CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne

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Echi dal cortile dei gentili

di Don Ernesto Zucchini (Vita Apuana, supplemento al settimanale Toscana Oggi, 17 giugno 2012)

La Diocesi di Piazza Armerina è incastonata tra Cefalù, Agrigento e Caltanissetta. Siamo al sud della Sicilia. Sembra lontana da noi e in realtà lo è; tuttavia, nonostante la distanza, ci è molto utile in un settore che prima o poi dovremo anche noi affrontare per comprendere meglio il frammento di mondo che occupiamo. Piazza Armerina è all’avanguardia in ricerche socio-religiose. Dopo avere toccato le varie appartenenze religiose, le pratiche, le credenze della maggioranza e delle minoranze, ora è la volta, per completare il quadro, di chi non crede, siano atei o semplicemente non-credenti. Anche questa ricerca è stata promossa dal vescovo diocesano Mons. Michele Pennisi servendosi della collaborazione del CESNUR (Centro Studi sulle NuoveReligioni) di Torino. Come accaduto per le precedenti, la ricerca è stata pubblicata in libretto delle edizioni Lussografica di Caltanissetta e firmato dalla coppia di ricercatori Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli. Il titolo è, se non altro, curioso: Gentili senza cortile. Come spiega Mons. Pennisi il titolo della pubblicazione specifica sin da subito l’interesse per “le variegate categorie di persone non credenti… per distinguerle dagli intellettuali non credenti alla ricerca di un significato della vita, incuriositi dalla Chiesa cattolica e disposti a forme di dialogo con i credenti”. In altre parole la ricerca riguarda gli “atei più o meno lontani, ostili e indifferenti alla fede in Dio”. L’aforisma secondo cui “chi non conta, non conta” è sempre vero in sociologia, ma anche in tanti aspetti della vita, pastorale compresa, resta importantissimo. Inutile, anzi, dannoso far debiti se quantificando lo stipendio sai che non potrai pagarlo. I dati forniti da questa indagine sono molti. Importante però è saperli leggere. Sia a livello dell’oggi, ma anche in prospettiva storica. Numeri piccoli attuali possono indicare grandi numeri futuri. Chi poteva immaginare che pochi (due, sic) diffusori della reincarnazione potessero portare in breve tempo il numero di condivisori di questa dottrina fino al 50% dei giovani! Vediamo allora alcuni numeri. Ci sono gli “atei forti” (personalmente preferisco dirli “estremi”) quelli che professano un ateismo sistematico, polemico e sferzante contro tutti i credenti e rappresentano il 5,0% degli intervistati. Poi sono presenti gli “atei deboli”: sono il 2,4%, cioè gli indifferenti alla religione, ma che hanno audience nei media. Sembrano e sono netta minoranza oggi però molto ascoltata e sostenuta, per varie ragioni, dai mezzi di comunicazione. Possiamo domandarci quali sono le ragioni di questo ateismo forte o debole. Interessante quindi il capitolo “perché non crede chi non crede”. Il 37,2% ritiene che si tratti di persone il cui ateismo è ideologico. Per il 4,2% perché sono comunisti. Per il 33,0% persone semplicemente influenzate pesantemente dai media dell’informazione. Ci sono poi i critici contro la Chiesa e le sue ricchezze (23,0%); chi si è scandalizzato dei preti pedofili (un forte 21,6%); chi rifiuta l’insegnamento morale delle religioni in genere (18%). Mons. Pennisi conclude affermando con Benedetto XVI: “Non si tratta di limitarsi a cercare valori comuni al ribasso, ma di suscitare e di tenere desta la ricerca attorno alla questione di Dio… Soprattutto si tratta – per i cattolici – di rispondere alla sfida dell’ateismo… impegnandosi nella nuova evangelizzazione”.

 

Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli, Gentili senza cortile. «Atei forti» e «atei deboli» nella Sicilia Centrale