CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
www.cesnur.org

Esalen: splendore e miseria del potenziale umano

di Massimo Introvigne
(Articolo comparso, con lievi modifiche e con il titolo “Tutti a Esalen la Betlemme degli sballati”, su il Domenicale. Settimanale di cultura, anno 6, numero 24, 16 giugno 2007, pp. 4-5)

La storia della nuova religiosità contemporanea e quella dello studio scientifico delle religioni e dell’esoterismo non si possono neppure cominciare a scrivere senza prendere in esame la vicenda di Esalen a Big Sur, in California, dal 1962 insieme comunità e centro che offre ogni anno centinaia di seminari a pagamento, oltre a organizzare quattro simposi a invito riservati agli studiosi. Esalen è arrivata a minacciare cause legali contro chi la definisce un centro New Age, ritenendo quest’ultimo fenomeno una versione commerciale e di massa della sua spiritualità raffinata ed elitaria. Tuttavia, il New Age non avrebbe avuto lo sviluppo e le caratteristiche che conosciamo senza Esalen, e se del centro californiano qualche volta si parla poco è perché le sue caratteristiche elitarie sconfinano talora in un certo snobismo della riservatezza se non in un vero e proprio segreto sulla natura e gli scopi ultimi dell’organizzazione. Quando si parla di “movimento del potenziale umano” il pensiero corre normalmente a Scientology, che di questa corrente è l’incarnazione più conosciuta e di maggior successo, anche se più controversa. Eppure l’espressione “potenziale umano” è stata coniata da Aldous Huxley (1894-1963) e George Leonard (1923-) a Esalen, dove di Scientology non si vuole neppure sentir parlare. Molti dei segreti dell’elusivo centro californiano sono ora svelati da uno dei suoi attuali animatori, l’indologo della Rice University Jeffrey J. Kripal, nel monumentale Esalen. America and the Religion of No Religion (The University of Chicago Press, Chicago - Londra 2007), una lettura obbligatoria per chiunque s’interessi di nuove tendenze religiose. Il libro di Kripal è evidentemente di parte, anche se non nasconde i problemi e le ambiguità che hanno caratterizzato la complessa storia di Esalen.

Esalen (che prende il suo nome da una locale e semi-estinta tribù indiana, più comunemente chiamata Esselen) è anzitutto un luogo: una magnifica tenuta di proprietà della famiglia Murphy sulle scogliere della California a poco meno di duecento chilometri da San Francisco. Nella tenuta sgorgano acque termali che danno origine a saune, frequentate negli anni 1950 da letterati riuniti intorno al teorico della libertà sessuale Henry Miller (1891-1980) e da omosessuali, alcuni dei quali aggressivi e perfino legati alla subcultura della criminalità organizzata. Nel 1960 una delle case all’interno della tenuta è affittata a una giovanissima Joan Baez (1941-), allora ai suoi primi dischi come cantante di musica folk, che parteciperà nel 1962 alla fondazione dell’attuale centro. Questa si deve principalmente a Michael Murphy (1930-), nipote del proprietario della tenuta e allievo all’Università di Stanford di uno dei fondatori della moderna scienza dello studio comparato delle religioni, Frederic Spiegelberg (1897-1994), un aristocratico tedesco anti-nazista che si era rifugiato in California. Il sottotitolo del libro di Kripal su Esalen, che fa riferimento a una “religione della non religione”, deriva dall’opera principale di Spiegelberg, appunto The Religion of No Religion, pubblicata nel 1948. Spiegelberg – che collaborerà con Esalen fino alla morte – è alle origini dei successi ma anche degli equivoci del centro californiano. Per lo studioso tedesco, infatti, lo studio comparato delle religioni non è semplicemente una disciplina scientifica che rinuncia a giudizi di valore, ma ha lo scopo di mostrare come tutte le religioni istituzionali (soprattutto quelle monoteistiche, ma anche il buddhismo e l’induismo quando se ne cercano formulazioni troppo precise) distorcono una religiosità naturale di tipo non tanto panteista quanto panenteista (in quanto Dio non solo si rivela ma è in tutte le cose, dalla natura al corpo umano). Lo studio comparato permette di risalire dal nonsense delle religioni istituzionali, che sono ormai non solo inutili ma dannose, a questa religiosità originaria che tuttavia non può essere definita in modo troppo preciso (diventerebbe una nuova religione istituzionale) ma deve rimanere una “religione della non religione”. Di qui il contrasto fra la scuola di Spiegelberg e il tradizionalismo di René Guénon (1886-1951), accusato precisamente di aver voluto ricostruire il fondo comune di tutte le religioni in modo preciso, facendone così una sorta di nuova religione, un rischio cui secondo Spiegelberg (ed Esalen) sfuggirebbe invece Aldous Huxley, pure talora accomunato a Guénon attraverso l’uso della stessa etichetta “perennialismo”. Non si deve però dimenticare il contrasto ancora più forte fra Spiegelberg e quella maggioranza di studiosi accademici della religione secondo cui lo studio accademico dei fenomeni religiosi non mira affatto a ritrovare un loro fondo comune, e a costruire una “religione della non religione” attaccando le religioni istituzionali, ma – se vuole rimanere scientifico – deve limitarsi a descrivere e spiegare, evitando i giudizi di valore.

L’altro elemento decisivo della formazione di Michael Murphy sono i diciotto mesi trascorsi in India presso l’ashram di Sri Aurobindo (1872-1950), il guru cui Murphy presenta anche Spiegelberg e che combina un tantrismo tradizionale con l’evoluzionismo biologico e filosofico occidentale, promettendo all’umanità un’evoluzione in cui i poteri straordinari dei santi indiani diventeranno patrimonio comune, un’idea non troppo lontana dalla nozione di “potenziale umano” nascosto ma destinato a esplodere elaborata in quegli anni negli Stati Uniti da Huxley (e – piaccia o no a Kripal – anche da Scientology). Kripal ha probabilmente ragione quando tra le disparate attività di Esalen trova un filo comune (appunto una “religione della non religione”) che affonda le radici nel tantrismo, riletto però alla luce dell’evoluzionismo (una rilettura che era già iniziata in India con Aurobindo)  e della “sinistra freudiana” di Wilhelm Reich (1897-1957), il teorico della rivoluzione sessuale la cui influenza “a Esalen è ovunque”. Alle tecniche di meditazione, di yoga e di magia sessuale tipiche del tantrismo, come strumento per raggiungere l’illuminazione, si aggiungono poi le droghe naturali e sintetiche (in primo luogo l’LSD) sperimentate da Huxley e divenute elemento fondamentale di esperienza e di terapia a Esalen con l’arrivo dello psicologo di Praga Stanislav Grof (1931-), che vive per tredici anni nella comunità californiana.

Il tantrismo prevede però (senza riferimenti politici) una “via destra”, che si concentra sulla meditazione e mette in guardia dall’eccessiva sperimentazione sessuale, e una “via sinistra” che utilizza il sesso, le sostanze psicoattive e altre forme di trasgressione come strada maestra verso l’illuminazione. Murphy, come il suo maestro Aurobindo, rappresenta la “destra” del tantrismo, e l’illuminazione mediante il corpo per lui avviene principalmente attraverso lo sport, come illustrato nel suo best seller del 1972 Golf in the Kingdom, un romanzo dove l’esperienza iniziatica è trasmessa attraverso il gioco del golf. Il co-fondatore di Esalen, Richard Price (1930-1985), rappresenta invece la “via sinistra”. Si tratta di un altro allievo di Spiegelberg segnato dal buddismo esoterico e soprattutto da una tragica serie di internamenti negli ospedali psichiatrici degli anni 1950, cui era affidato dalla ricchissima famiglia che non ne capiva gli slanci mistici e che usavano abbondantemente docce gelate ed elettroshock.

L’incontro fra Murphy e Price porta alla fondazione di Esalen, che ha un antefatto in quello che per la comunità è diventato un mito di fondazione. Nella “notte dei doberman” dell’ottobre 1961 Murphy, Price e Joan Baez marciano sulle terme difese con la forza dagli omosessuali violenti che le avevano occupate contro le ingiunzioni di sfratto del legittimo proprietario (Murphy), scatenano i loro cani contro i gay e li mandano via per sempre. L’episodio nella mitologia di Esalen trascende la cronaca, perché nella scuola di Spiegelberg le religioni tradizionali – dove Dio è rappresentato come maschio e una gerarchia maschile di preti, rabbini o imam dirige il contatto con il divino – sono tutte “omoerotiche” senza saperlo, e l’omosessuale aggressivo e intollerante simboleggia il “religionismo” istituzionale. Questa visione lascia spazio, beninteso, a un tipo di omosessuale libertario e buonista – ce ne saranno a Esalen fin dalle origini – e tuttavia è alle origini di una curiosa ambiguità del centro nei confronti dell’omosessualità, soprattutto nei primi anni in odore di “religionismo”, cioè di una tendenza a ricadere nelle trappole delle religioni tradizionali.

Comunque sia, la “notte dei doberman” apre la strada perché Murphy e Price si riapproprino di Esalen e possano aprire nel 1962 i primi di quelli che diventeranno centinaia e poi migliaia di seminari. Certamente, non tutti coloro che si rivolgono al pubblico in un seminario di Esalen ne condividono la visione. Tuttavia – o almeno è questa la tesi centrale del libro di Kripal – c’è una visione di fondo cui si cerca di non venire mai meno. Esalen ospita un gran numero di spiritualità alternative – vi passano tra l’altro numerosi seguaci del tantrista indiano Muktananda (1908-1982) e di Bhagwan Shree Rajneesh, più tardi noto con il nome di Osho (1931-1990), senza contare gli interessi per gli spiriti, gli UFO, gli angeli, lo sciamanismo, le danze sacre – e un assortimento ancora più ampio di nuove psicoterapie, di molte delle quali diventa la casa negli Stati Uniti: dalla psicologia umanistica di Abraham Maslow (1908-1970) alla terapia Gestalt di Fritz Perls (1893-1970), dal Rolfing di Ida Rolf (1896-1979) a Somatics dell’ex-gesuita Don Hanlon Johnson (1934-), uno dei tanti ad avere sostituito gli psichedelici alla fede cattolica, e al Leonard Energy Training (una combinazione di terapia e aikido) di Gorge Leonard (1923-), talora definito il terzo fondatore di Esalen e più tardi alle origini con Murphy della Integral Transformative Practice. Ma il motto di Esalen è che nel centro si gioca in modo che “nessuno catturi la bandiera”, cioè nessuna scuola prevalga sulle altre e nessun dogmatismo metta in pericolo la visione originaria della “religione della non religione”.

Lo schema del tantrismo trasformato dalla psicoterapia (e dall’LSD) non manca di generare tensioni fra la “destra” di Murphy, che preferirebbe un clima più tranquillo, e la “sinistra” di Price che trasforma negli anni 1960 e 1970 Esalen in una famosa – ma per altri famigerata – Mecca dell’amore libero e delle droghe, dove non tutto quello che luccica è oro e la percentuale di suicidi è alta. Anche i conti finiscono per rischiare il dissesto, tanto più che Price si fa dettare le linee guida della sua gestione amministrativa da Jenny e i Nove, cioè da un gruppo di dieci spiriti che trasmettono i loro messaggi tramite una medium. La morte di Price in un incidente durante un’escursione in montagna, nel 1985, segna la fine dell’epoca trasgressiva di Esalen, e il ritorno a finanze meno allegre grazie alla nuova gestione di Steven Donovan (1941-), che prima di trasferirsi a tempo pieno a Esalen era stato uno degli artefici del successo della catena di caffè Starbucks. Segni della nuova rispettabilità di Esalen sono la collaborazione con il governo americano in alcune attività di dialogo con la Russia di Mikhail Gorbaciov, dove il centro era sbarcato grazie ai suoi interessi – condivisi da diverse università sovietiche – per i fenomeni paranormali, e l’incarico che Esalen riceve nel 1989 di organizzare il primo viaggio negli Stati Uniti di Boris Eltsin (1931-2007).

La Esalen del dopo-Price – dove Murphy trova modo di sintetizzare le idee del centro sul potenziale umano in The Future of the Body (1992), un libro in qualche modo già preannunciato dal romanzo esoterico Jacob Atabet (1977) – si presenta divisa in due quadranti: quello degli oltre quattrocento seminari offerti ogni anno, senza contare le cure termali e i massaggi, che generano un reddito tale da mantenere ampiamente tutta l’organizzazione; e quello dei simposi a invito che attualmente seguono tre principali percorsi – la tradizione esoterica occidentale (affidata allo storico olandese Wouter Hanegraaff e allo stesso Kripal), le prove della sopravvivenza dell’uomo alla morte (un vecchio tema della parapsicologia), e la minaccia che il “fondamentalismo” religioso fa correre agli studi sulle religioni e all’intera società –, cui dal dicembre 2006 si aggiunge la “metafisica evoluzionista” nella linea di Aurobindo, di Huxley e dello stesso Michael Murphy. Il “Centro per la Teoria e la Ricerca” che organizza i simposi appare come il nucleo duro – secondo Kripal (che ne fa parte) “esoterico” – del centro di Esalen. Un’esperienza personale di chi scrive mostra come l’impresa non sia priva di problemi.

Nel 2006 sono stato invitato al terzo simposio sulla tradizione esoterica. Quando ho segnalato che avrei potuto partecipare solo per un paio di giorni al simposio di una settimana, mi sono trovato di fronte a una reazione inconsueta in trent’anni di partecipazione a seminari e convegni scientifici. La risposta, piuttosto brusca, è stata che a Esalen non si viene per presentare una relazione ma per elaborare un sapere comune con gli altri partecipanti. Leggendo Kripal – che vedi caso era co-presidente di quel simposio – le cose mi sono ora più chiare. A proposito dei simposi Kripal scrive che “queste riunioni non hanno per tema le minuzie della ricerca accademica” ma “la costruzione e la cura di una comunità gnostica”: “un intimo gruppo di individui” che elabora brandelli di una nuova “visione del mondo emergente” (altrove, è esplicitamente proposto il paragone con i lavori di una loggia massonica).

Se le cose stanno così – anche se probabilmente gli accademici che collaborano con Kripal la pensano essi stessi in modo diverso – siamo di fronte insieme a un inganno e a un’illusione. Un inganno, perché gli illustri studiosi che partecipano a questi simposi pensano di recarsi a un convegno scientifico, non d’iscriversi a una comunità gnostica o a una loggia. Ma si tratta anche di un’illusione, perché basta conoscere i partecipanti ai simposi e leggerne i resoconti per rendersi conto che, come tutti gli studiosi, sono inclini a dividersi già sulle “minuzie” e più ancora sulle visioni del mondo, così che o ci si limita agli insider o – se, aspirando a un’eccellenza scientifica, s’invita anche chi non ha dimestichezza con Esalen – alla fine non emerge nessuna visione comune.

Kripal potrebbe rispondere che gli studiosi hanno comunque una loro funzione. Conferiscono autorevolezza e legittimità alla “visione del mondo emergente” e alla “religione della non religione”. A proposito di quest’ultima, Kripal però – mentre dichiara di aborrire la parola “relativismo” – ci convince che si tratta di una “religione” che non funziona affatto come un mero schema formale, ma è piena di contenuti, sia negativi (la critica radicale delle religioni istituzionali) sia positivi (desunti dall’antico tantrismo e dalle nuove psicoterapie). Se però la “visione del mondo emergente” è una religione, perché mai dovremmo riconoscere allo studioso che vi s’ispira una superiorità che dovrebbe derivare da una sua presunta neutralità che lo renderebbe più obiettivo, mentre un cattolico o un musulmano è un “religionista”? A questa domanda interessante Kripal non risponde davvero. Sostiene però che almeno la “religione della non religione”, non il cristianesimo, sarebbe la religione che è alle origini degli Stati Uniti, i cui padri fondatori settecenteschi sarebbero stati tutti massoni e panteisti. Una tesi nota, che deriva da una certa confusione fra le diverse correnti massoniche del Settecento e da un’analisi affettata degli albori americani, ma che tra qualche mese sarà proposta al mondo intero dal prossimo romanzo di Dan Brown. Al quale, però, nel 2006 fu rifiutato un invito al simposio sull’esoterismo di Esalen (dove peraltro trovò poi i suoi difensori) come esponente di una cultura di massa considerata inguaribilmente volgare. Mentre Esalen rimane, dopo tutto, molto WASP: bianca, anglosassone e, se non protestante, certamente ricca, alto-borghese e politicamente corretta.