CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
www.cesnur.org

L'enciclopedia del Cesnur per lo studio delle religioni

di Maurizio Dossena (La Cronaca di Piacenza, 5 febbraio 2007)

In un contesto di forte attualità, quale l’attuale, della problematica religiosa – in positivo o in negativo, comunque, se non in chiave di pratica personale, certo come fattore di carattere socio-culturale –, si attesta indubbiamente come opera bibliografica e sussidio scientifico di primo livello, per aspetti qualitativi e quantitativi, l’enciclopedia “Le religioni in Italia” di Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli, rispettivamente direttore e vicedirettore del CESNUR di Torino, il Centro Studi sulle Nuove Religioni.

La documentatissima testimonianza di Introvigne – da diversi anni anche militante di Alleanza Cattolica – è già per lo più nota non solo ai lettori del settore, una categoria inevitabilmente di nicchia, ma anche al ben più numeroso pubblico televisivo, che conosce ormai Introvigne sia quale opinionista (un termine però un po’ stretto per uno studioso di tal calibro), sia come esperto, in programmi dedicati – a 360° – agli aspetti socio-culturali del fenomeno religioso.

L’enciclopedia a cui facciamo qui riferimento consta di 1.150 pagine di attenta documentazione informativa su religioni, chiese, sette, nuove religioni, movimenti religiosi, dei quali vengono fornite dagli autori tutte le fonti storiche e attuali, descrittive e di sussidio biblico-sitografico sulle suddette realtà e sui fenomeni di contingenza socio-culturale che vi afferiscono, dimostrandosi senza dubbio una delle opere di tal genere di più alto valore scientifico e divulgativo (ben s’intenda in che accezione usiamo il termine “divulgativo”) nel settore.

A livello introduttivo dell’enciclopedia del CESNUR vengono anticipatamente chiariti significati e limiti delle diverse categorie elencative dei fenomeni oggetto di studio, ben precisando – cosa tutt’altro che garantita quando libri e giornali parlano di tali argomenti – in quali casi si debba parlare di chiese oppure no, a quali fenomeni si attagli – magari prescindendo da forzati riferimenti di carattere cronologico – l’etichetta di “nuove religioni” o piuttosto di movimenti; soprattutto quali siano le condizioni per evitare (il che succede non infrequentemente) l’abuso del termine “setta”. Rigorosa rimane pertanto la modalità elencativa e descrittiva di Introvigne e Zoccatelli nel catalogare e illustrare quanto, al riguardo, interessa – dalla chiesa cattolica fino alla più circoscritta realtà di riferimento religioso – il territorio e il contesto sociale italiano al presente, per il quale apprendiamo che le minoranze religiose fra i cittadini italiani vedono al primo posto i Testimoni di Geova con 400.000, seguono i Protestanti con 363.000, i Movimenti del potenziale umano, con 100.000, i Buddisti, con 93.000, 29.000 sono gli Ebrei, 20.000 i Cattolici “di frangia” e dissidenti, altrettanti gli Ortodossi e così pure coloro che si riferiscono ai Movimenti organizzati New Age e Next Age e via via gli altri, per un totale di 1.124.300 di cittadini italiani, che salgono a 2.663.000, se si aggiungono gli immigrati non cittadini: per i cittadini italiani, dunque, ben più di quell’uno per cento a cui spesso si fa riferimento, bensì quasi il doppio.

Gli autori informano, in esordio, circa le modalità metodologiche utilizzate per dare a tali numeri la più fondata e credibile consistenza statistica e demografica, precisando, per ciascuna comunità religiosa, il criterio di approccio che rende fondato il dato numerico e i suoi riferimenti: ad esempio, che cosa debba intendersi effettivamente per cattolici “di frangia” o dissidenti, non in piena comunione con la Chiesa cattolica o in situazione oggettivamente marginale, oppure che gli Ortodossi in Italia sono 400.000, ma solo in minoranza italiani, e poi tutte le non facili precisazioni sulle tipologie dei Protestanti, e così via.

In particolare, la puntualizzazione – necessaria in un’opera di sussidio scientifico per gli aspetti socio-culturali del fenomeno religioso – riguardante la lettura più credibile del dato relativo alla misurabilità dell’impegno religioso in una “chiesa” piuttosto che in un’altra: il credo, l’appartenenza, la pratica religiosa effettiva, la diffusività, tutti elementi di non facile rilevazione e di ancor meno facile catalogazione.

Sottesa all’intero studio di questi fenomeni è l’analisi più concreta dell’effettiva fondatezza dell’impressione comunemente diffusa circa un calo reale della religiosità in Italia come altrove, quando invece – per lo meno intendendo studiare gli aspetti demografici e psicodinamici del fenomeno religioso e delle relative dichiarazioni effettuate, a statistica, da parte dei nostri connazionali (lo stesso dicasi per molte altre parti del mondo ove non ce l’aspetteremmo) – risulta che il riferimento alla religione è, semmai, in aumento, ove questo dato non venga confuso con l’effettiva secolarizzazione in atto, per effetto delle caratteristiche stesse della società moderna e post-moderna.

Per questo e per tutti gli altri aspetti di solidità dei contenuti dell’enciclopedia di Introvigne e Zoccatelli, tale sussidio bibliografico è certamente consigliabile a corredo di una congrua documentazione di carattere scolastico, accademico, giornalistico ed ecclesiale; certo, una consultazione indispensabile per lo studioso di fenomeni civili e sociali e per chi voglia affrontare in modo colto e motivato un percorso politico-sociale serio e alimentare concretamente il dibattito culturale, esigenza quanto mai irrinunciabile a fronte del dilagare di tanto opinionismo vacuo e persino di grossi errori interpretativi della realtà.

Pagina principale Le religioni in Italia