CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
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Intervista a Massimo Introvigne / Chi sono i Salafiti che hanno colpito Algeri

di Stefano Magni (L’Opinione, 13 dicembre 2007)

“I cavalieri della fede hanno realizzato una nuova missione per difendere la nazione islamica ferita dai crociati e dai loro agenti americani e francesi”: così Al Qaeda nel Maghreb, discendente diretto del Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento, ha rivendicato l’attentato dell’11 dicembre ad Algeri. Stando agli stessi jihadisti sono stati impiegati due camion, ciascuno carico di 800 chili di esplosivo. I due attentatori suicidi, che hanno ucciso 26 persone (tra cui molti bambini delle scuole medie), sono trattati come degli eroi nei siti internet vicini ad Al Qaeda, le loro foto sono state pubblicate e commentate: “L’eroe martire sceicco Ibrahim Abu Uthman” e “l’eroe Abu Abd al Naser” sono i nuovi entrati nel pantheon dei miti degli estremisti. La cellula che ha compiuto l’attentato si rifà direttamente a Bin Laden: “Questa spedizione è venuta per ricordare ai crociati” - si legge nel suo comunicato - “che è doveroso da parte loro ascoltare bene i discorsi del nostro emiro e sceicco Osama Bin Laden”.

Nell’attentato di Algeri ci sono dunque tutte le caratteristiche tipiche di Al Qaeda: colpire nel giorno 11 (dicembre, in questo caso), rivendicare l’attentato contro i “crociati”, esaltare la memoria dei “martiri”. Ne abbiamo parlato con il professor Massimo Introvigne, sociologo delle religioni e fondatore del Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni), a cui abbiamo chiesto, prima di tutto, di chiarirci il perché di questa scelta costante del giorno 11 (11 settembre a New York e Washington, 11 marzo a Madrid, limitandoci agli esempi più noti) da parte della rete terroristica islamica. “In merito ci sono delle interpretazioni sia numerologiche che storiche” - ci spiega - “L’11 è una data storica importante, perché ricorda l’11 settembre 1683, momento della sconfitta ottomana nella battaglia di Vienna. Può darsi, però, che l’11 settembre sia stato scelto per ragioni meramente strategiche. Mentre alcune speculazioni numerologiche mi sembrano, francamente, molto deboli”.

E’ possibile che, colpendo sempre il giorno 11, Al Qaeda voglia vendicare la sconfitta storica dell’Islam in Europa?
Mi sembra un’ipotesi più fondata rispetto alle interpretazioni numerologiche. La notte dell’11 settembre 1683 fu il momento della svolta nell’assedio di Vienna (ma la battaglia decisiva fu all’alba del 12 settembre ed è per questo che conservo molti dubbi). Secondo tutti gli storici, sia nostri che islamici, comincia da lì l’arretramento dell’Islam. Quella che fino ad allora era stata, con qualche battuta d’arresto (in Sicilia e in Spagna soprattutto), un’avanzata continua, comincia a trasformarsi in un arretramento senza fine che culmina nel XIX secolo, quando la maggioranza dei musulmani era ormai sotto il regime coloniale europeo. Nella storiografia, alla domanda tipica di Bernard Lewis ‘che cosa è andato storto per l’Islam’, di solito si risponde con questo evento stranissimo che fu l’assedio di Vienna: un esercito musulmano più numeroso e meglio armato, che logicamente non poteva perdere, sconfitto da una coalizione di eserciti cristiani più deboli sotto tutti i punti di vista. Tra i cattolici troviamo delle interpretazioni soprannaturali all’assedio di Vienna. Giovanni Paolo II, nel beatificare Marco D’Aviano (il frate cappuccino che animò il morale delle truppe sulle mura di Vienna), disse che allora si registrarono eventi straordinari. E anche in molti libri di storia musulmani la sconfitta di Vienna risulta incomprensibile da un punto di vista militare e viene spiegata come un castigo divino per la decadenza dei costumi. Lo shock di Vienna domina tutta la storia islamica e il movimento fondamentalista nasce proprio da una riflessione sulle sconfitte dell’Islam.

Al Qaeda in Maghreb è un gruppo che deriva dal Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento. Chi sono e da dove arrivano?
Il terrorismo algerino trae la sua origine nella guerra in Afghanistan contro i Sovietici, da gruppi che erano stati in contatto con Al Qaeda e riceve il suo battesimo del fuoco con la ribellione contro il colpo di Stato militare algerino del 1991, che aveva cancellato le elezioni vinte dal Fronte Islamico della Salvezza. Il terrorismo islamico nasce con una sigla, il Gia (Gruppo Islamico Armato), responsabile di una guerra civile che ha provocato da 100.000 a 200.000 morti (il numero preciso dei caduti della guerra civile algerina è tuttora ignoto, ndr). Il Gia ha compiuto numerose atrocità: massacri di interi villaggi musulmani, stupri di massa, terrore... Bin Laden è subentrato in un secondo momento, ha sconfessato il Gia, ritenendo che queste atrocità fossero anti-islamiche e provocandone la scissione. Da qui è nato il Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento, che a sua volta ha attraversato una serie di scissioni minori e lotte interne, finché non è stato del tutto commissariato da Al Qaeda ed è diventato “Al Qaeda in Algeria“.

Chi sono i Salafiti?
“Salafita” è un’espressione molto generica. Salafiya in arabo significa ‘risveglio religioso’, il termine nasce a Damasco alla fine dell’800 e indica fenomeni che vanno anche in direzione opposta. In alcuni casi è usato per descrivere la modernizzazione dell’Islam, in altri il ritorno alle origini. In Arabia Saudita ci sono movimenti che si definiscono salafiti e sono contro Al Qaeda e il terrorismo. Gli specialisti internazionali di terrorismo, invece, per descrivere la corrente criminale usano l’espressione “salafita-jihadista”. Naturalmente “salafita” non è un marchio registrato, per cui se ne è impadronito questo gruppo terrorista algerino.

Questo gruppo terrorista, a quanto risulta da atti processuali, è presente e attivo anche in Italia...
Sì è un gruppo diffuso tra gli algerini e anche nella diaspora algerina all’estero, sia in Francia che in Italia. Non si può parlare di ‘moderati’ ed ‘estremisti’, però, nella spaccatura del terrorismo algerino, questo è il gruppo che ha ripudiato le atrocità gratuite e folli del Gia. Ma resta un gruppo terroristico.

Possono colpire anche in territorio italiano?
Questo emergerebbe da qualche risultanza processuale italiana. E naturalmente è una strategia di Al Qaeda quella di colpire in tutto il mondo. Poi, naturalmente, subentra un discorso di capacità di compiere attentati, molto più facili in situazioni caotiche come quelle che esistono nell’attuale Algeria, che non in Italia dove, nonostante tutte le polemiche, le forze dell’ordine possiedono delle capacità di vigilanza maggiori che in altri paesi.