CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
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Il supermarket delle religioni

di Stefano Priarone (Il Secolo XIX, 5 aprile 2007)

Matrimonio in chiesa.

La signora inizia a leggere un brano della lettera di San Paolo agli Efesini.

“Le mogli… siano…. sottomesse…. ai mariti”

È visibilmente disgustata mentre legge, sembra che non conosca il (famosissimo) brano e detesta profondamente queste parole: anche la sposa (che pure si suppone abbia fatto un corso di preparazione al matrimonio) è inorridita e scuote platealmente il capo: no, no, no, non lo farò mai, sembra dire.

Ecco un esempio (per la cronaca, il matrimonio è durato meno di un mese) di quello che è chiamato believing without belonging.

Gente che magari si sposa in chiesa, che si dichiara credente, ma che in realtà non appartiene a una confessione ben precisa.

È questa la religione dominante in Italia, secondo Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli, rispettivamente direttore e vicedirettore del CESNUR di Torino, il Centro Studi sulle Nuove Religioni, che hanno curato Le religioni in Italia, volume di 1150 pagine pubblicato da Elledici-Velar. Il libro (al quale hanno collaborato anche Raffaella Di Marzio, Andrea Menegotto, Nelly Ippolito Macrina e Veronica Roldan) non è solo una nuova edizione dell’Enciclopedia delle religioni in Italia uscita nel 2001 (sempre curata dal CESNUR), ma una riorganizzazione della stessa, con molto materiale nuovo e una prospettiva diversa.

Grande è la documentazione su religioni, chiese, nuovi movimenti religiosi, dei quali vengono fornite dagli autori tutte le informazioni storico-culturali. L’opera sfata definitivamente l’idea della secolarizzazione: ormai da tempo si parla di “rivincita di Dio”. Solo il 6% si dichiara ateo in Italia, si sale al 10-11% contando anche gli agnostici i cattolici praticanti (circa la metà di chi si dichiara tale) sono quasi il 40% e circa il 2% gli appartenenti ad altre religioni.

I gruppi emergenti sono i Testimoni di Geova, grazie al proselitismo fra gli immigrati, e, sempre per l’immigrazione, l’ortodossia orientale e l’Islam (anche se rimane piuttosto basso il numero degli italiani convertiti all’Islam, molti musulmani italiani sono figli di immigrati o immigrati che acquistano la cittadinanza). Discreto successo stanno avendo anche i gruppi buddhisti.

Come si vede, la “religione di maggioranza relativa” (con il quasi il 50% degli “adepti”) è il già citato believing without belonging e inoltre, come scritto dallo stesso Introvigne in “Dio è tornato!” (Piemme), saggio realizzato assieme al sociologo Rodney Stark, la concorrenza fra religioni diverse fa bene alla religione, rende un popolo più religioso. È il caso ad esempio dell’America, con le varie chiese in competizione. Ma anche dell’Italia, dove se, sono pochi i non cattolici, la forza del cattolicesimo è data anche dalla sua differenziazione. Non c’è un solo cattolicesimo: andare a messa alla Madonna della Guardia, piuttosto che in parrocchia fra schitarrate varie o nella Chiesa di San Carlo in Via Balbi dove si celebra con il vecchio rito in latino assolve sempre l’obbligo domenicale, ma non è la stessa cosa, ci sono preti più innovativi e altri maggiormente legati alla tradizione.

Il pensionato Cardinal Martini è a volte visto da media come una sorta di antipapa, visto che sembra spesso in disaccordo con Benedetto XVI.

Ci sono però anche dei “veri” antipapi, in genere sorti in opposizione ai mutamenti della chiesa postconciliare. Uno di essi è Pietro II (Manuel Alonso Corral), successore dell’altro antipapa Gregorio XVII (Clemente Dominguez y Gòmez) della spagnola Chiesa Cattolica, Apostolica e Palmariana, diffusa anche in Italia. Curiosamente, Gregorio XVII è morto poco prima di Giovanni Paolo II e Pietro II e Benedetto XVI sono diventati pontefici nello stesso periodo.

Come si vede, il fascino de “Le religioni in Italia” è duplice: è sì un accurato saggio scientifico, scritto con grande obiettività, ma è anche un campionario di fedi e culture diverse, spesso davvero curiose. 

Se per lo scrittore argentino Jorge Luis Borges la teologia era un ramo della letteratura fantastica, ci sono gruppi religiosi come i Raeliani, o quali pensano che il nome biblico Elohim non si riferisca a Dio, ma a una razza di alieni che avrebbero creato l’umanità con l’ingegneria genetica, o come vari altri culti dei dischi volanti, la cui fede ha suggestioni fantascientifiche.

Leggendo il volume ci si fa anche le idee più chiare sui vari satanismi dei quali troppo spesso si sproloquia.

"Il satanismo giovanile” scrivono gli autori, “è composto da gruppuscoli (molto raramente con la presenza di qualche adulto), privi di una continuità organizzativa e rituale e di contatti con i gruppi del satanismo organizzato, che mettono in scena rituali satanici selvaggi o caserecci sotto l’influsso di film, trasmissioni televisive, fumetti e di una certa subcultura musicale.”

Si conferma comunque il ruolo di superstar di Gesù Cristo: non solo è (ovviamente) presente in tutte le Chiese cristiane ma ha un ruolo importante, seppur visto solo come profeta, nell’Islam, molti spiritisti affermano di essere in contatto con lui, e c’è chi come Giorgio Bongiovanni ha operato una sintesi fra i culti dei dischi volanti e il cattolicesimo eterodosso.

Del resto, è spesso molto forte il rapporto fra fiction e religione. L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology era uno scrittore di fantascienza, dalla prima parte del suo romanzo “Battaglia per la terra” è stato tratto un (peraltro orribile, non avrà portato nuovi adepti) film interpretato da John Travolta, uno dei tanti attori hollywoodiani fedeli a Scientology. E leggendo il volume si può capire qualcosa di questa controversa (ma poco conosciuta) religione, come la dottrina (invero alquanto cervellotica) del “thetan”, lo spirito puro, che esiste sin dall’origine, crea vari mondi, finendo per dimenticarsi di averli creati.

La serie televisiva “Streghe”, durata per ben otto stagioni, ha portato alla ribalta il fenomeno neopagano della Wicca. Secondo l’antropologa Margaret Murray, le streghe processate durante il Rinascimento non adoravano il diavolo, ma erano discepole di una antica religione precristiana. Wicca è un termine arcaico anglossassone per stregone (maschile di “wicce”, strega, “witch” nell’inglese attuale).

Le teorie della Murray sono state smentite da molti studiosi, ma hanno influenzato Gerald Brosseau Gardner, considerato dai più il fondatore della Wicca.

Non a caso la sua opera più importante è il “Libro della Ombre”, che si chiama come il testo consultato dalle streghe della serie televisiva.

Il mondo neopagano della stregoneria moderna è vario e sfaccettato, anche se non tutte le streghe sono attraenti come quelle della TV.

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