, Fratelli e derivati, Chiese libere (non pentecostali) holiness, Pentecostali (sono 250 mila), Avventisti e altri; 100 mila persone si riconoscono nei Movimenti del potenziale umano ossia partecipano alle attività relative a quest’area (molti fra questi sono i frequentatori della Chiesa di Scientology); 93 mila sono i buddhisti; 20 mila gli appartenenti all’area dei Movimenti organizzati come New Age e Next Age; 20 mila i cattolici di “frangia” e dissidenti ossia i membri di quei movimenti non in piena comunione con la Chiesa cattolica o in situazione marginale, 20 mila gli ortodossi; 29 mila gli ebrei, 24 mila cittadini si riconoscono ad altri gruppi di origine cristiana; 10 mila sono musulmani (i musulmani "etnici" che hanno acquisito la cittadinanza non sono molti la stima è comunque soggetta a rapide variazioni future nel caso di più rapido accesso alla cittadinanza di musulmani immigrati); 3 mila i Bahà’ì e altri gruppi di matrice islamica; 15 mila gli induisti e i neo-induisti; 4 mila sono i gruppi Osho e derivati; 1500 Sikh, radhasoami; 800 i cittadini che fanno parte di gruppi di origine orientale; 2500 delle nuove religioni giapponesi; 13.500 gli italiani dell’area esoterica e della “antica sapienza” sigla che sta ad indicare realtà diverse nel mondo delle tradizioni arcaiche, dell’esoterismo e talora dell’occultismo, inclusi in quest’area 1000 aderenti ai movimenti dei dischi volanti; 1000 allo spiritismo organizzato, 1000 alle Chiese e movimenti gnostici e 200 al satanismo.

Gli autori sottolineano quanto incerte siano invece le statistiche relative alle minoranze religiose presenti nel territorio se si considerano gli immigrati non cittadini e non solo i cittadini italiani. Emerge in ogni caso, accanto all’avanzata dei cristiano ortodossi, una centralità dell’Islam come seconda religione presente sul territorio italiano. Si tratta, secondo una stima Cesnur ad inizio 2006, di 850mila musulmani. Il dato rappresenta una congettura, che tiene conto della presenza di immigrati stranieri, clandestini e non. Difficile, tra l’altro, possedere il dato certo sull’immigrazione clandestina. Il punto di riferimento restano le stime del Dossier sull’immigrazione Caritas/Migrantes (nel 2005, su 2milioni e 786mila immigrati regolari in Italia, i musulmani sono il 33%, vale a dire 919mila) , ma in questo caso le cifre sulla religione sono fondate sull’ipotesi di partenza che gli stranieri presenti in Italia abbiano la stessa ripartizione religiosa dei Paesi di origine e si portino quindi dietro il retaggio religioso o le credenze del posto di provenienza, mentre il Cesnur per conteggiare e monitorare le principali minoranze religiose di immigrati in Italia parte da altri presupposti e criteri. Ad esempio, considera chi è in “contatto”, chi pratica con periodicità una forma organizzata di religione diversa da quella cattolica, chi, come per i musulmani, pratica preghiera e digiuno ecc...

La pubblicazione è un vero e proprio “atlante”, 1152 pagine utili per orientarsi nel vasto mondo del pluralismo religioso in un contesto come quello attuale sempre in continua evoluzione del quadro religioso e delle vie spirituali che benché non religiose rientrano comunque in una fenomenologia dell’accostamento al sacro.

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