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CESNUR - center for studies on new religions

Aspetti spirituali dei revival celtici e tradizionali in Lombardia

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Spiritualità tradizionali e celtiche e nostalgie sciamaniche

Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli

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Introduzione

L’interesse per una religiosità celtica o precristiana, spesso considerato una semplice moda nordamericana contemporanea, ha in realtà origini assai più antiche, particolarmente in Europa. Se ne possono distinguere sei diverse fonti. In primo luogo, un interesse per il mondo celtico, e per altre forme di spiritualità antica - accompagnato da una critica più o meno violenta del cristianesimo - risale al Rinascimento, ma produce un movimento socialmente rilevante soprattutto in Inghilterra durante l’Illuminismo, con figure come Richard Payne Knight (1751-1824) e il francese (ma residente a Londra) Pierre-François Hugues (noto con lo pseudonimo di "barone d’Hancarville", 1719-1805). Questi personaggi propongono un culto della natura e del sole che ha pure un aspetto legato alla sessualità, e in questo senso continua in Inghilterra fino al secolo successivo e all’opera di Hargrave Jennings (1817-1890). In secondo luogo - in un ambiente certamente meno aristocratico e più popolare - nasce, sempre in Inghilterra, un neo-druidismo con l’Ancient Druid Order di John Toland (1669-1722). Questo "ritorno ai druidi" avrà, in parte, un’evoluzione non pagana e legata piuttosto alla restaurazione di un celtismo cristiano con l’Ancient Order of Druids (fondato nel 1781) e con le assemblee celtiche di Jolo Morganwg (pseudonimo di Edward Williams, 1747-1826). Più tardi in Francia un neo-celtismo di carattere druidico, e tendenzialmente pagano, si svilupperà con André Savoret (1898-1977). Un buon numero di società "druidiche" di questa matrice esiste ancora oggi in diversi paesi del mondo. In terzo luogo, si deve citare la tradizione della "ariosofia" nei paesi di lingua tedesca. La parola, "ariosofia", viene da Jörg Lanz von Liebenfels (1874-1954), il cui Ordo Novi Templi mescolava temi pagani e cristiani, ma il suo teorico più importante è Guido (von) List (1848-1919), esplicitamente pagano, che esercita una influenza sulle origini intellettuali del nazional-socialismo e, nello stesso tempo, su Carl Gustav Jung (1875-1961). In quarto luogo esistono in Italia interessi per il passato precristiano, i quali comprendono sia una "via romana", di cui trattiamo più oltre (e che non disprezza apporti celtici accanto a quelli più propriamente latini), sia una diversa tradizione che porta ai Centri Neo-Ellenici di Religiosità Politeista e all’oggi defunta Unione Trifoglio del professor Giorgio Punzo, che aveva il suo centro (con interessi anche ecologici) nell’isola di Vivara, presso Procida. La quinta corrente è quella della Wicca propriamente detta, le cui origini sono in parte di carattere etnologico e in parte di carattere esoterico-occulto, ma dove la matrice precristiana, talora chiamata "celtica", è comunque presente. Infine, un ultimo filone è quello dell’interesse per lo sciamanismo in genere, che non prescinde dalle spiritualità europee precristiane e dai celti anche se - in chiave eclettica - privilegia spesso un filone messicano e latino-americano che si manifesta fra l’altro nell’opera di Carlos Castaneda e dei suoi numerosi emuli e discepoli. Ancora, non si può escludere questo filone dalla nostra ricerca se solo si riflette all’interesse dello stesso Castaneda per il celtismo. Le prime due correnti non hanno presenze significative in Italia, a differenza della terza (presente nella forma di origine più recente della corrente Ásatrú e odinista), della quarta, della quinta e della sesta. Per quanto riguarda la quinta corrente, neo-stregoneria (Wicca) e certo neo-paganesimo hanno in parte origini comuni, ma gli sviluppi storici hanno più recentemente indotto una certa differenziazione, così che oggi è possibile distinguerle. Infine, dedicheremo qualche attenzione a gruppi con un forte interesse per spiritualità tradizionali nordiche-precristiane e per lo stesso celtismo, e con aderenti in Lombardia, nell’ambito della magia cerimoniale e del New Age.

Le correnti Ásatrú e odinista

Anche se talora adottano i rituali della Wicca - si parla, in questo caso, di Wicca nordica o teutonica - le correnti Ásatrú (parola che in norreno significa letteralmente "Fedeltà agli Asi", la principale famiglia divina del pantheon nordico) e odinista (il nome è tratto da Odin, il Padre degli dei) costituiscono una tradizione autonoma che si situa nella scia della "ariosofia" dei paesi di lingua tedesca, peraltro con numerosi altri apporti. Come è stato notato, le correnti odinista e Ásatrú hanno dalla loro la possibilità di utilizzare rituali reali, che vengono dal mondo antico, e contano nelle loro fila "una concentrazione non abituale di autentici studiosi" che "contrasta in modo acuto con i metodi puramente intuitivi con i quali molte altre tradizioni neopagane sono state reinventate" (così Jeffrey Kaplan, Radical Religion in America, Syracuse University Press, Syracuse 1997, p. 70). In particolare, persone che fanno parte della comunità come Edred Thorsson e KveldúlfR Gundarsson hanno sviluppato una buona conoscenza della mitologia nordico-germanica antica. In queste correnti, molti si ispirano anche agli studi dello storico delle religioni Georges Dumézil (1898-1986), e in particolare alla sua proposta (che peraltro non ha incontrato il consenso unanime degli studiosi) di considerare gli dei del pantheon nordico-germanico come corrispondenti alla tripartizione castale in sacerdoti, guerrieri e produttori che caratterizza in genere l’ethos indo-europeo. Secondo Kaplan, la corrente può essere divisa in "modernisti" e "geneticisti"; è anche possibile distinguere fra gruppi Ásatrú e gruppi odinisti, ma il confine non è sempre evidente. I "modernisti" ritengono che gli elementi della tradizione nordico-germanica debbano essere riletti nel contesto moderno, e che sia impossibile tornare letteralmente al mondo pre-cristiano. Piuttosto, i "modernisti" operano per la creazione di un mondo post-cristiano, integrando nella loro visione soprattutto le rune e forme di magia di tipo sciamanico. Perseguendo questa integrazione, alcuni dei "modernisti" integrano pratiche che provengono dalla Wicca e da tradizioni diverse da quella strettamente nordica. Molti "modernisti" sono "universalisti", in quanto ritengono che faccia parte della comunità Ásatrú chiunque condivida certe idee e sia disponibile a praticare certi rituali, a prescindere dalla sua origine etnica. I "geneticisti", invece, ritengono che la via Ásatrú possa essere percorsa soltanto da chi condivide una certa eredità genetica. Kaplan (op. cit., pp. 80-81) insiste sul fatto che la "metagenetica" insegnata nel mondo Ásatrú da autori come Edred Thorsson e Stephen A. McNallen non è una forma di razzismo, ma riposa in gran parte su teorie di Carl Gustav Jung in tema di trasmissione culturale, e su idee esoteriche secondo cui la reincarnazione avverrebbe all’interno dello stesso lignaggio familiare, o dello stesso gruppo linguistico. Le accuse di razzismo che la corrente "modernista" rivolge ai "geneticisti" non sarebbero, pertanto, giustificate. Tuttavia, nella frangia "odinista" che si proclama, appunto, "odinista" ma non Ásatrú esistono, negli Stati Uniti, anche gruppi dichiaratamente razzisti, alcuni dei quali inneggiano al nazional-socialismo e all’antisemitismo. La maggior parte dei gruppi Ásatrú (anche di quelli che usano l’etichetta "odinista") non condivide peraltro queste idee estreme. Lo stesso culto di un ideale guerriero che si ritrova in una parte nel movimento non deve essere preso troppo alla lettera: "la violenza che emana dalla comunità odinista è stata fino a oggi ampiamente retorica" (ibid., p. 92).

La Comunità Odinista (Movimento Odinista/Ásatrú)

La Comunità Odinista - Movimento Odinista/Ásatrú si definisce insieme odinista e Ásatrú, e riconosce radici che risiedono nell’opera di diversi movimenti della "rinascita germanica" d’Oltralpe, come la Deutschgläubige Gemeinschaft, la Germanisch-Deutsche Religionsgemeinschaft e l’austriaca Guido von List Gesellschaft. Ricorda pure la First Anglecyn Church of Odin, dell’avvocato Alexander Rudd-Mills (1885-1967), fondata a Melbourne - nello Stato australiano di Victoria -, attiva dal 1929 fino al 1942 (quando, in periodo bellico, il governo la definisce "un pericolo per lo Stato" e imprigiona Rudd-Mills nel campo di internamento di Torrens Island), e in seguito rifondata in altra forma. Dopo una parentesi di inattività coincidente con il periodo post-bellico, si assiste alla riorganizzazione dei gruppi storici e alla nascita di nuove realtà. Nella seconda metà del XX secolo, la comunità Ásatrú cui il movimento più direttamente si ricollega assume nuova linfa vitale dall’opera dell’islandese Sveinbjörn Beinteinsson e, negli Stati Uniti, del già citato Stephen A. McNallen. Dagli anni 1970 in poi fioriscono molte comunità e gruppi, formati da più membri o, come nel caso statunitense, da libere fratellanze (Kindreds). L’Ásatrú è oggi riconosciuta dai seguaci quale "fede ancestrale dei nordeuropei e dei loro discendenti". Al panorama del movimento Ásatrú si aggiunge, dal 1994, la Comunità Odinista italiana. Fondata nell’agosto del 1994 da Paolo Gauna, originario del Canavese (Ivrea), durante un soggiorno in Islanda, la Comunità Odinista si distingue subito per due principali caratteristiche: l’adesione a una linea di pensiero più vasta propria al movimento e una contemporanea formulazione autonoma di principi propri alla "tradizione tribale longobarda". La Comunità Odinista - con un’adesione alla tradizione del paganesimo germanico, ma alla luce della propria eredità etno-culturale - si presenta quale movimento popolare (aggettivo da intendersi simile al tedesco völkisch e all’inglese arcaico folkish) legato a una tradizione spirituale e culturale autonoma. All’eredità spirituale longobarda cara alla Comunità Odinista si uniscono anche quelle di altre popolazioni quali gepidi, burgundi, alemanni, cimbri, e anche la tradizione celtica-cisalpina, che avrebbe molti tratti in comune con quella germanica. L’area d’azione della Comunità Odinista comprende l’attuale Nord-Italia (area denominata, secondo la tradizione longobarda, Langbard, quale contrazione del termine norreno Langbardaland). La rinascita dell’Ásatrú sembra, nel nostro paese, aver già superato la fase embrionale. Attualmente gli affiliati sono nell’ordine di appena qualche decina, in lento ma costante aumento, anche se nessuno intende trasformare questa fede ancestrale in un credo universalista e di massa. I vari gruppi presenti in Italia sono: Fratellanza del Corno (Canavese-Valle d’Aosta), Fratellanza Mjoellnir (provincia di Cuneo), Fratellanza Balder (Reggio Emilia), Fratellanza Freyr (Lecco, Como), Fratellanza Lambarda (Firenze), Fratellanza Asgard (con sede a Ramsau - in Baviera -, ma cui partecipano i membri veneti provenienti da Treviso), e sono in formazione nuove fratellanze a Milano e sull’Altopiano di Asiago (Vicenza). L’organo direttivo della Comunità Odinista si chiama "Corte di Gambara", e in questa cerchia si formano i Go_ar (plurale di Go_i, "invocatore", femminile gi_ya). La Comunità Odinista è pure organizzata sulla base del libero operato dei suoi affiliati, uniti al servizio della causa degli dei. Alla "Corte di Gambara" si accede secondo criteri meritocratici. Le celebrazioni dei Blótar (plurale di Blót, "sacrificio", pratica che solo nei tempi antichi avveniva con immolazioni di animali) avvengono secondo cadenze stagionali o ricorrenze ben precise del calendario Ásatrú, come del più specifico calendario Ásatrú-longobardo. I Blótar o le "bevute rituali" di bevande purificate dal processo di fermentazione, quali idromele e birra, avvengono "in onore degli Dei e delle Dee del pantheon germanico". Sono seguiti dei rituali propri della Comunità Odinista (senza enfatizzare la presunta sacralità della parola scritta, tradizione ritenuta propria di altre fedi), mentre altri rituali scandiscono la vita interna alla stessa Comunità Odinista (che va anche intesa come "comunità di famiglie"): matrimoni, funerali, e così via.

L’Ásatrú è una religione olistica che considera l’eterno ciclo di vita-morte-rinascita in ogni cosa, nel susseguirsi delle stagioni come nell’intero universo, nella vita umana come in quella animale. I membri della Comunità Odinista fanno costante riferimento alla tradizione eddica, che anticamente non era scritta ma cantata e basata sulla trasmissione orale; tale riferimento non va disgiunto dallo studio delle saghe nordiche, non ultima la saga della migrazione longobarda. All’inizio dei tempi, a Nord del baratro chiamato Ginnungagap, si sarebbe formato l’oscuro e freddo mondo chiamato Niflheimr, dal cui centro - da un pozzo gelido chiamato Hvergelmir - sgorgano fiumi cosmici saturi di veleno e di inaudita potenza chiamati Elivágar. A Sud vi è il mondo di Múspellsheimr, una regione torrida e asciutta, e alle sue porte vi è un gigante con una spada di fuoco. Il mondo dei giganti è chiamato Útgar_r o Jötunheimr, mentre il luogo destinato ai figli degli uomini, creato con le ciglia del gigante Ymir - il primo essere dell’universo - si chiama Mi_gardr, il "Recinto di Mezzo". Gli dei formarono per essi una fortezza, che gli Asi (una delle due famiglie divine, con i Vani) chiamarono Asgar_r; al centro di questa si trova I_avöllr (la radura dove essi tennero il primo Thing ["riunione"] e dove prendono le decisioni sul nostro destino). In Asgard si trovano diversi templi che appartengono agli dei, come il Gla_sheimr di Odin, forgiato nell’oro e con dodici posti riservati agli Asi. Lì si trova anche il Válaskjálf, il trono d’argento del padre degli dei, con il Valhalla, la "sala degli uccisi" (gli Einherjar) dove sono andati i padri caduti in battaglia. Il luogo delle dee è detto Víngólf o Gímlè; esisterà fino alla fine dei tempi e vi si trovano molti uomini giusti. Il mondo degli elfi di luce si chiama Álfheimr ed è posto sotto l’egida di Freyr. Il paese dei Vani, da cui Freyr discende - pur vivendo tra gli Asi -, si chiama Vanaheimr, o "Vanaland". Gli elfi scuri dimorano nelle profondità della roccia (Svart Alfheimr) insieme ai nani, con i quali si confondono, e in contatto con gli spiriti dei morti tumulati. Se i combattenti vanno al Valhalla, coloro che muoiono senza combattere o abbandonandosi alla morte senza alcun ideale, vanno in Hel: un luogo infero al quale vanno anche quanti possono "ritornare"; Balder - confinato in Hel - tornerà alla fine dei tempi, dopo il Ragnarökkr, per re-instaurare l’Ordine Cosmico. La regina di questo luogo maledetto, Hel - figlia di Loki, il quale sarà anch’egli incatenato per avere provocato la morte di Balder - terribile a vedersi, abita a Eliudhnir (palazzo senza conforti il cui nome significa "freddo di nevischio"). L’Albero Cosmico, il frassino Yggdrasill, pilastro del Mondo, affonda le sue tre radici una fra gli Asi, l’altra fra i giganti e la terza nel paese degli elfi di luce. Alla base della radice dei giganti vi è la "Fonte di Mimir". Il gigante Mimir, che possiede la fonte, ne beve l’acqua ed è - a causa di questa - sapientissimo. Odin stesso, per raggiungere la conoscenza, cedette un occhio in cambio di un sorso. Nella fonte è custodito l’occhio di Odin e il corno di Heimdallr, detto Gjallarhorn. La radice degli dei dà origine alla fonte di Ur_r; qui dimorano le Norne, tre delle quali (Ur_r, Ver_andi e Skuld), oltre a prendersi cura delle radici dell’albero, assegnano il destino agli uomini.

La Tribù Winniler - Cerchio Bragafull

La Tribù Winniler si è formata nel 1988, originariamente nell’area di Treviso, e intende rappresentare l’ideale realizzato di una comunità umana di Volk ("popolo"). Rifacendosi alla tradizione tribale ("ancestrale"), la Tribù Winniler (ossia "guerrieri vittoriosi") trae la propria denominazione dal nome che originariamente definiva i longobardi. È formata in gran parte da odinisti, ma sono pure presenti - sebbene in minima parte - agnostici. La quasi totalità degli aderenti, che non superano il numero di trenta unità, pratica la fede ancestrale o neo-ancestrale longobarda. È così che, all’inizio delle proprie attività, la Tribù Winniler ha identificato un referente dottrinale e organizzativo nella pratica dell’Ásatrú come professata dalla Comunità Odinista (alla quale, peraltro, aderiscono alcuni membri). Il "lavoro" della Tribù Winniler consiste nel tentativo di raggruppare persone dallo stile di vita eterodosso e non in linea con il mondo moderno; l’attenzione è rivolta verso l’area del motociclismo biker, ma anche in altre direzioni, in modo da sviluppare un’etica guerriera considerata essenziale per l’odinista. Sono previsti manuali di combattimento (di impronta nordica anziché orientale; Glima, tipo di combattimento vichingo, e Stav) e sono già praticati corsi veri e propri di arti marziali (quali street fighting e altre tecniche di combattimento da strada). Parallelamente a questo, la Tribù Winniler intende proporre la difesa e la valorizzazione di tutto quanto rappresenta la cultura germanica, dalla Valle d’Aosta al Friuli, dal Ticino e dall’alta Lombardia alla Toscana, inclusa la ricerca sui testi di storia locale e l’archeologia, proposte ed eventuali proteste presso amministrazioni comunali scarsamente interessate alla valorizzazione del passato storico inerente dette tradizioni, visite a musei e mostre (come quella svoltasi presso Cividale, sulla monetazione longobarda). Il prototipo dell’aderente alla Tribù Winniler è "l’uomo-cinocefalo", ovvero l’essere che pensa con l’istinto e lascia da parte sia la razionalità illuminista sia il moralismo di impronta giudeo-cristiana; questo profilo deriva dal ritratto che Paolo Diacono (Paolo di Warnefrido [720-799], lo storico longobardo autore della Historia Langobardorum) svolge del "cinocefalo", il guerriero dalla testa di cane, correlato all’identico mito dell’Ufhe_inn nordico, il guerriero-lupo devoto di Odino, combattente invincibile reso tale dalla sua connessione con il mondo dei morti. Parallelamente a questo raggruppamento, e in connessione con esso, opera il Cerchio Bragafull ("Bragafull" è "il corno di Bragi" - il dio della poesia -, che infonde conoscenza tramite le capacità artistiche), gruppo di ricerca esoterica che è attivo all’interno della Tribù Winniler e al quale appartengono solo una parte degli aderenti; nel Cerchio Bragafull ci si occupa della traduzione di testi e studio delle rune, di runologia, ginnastica e "yoga runico". Gli argomenti trattati sono fra i più vari, quantunque essenzialmente finalizzati alla crescita spirituale del guerriero.

La Congregazione Ásatrú l’Occhio di Odino

La Congregazione Ásatrú l’Occhio di Odino nasce il 31 ottobre 1998 e si presenta come "probabilmente la sola Congregazione in Italia che opera per la diffusione di Conoscenza, Tradizione, Spiritualità e Sciamanesimo dei popoli del Nord Europa e più precisamente dell’area germanico-scandinava". In linea di principio, la Congregazione diffonde un paganesimo runico e uno "sciamanesimo vichingo" attraverso cui passa la religione Ásatrú. Tuttavia - sulla scia di Carlos Castaneda e anche di Carl Gustav Jung - la Congregazione riconosce pure che esistono aspetti comuni relativi agli sciamani nei diversi contesti culturali. Per questo, i suoi appuntamenti comprendono oltre a dei riti tipicamente odinisti anche la "capanna del sudore" (sweat lodge), che è di tradizione indiano-americana. Attraverso questo approccio eclettico, si inserisce nel filone "modernista" e "universalista" del movimento Ásatrú, e in questo senso si differenzia dalla Comunità Odinista. Il gruppo, piuttosto piccolo, è diffuso nella Svizzera italiana, nella zona di Varese e ad Aosta.

Il gruppo R-U-N-A

Il centro di studio sulle rune R-U-N-A è fondato a Firenze, nel 1999, dall’attuale direttore Marco Cellai, e si inserisce in un panorama di rivisitazione della tradizione culturale del Rinascimento, inteso però - anziché quale fenomeno peculiarmente italiano - nella sua valenza di portato "germanico", o ancora come risultante dell’apporto etno-culturale derivato dalle migrazioni germaniche (teoria ampiamente esposta da trattatisti völkisch quali Hans F.K. Günther [1891-1968] e Ludwig Woltmann [1871-1907]).

Lo studio si svolge nell’ambito della runologia e della raccolta di trattazioni archeologiche: ricerca e catalogazione delle iscrizioni runiche nel Nord Europa e nell’area mitteleuropea, con particolare attenzione alle iscrizioni a Sud delle Alpi ma senza escludere il ricco patrimonio lombardo. Il gruppo si propone - come è esplicitato dalla sigla R-U-N-A: "Ricercatori uniti nell’applicazione" - di mettere a frutto questa ricerca per quel che riguarda la meditazione runica e lo yoga e ginnastica runica (seguendo in ciò diversi metodi), oltre alla conoscenza del revival runico nella Mitteleuropa, con particolare riferimento all’opera di Guido von List, teorico pagano dell’"ariosofia" precedentemente citato. Il centro di studio R-U-N-A ha in preparazione una serie di opuscoli sulle posture runiche e sulla tecnica del Galdr - la vocalizzazione runica -, oltre a una pubblicazione dal titolo Futha, riferito alle quattro rune principali dell’alfabeto Futhark nonché al principale luogo rituale del gruppo, situato presso il Passo della Futa, fra Emilia e Toscana. I rapporti con altre entità gravitano nell’ambito della École Helvétique des Runes (http://www.runes.ch), di Ginevra, la cui influenza si esercita anche sugli appassionati di rune della Lombardia.

Via romana e spiritualità tradizionali del Nord Europa

Benché in anni più antichi nel mondo di coloro che si interessano alle spiritualità antiche vi sia stata una certa dialettica fra sostenitori di una "via romana" e di una "via celtica" o di vie ispirate alle spiritualità nordiche, oggi la situazione è più complessa. Non solo i rapporti sono cordiali, ma molti esponenti significativi della "via romana" riconoscono gli apporti barbarici e "celtici" alla tarda romanità, e aprono la loro spiritualità, così come le loro riviste, a forme diverse di spiritualità precristiana. Un interesse per la spiritualità romana in Italia risale al Rinascimento e si esprime con personaggi come Giorgio Gemisto Pletone (1355-1452) e Giulio Pomponio Leto (1428-1497), e arriva a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento fino alla cosiddetta Schola Italica di Amedeo Rocco Armentano (1886-1966), Arturo Reghini (1878-1946), Leone Caetani (1869-1935), a loro volta influenti sull’ermetismo di Giuliano Kremmerz (pseudonimo di Ciro Formisano, 1861-1930), che non appartiene a rigore all’ambito qui preso in esame. Più tardi è influenzato da questa corrente - e la influenza a sua volta - Julius Evola (1898-1974), senza dimenticare il tentativo di dialogo fra "via romana" e cristianesimo di Guido De Giorgio (1890-1957). Se Evola ha sempre messo in guardia contro la formazione di gruppi e movimenti "evoliani", alla tradizione di Caetani e Reghini si ispira in parte l’Associazione di Studi Tradizionali "Senatus", che ha a sua volta una chiara impronta kremmerziana. Una "via romana" riferita a una fase del pensiero di Evola ha peraltro ispirato il Gruppo dei Dioscuri che agiva nell’ambito della destra romana negli anni 1970, e che ha avuto influenza su organizzazioni degli anni 1980 come il Gruppo Arx di Messina. Questo gruppo è alle origini (dal marzo 1984) del trimestrale La Cittadella. Nel 1981 una manifestazione pubblica tenuta a Cortona il 1° Marzo (giorno che segnava l'inizio dell’anno sacro romano) e un convegno di studio, pure caratterizzato da divergenze, riuniscono i diversi gruppi di tradizione romana presenti in Italia, seguiti da un secondo convegno a Messina nel dicembre dello stesso anno. Fra il 1985 e il 1988 si tengono in Sicilia tre incontri (chiamati I, II e III Conventum Italicum) da cui nasce un Movimento Tradizionalista Romano che, definendosi non politico, intende riunire i gruppi che propongono in Italia la via romana. Nel 1988 il Movimento pubblica l’importante volume Sul problema di una tradizione romana nel tempo attuale. Nel 1992 si tiene il IV Conventum Italicum a Forlì, presso la sede dell'Associazione Romania Quirites (una organizzazione entrata a far parte del Movimento nel 1991 come Gens Apollinaris - ne uscirà poi durante l’autunno 1998 - e l’unica di quest’area strutturata comunitariamente, con aree agricole e attività artigianali in Romagna, che pubblica il periodico Saturnia Regna). Il Conventum decide che accanto al Movimento Tradizionalista Romano, struttura federativa, nasca una Curia Romana Patrum, con compiti di indirizzo dottrinale e rituale. Frutti di questa decisione sono la preparazione di un Kalendarium comune, che indica le date essenziali per le celebrazioni cultuali comunitarie personali, e la celebrazione di matrimoni (i primi in Sicilia nel 1989 e in Romagna nel 1992) secondo le linee dell’antica confarreatio o "comunione del farro". Salvatore Ruta (1923-) riveste all’interno della Curia Romana Patrum la più alta carica, quella di Princeps, benché precarie condizioni di salute abbiano ora limitato la sua attività. A questi problemi di Ruta si collega anche una semi-interruzione della citata rivista La Cittadella di Messina - che ha avuto un ruolo importante nel movimento -, pubblicata regolarmente fra il 1984 e il 1998, e di cui un solo numero datato 1999 è uscito nel 2000 annunciando la fine della prima serie e il probabile inizio di una seconda nel 2001. A Roma, fra il 1994 e il 1996, è uscita la rivista Mos Maiorum, vicina ma non aderente al Movimento Tradizionalista Romano, il cui animatore, l’attore Roberto Corbiletto è stato trovato morto in casa sua nel marzo 1997 colpito da un fulmine entrato da una finestra, episodio sul quale nell’ambiente esoterico non sono mancate interpretazioni fantasiose. Benché non manchino difficoltà di collaborazione fra i vari gruppi, e alcuni presenti negli anni 1990 (per esempio i Centri Studi "Claudio Flavio Giuliano" di Vignola e "Giorgio Gemisto Pletone" di Riccione) si siano sciolti (mentre continua le attività il Centro Studi Tradizionale Siciliano di Trabìa [Palermo]), la via romana, con la rivista Arthos e i gruppi presenti in diverse zone del paese riesce a mantenersi viva e presente in Italia. Il dialogo con le espressioni celtiche e nordico-tradizionali può essere per questa corrente momento di risveglio e ripresa.

Il nuovo politeismo

Il nuovo politeismo si interessa alle spiritualità non monoteistiche in genere: in Italia soprattutto la celtica, la greca, la romana. Espressione tipica - per quanto oggi operante su scala limitata - di questa corrente in Lombardia sono i Centri neo-ellenici di religiosità politeista, creazioni del critico d’arte milanese Antonino De Bono, che i seguaci definiscono "padre spirituale del neo-politeismo italiano". Nato a Torino il 17 gennaio 1924 e diplomatosi ragioniere mercantile, frequenta la Facoltà di Economia e Commercio. In seguito, studia a Urbino in Storia dell’Arte Antica, Archeologia Italica ed Etruscologia. Fa parte del Comitato di Liberazione Nazionale di Borgo San Donato (Torino). Dopo alcune esperienze nel mondo politico - all’interno del Partito Socialista Italiano - e sindacale torinese, nel 1953 si trasferisce a Milano, dove - rivedendo le sue idee politiche - compie una lunga rielaborazione del suo pensiero, sino ad approdare a una fusione fra il primo fascismo "dottrinario" di Benito Mussolini (1883-1945) degli anni 1919-1920 e taluni spunti del pensiero populista, socialista e rivoluzionario. Queste prospettive lo portano a fondare un "partito d’assalto", subito proibito dalla polizia. Sull’onda di un’apertura verso gli studi tradizionali e nell’intento di tracciare una verità storica al di là di quelli che De Bono definisce i "falsi dei vincitori", lo stesso indaga il passato e compie quella che definisce una revisione generale del pensiero religioso, filosofico, magico e militare. È in questo clima caratterizzato dal tentativo di riconquista del passato che, nel 1977, fonda una casa editrice e dà alle stampe la rivista Arte più Arte, che si occupa delle avanguardie artistiche, ma anche dei secoli d’oro della pittura italiana. Sempre trasportato dal suo ideale, nel 1985 - anche in omaggio a una donna (conosciuta a Verona) che ama l’antichità greco-romana - Antonino De Bono fonda Il Teurgo, rivista bimestrale di mistica iniziatica, trascendentale e religiosità politeista, rivalutando l’opera dei filosofi neo-platonici e ripristinando la teurgia. La rivista, visti anche i costi di realizzazione, esce solo per otto numeri; in essi si tenta di rivoluzionare il pensiero contemporaneo e, in particolare, si chiede la revisione da parte del cristianesimo della figura di Gesù Cristo, considerato un mago e un operatore dell’occulto. Questa tesi caratterizza peraltro tutto il pensiero di Antonino De Bono, il quale accusa Gesù "di essersi vantato di essere il Cristo. L’Unto del Signore, il Messia, inviato dal Padre Eterno sulla Terra. Un’empietà che il Sinedrio condannò con la morte sulla croce" (Antonino De Bono, Storia della Magia e delle Dottrine esoteriche, "Arte più Arte", Milano 1999, p. 7). Ciò nonostante, la dottrina di Cristo rimane comunque un valido e accettabile insegnamento dal punto di vista sociale e spirituale. All’interno del movimento sorto intorno a Il Teurgo si crea da subito una corrente fortemente anti-cristiana, che trova però l’opposizione di De Bono, il quale - in seguito - rende ragione della sua posizione attribuendola, oltre che all’intrusione di elementi di rottura di tipo culturale, anche alle convinzioni cristiane della moglie - la scrittrice Anna Maria Mafrice (1936-1998) - che rischiano di scontrarsi con idee eccessivamente anti-cristiane, ponendo così a rischio il loro matrimonio. Fra il 1985 e il 1986, sempre a cura di De Bono, nascono i Centri neo-ellenici di religiosità politeista, di cui il fondatore è nominato presidente, che attirano in alcune occasioni l’attenzione dei mass media italiani. Nell’ambito milanese collaborano con il fondatore una ventina di persone, fra i quali la pittrice e scrittrice Silvia Spiccia, detta la "papessa" perché dirige l’ufficio delle "donne neo-elleniche" italiane. Antonino De Bono continua a essere piuttosto noto grazie alle sue opere e corsi: tiene fra l’altro lezioni presso l’Università della Terza Età e delle Tre Età di Milano.

Egli si dichiara erede della tradizione neo-platonica e cita Platone (428/427-347 a.C.), Porfirio (233/234-305), Giamblico (†c. 325?), Proclo (c. 410-485), Flavio Claudio Giuliano (Giuliano l’Apostata, 331/332-363), mentre predica il ritorno alla natura in chiave ecologica che gli permette di incontrare anche spiritualità nordiche e celtiche. Il contatto con gli dei e gli spiriti della natura può fruire di una completa liturgia, la cui pratica peraltro non sembra frequente. Nel 1988, dalle pagine della rivista Il Teurgo, il fondatore offre un’accurata descrizione di tale liturgia, da svolgersi in "sale di culto", nelle quali è però vietato il sacrificio di animali nonché "esporre statue o simulacri di Dei di qualsiasi foggia o tipo" ("chiunque trasgredirà a questi divieti sarà considerato agente provocatore ed espulso"). Una forma circolare della sala di culto è "preferita, perché sollecita maggiormente l’afflusso del prana da parte della comunità": la notazione mostra i consueti contatti fra milieu magico e neo-paganesimo. Al centro di tre tripodi il Teurgo - con una veste bianca di lino decorata sul cuore da una spirale, simbolo dell’universo -, aiutato da due assistenti, dà inizio alla cerimonia. Preceduto dal canto del Carme Secolare di Orazio (36-8 a.C.), il Teurgo illustra un punto di dottrina misterica o un "evento divino che trae dall’Odissea, dall’Iliade o dall’Eneide". Avanzano quindi alcuni bambini vestiti di bianco che recano su vassoi bacche, petali di fiori, foglie, boccioli e frutta. Il Teurgo ne raccoglierà alcune manciate e le brucerà sui tripodi laterali in offerta agli dei; brucerà quindi incenso sul tripode centrale, invocherà la benedizione degli dei, farà cantare di nuovo il Carme Secolare e congederà i fedeli, non senza ringraziarli e donare loro (nelle feste di primavera o del raccolto estivo) fiori e primizie. "Al tempio - precisa ancora il rituale - debbono accedere i fedeli; è fatto divieto di introdurre estranei" (A. De Bono, "La liturgia neo-ellenica", Il Teurgo, anno IV, n. 1-4, gennaio-settembre 1988, p. 7).

Un altro centro politeistico con qualche influenza in Lombardia, noto soprattutto per una dura critica al cristianesimo, è attivo a Marostica (Vicenza) con il nome di Istituto Mediterraneo di Studi Politeistici. L’attività dei "politeisti vicentini" inizia nel 1986 con la pubblicazione sul bollettino Pagus di un "Manifesto politeista", fortemente polemico nei confronti del cristianesimo. Si afferma però che il cristianesimo "non è riuscito a cancellare la vera religiosità, lasciando così un vuoto spirituale che può, oggi, essere solo riempito dal politeismo". Quest’ultimo non è un semplice ritorno al passato, ma la riscoperta di una "funzione mitologica" che può essere attualizzata in ogni tempo. Il politeismo è infatti presentato come una religiosità senza dogmi, radicata nell’esperienza naturale e che rifiuta la distinzione fra il divino e il mondo. Dopo avere celebrato il "ritorno degli dei", il gruppo vicentino - con contatti in altre località venete - ha costituito diverse istituzioni, fra cui una Federazione Pagana, il cui principale portavoce è Claudio Simeoni di Marghera (Venezia). Radio Gamma 5 di Cadoneghe (Padova) trasmette periodicamente la trasmissione "Stregoneria, paganesimo, politeismo" a cura della Federazione Pagana e dell’Istituto Mediterraneo di Studi Politeisti. Avvicinandosi ad alcune espressioni della Wicca, l’Istituto e la Federazione rappresentano l’esempio di un paganesimo che ritiene suo dovere svolgere anzitutto - e soprattutto - una dura polemica con il cristianesimo, le sue fonti e le sue manifestazioni istituzionali.

Wicca e spiritualità precristiane

La maggior parte degli aderenti alla Wicca (espressione anglo-sassone antica per "stregone", maschile di wicce, "strega", presentata alle origini della corrente - ma in modo filologicamente fantasioso - come versione inglese antica di witchcraft, "stregoneria") si definisce "pagana", anche se - come si è visto - non tutti i neo-pagani si considerano "streghe" o aderenti alla Wicca. Il rapporto fra spiritualità precristiane e neo-stregoneria è in relazione con una controversia storiografica, la cosiddetta "eresia Murray", e con le origini stesse del movimento chiamato Wicca in Inghilterra. Una prima controversia ruota intorno alle tesi di Margaret Alice Murray (1863-1963), egittologa di professione e storica della stregoneria per passione, che pubblica a partire dal 1917 diversi scritti sulle streghe che culminano nel 1931 con Il dio delle streghe. Influenzata dalle ricerche, a sua volta discusse, del folklorista americano Charles Godfrey Leland (1824-1903), condotte soprattutto in Italia, Margaret Murray - che sopravviverà alla controversia sulla sua "eresia" storiografica, e vivrà fino alla rispettabile età di cento anni - sostiene che la stregoneria è semplicemente la "vecchia religione" dell’Europa precristiana e di quella celtica, sopravvissuta in modo segreto alle persecuzioni. L’Inquisizione la processava e condannava come satanismo, mentre si trattava piuttosto di un culto dualista di un principio maschile e di uno femminile di origine antichissima. La stregoneria combattuta dall’Inquisizione era nella sostanza, secondo Margaret Murray, l’autentica "religione pagana", in una vasta area d’Europa, legata in buona parte ai Celti. Convinti che la stregoneria del Medioevo non avesse in realtà niente a che fare con le religioni precristiane o celtiche, gli storici della stregoneria accademici reagiscono in modo violento al libro di Margaret Murray, e molti approfittano della controversia per concludere che la stregoneria non è mai esistita se non nell’immaginario degli inquisitori, che avevano inventato le streghe e creato il relativo panico morale. A partire dagli anni 1970, peraltro, la tendenza dominante nella storiografia accademica cambia. Storici come Carlo Ginzburg, a partire da esempi specifici, suggeriscono una via media che non accetta né la tesi di Margaret Murray né la contro-tesi secondo cui la stregoneria sarebbe una mera creazione degli inquisitori. L’Inquisizione, sostengono Ginzburg e altri, non ha inventato la stregoneria: elementi che derivavano da una cultura folklorica - in parte antichi, in parte maggiore più recenti - avevano un’esistenza autonoma, che sarebbe continuata anche senza i processi degli inquisitori. Il problema storiografico è semmai quello di discernere questo nucleo folklorico, che - a causa della interazione con gli elementi che provenivano dalla cultura propria degli inquisitori - è difficile per lo storico contemporaneo ritrovare nelle carte processuali. Gli stessi elementi che ricordano in modo più preciso tradizioni precristiane o celtiche potrebbero, secondo Ginzburg, provenire dagli inquisitori che (a differenza degli inquisiti) erano certamente dotati di una buona cultura storica. È più saggio concludere, secondo questi storici, che il nucleo autentico della stregoneria medioevale e protomoderna comprende esperienze estatiche popolari, che rimangono tuttavia molto diverse da quelle di ogni religione "pagana" così come era esistita prima del cristianesimo. Negli anni 1990 altri storici, soprattutto inglesi (Lyndal Roper, Robin Briggs, James Sharpe, Diane Purkiss, Stuart Clark), adottano una posizione ulteriormente diversa, e alcuni sostengono che i processi per stregoneria - peraltro minori per numero di quanto storici precedenti avessero creduto - nascono "dal basso", dalle accuse e dalla diffidenza popolari verso figure (prevalentemente femminili, ma anche maschili) marginali e sospette, che l’autorità cerca semmai di incanalare e controllare. Queste figure marginali potevano avere diverse forme di comportamento considerato antisociale, ma non praticavano nessun tipo - neppure, salvo in casi rari e locali, folklorico - di religiosità alternativa o precristiana.

I creatori della Wicca utilizzano, sostanzialmente, l’"eresia Murray". Se infatti la religione pagana aveva avuto una continuazione segreta nella stregoneria, non era incredibile che - sempre in segreto - fosse continuata fino ai giorni nostri e se ne potessero trovare ancora oggi eredi autentici. Il fondatore della Wicca - non da tutta la Wicca attuale riconosciuto come tale - è Gerald Brosseau Gardner (1884-1964). Nasce a Great Crosby, nel Lancashire inglese, il 13 giugno 1884 da una famiglia benestante. Non prosegue gli studi universitari ma, affascinato dall’Oriente, va a lavorare per il Servizio civile britannico in Malesia. Nel 1936 va in pensione, e si ritira nella zona della New Forest, nell’Inghilterra del Sud. Già in Oriente si era interessato alle tradizioni magiche locali e aveva aderito alla Società Teosofica. In Inghilterra è così naturalmente accolto da ambienti teosofici e fa parte di una "Fraternità Rosacrociana" della New Forest i cui membri sono quasi tutti teosofi. Più tardi, Gardner darà importanza alla sua asserita frequentazione di un personaggio noto nella New Forest, Dorothy Clutterbuck Fordham (1880-1951), sostenendo di avere ricevuto da questa "vecchia Dorothy" una tradizione ereditaria di stregoneria continuata nella zona per secoli all’interno di alcune famiglie. In un’opera pubblicata nel 1999, The Triumph of the Moon, lo storico Ronald Hutton - che ha potuto avere accesso alle carte personali e ai diari di Dorothy Clutterbuck - ha stabilito in via definitiva che la dama della New Forest, pilastro del Partito Conservatore e della Chiesa anglicana locale, non aveva alcun interesse di tipo esoterico né teosofico. Gardner, che probabilmente la aveva conosciuta, ha voluto - dando il nome di una personalità socialmente nota (e defunta) - creare una falsa pista per nascondere le origini reali del suo rituale. Alcuni hanno ritenuto che il vero "iniziatore" di Gardner sia stato il celebre magista inglese Aleister Crowley (1875-1947), e lo hanno anche accusato di avere scritto per Gardner, a pagamento, i primi rituali della Wicca. Dai diari di Crowley si ricava però che Gardner lo andò a trovare tre volte, per poche ore, solo nel 1947, l’anno stesso della morte di Crowley: il vecchio mago era ormai stanco e malato, e non avrebbe potuto aiutare Gardner a creare un rituale (che del resto, in forma embrionale, quest’ultimo aveva già elaborato prima del 1947), anche se lo aiutò fornendogli alcuni libri difficili da trovare. Gardner e alcuni amici elaborano negli anni 1940 - sulla scorta delle idee di Margaret Murray e di una varietà di altre fonti - un rituale che si ispira alla stregoneria, e cominciano a praticarlo con persone che fanno parte della loro cerchia teosofica nella New Forest. Fino al 1951 la stregoneria è illegale in Inghilterra (la legge relativa è abrogata solo in quell’anno). Gardner pubblica per la prima volta riferimenti a un’organizzazione di neo-stregoneria sotto forma di romanzo nel 1949, con il titolo High Magic’s Aid. Solo dopo la svolta legislativa del 1951, Gardner può pubblicare due opere teoriche: Witchcraft Today nel 1954, e The Meaning of Witchcraft nel 1959.

In queste opere - così come in molte conversazioni e interviste - Gardner, dalla fine degli anni 1940 fino alla sua morte nel 1964, insiste nel sostenere di non avere "inventato" la Wicca ma di essere entrato in contatto con un gruppo della New Forest che risale al Medioevo e che si trasmette una tradizione di padre in figlio (e di madre in figlia). Qualche volta, Gardner fa riferimento alla "vecchia Dorothy" come se si trattasse di una strega contadina; in realtà Dorothy Clutterbuck Fordham era in effetti chiamata la "vecchia Dorothy", ma si trattava di una dama anglicana colta e ricchissima, che - come abbiamo visto - sembra non avere avuto nulla a che fare con la stregoneria. Sull’attendibilità del resoconto di Gardner esistono diverse opinioni. Margot Adler e Aidan A. Kelly tendono a sostenere che la storia di Gardner sia totalmente fantastica. Kelly, in particolare, ha lavorato sui documenti personali di Gardner, ceduti a un Museo della stregoneria nell’Isola di Man e successivamente da questo alla società Ripley’s International, che gestisce a fini di lucro i diversi musei di curiosità "Ripley’s Believe It or Not" nel mondo. Alla domanda se nelle prime versioni, del 1949 e del 1953, dei taccuini magici e del "Libro delle Ombre" (Book of Shadows) di Gardner ci fossero elementi che non provenissero da fonti note nel mondo dei movimenti esoterici degli anni 1940, Kelly risponde negativamente. Tutto può essere fatto risalire a rituali e opere di Aleister Crowley, della Golden Dawn, della Società Teosofica e della massoneria, con derivazioni occasionali da classici della letteratura inglese e dalle opere di Leland e della Murray. L’unica aggiunta riguarda lo scourging, una blanda flagellazione rituale, che Kelly attribuisce più alle preferenze sessuali di Gardner che a una presunta tradizione antica. Ronald Hutton accetta sostanzialmente la tesi di Kelly, con l’unica differenza che attribuisce la scelta dello scourging all’opportunità di trovare un metodo facile per provocare stati alterati di coscienza piuttosto che a presunte e non provate tendenze sado-masochistiche di Gardner. Dal canto suo, Doreen Valiente (1922-1999), allieva preferita di Gardner fino alla rottura avvenuta nel 1957, considerata da molti la madre della Wicca contemporanea, ha maturato su questa controversia diverse posizioni nel corso di una lunga carriera nella neo-stregoneria. Nei suoi ultimi scritti, Doreen Valiente riferisce che Gardner ammetteva di avere copiato parti del rituale da Crowley e da Leland, e conferma quanto sostenuto da Kelly a proposito di importanti revisioni al "Libro delle Ombre" operate dalla stessa Valiente fra il 1953 e il 1957 per eliminare una serie di riferimenti massonici e crowleyani. In polemica con Kelly, Doreen Valiente sostiene però che Gardner - avendo ammesso una serie di episodi poco onorevoli a proposito del suo uso di "prestiti" letterari - non aveva alcuna ragione di mentire quando continuava, fino alla morte, a sostenere di essere veramente entrato in contatto con una congrega di stregoneria della New Forest di origini celtiche. Allo stesso Crowley, del resto, sono stati attribuiti contatti con una tradizione di stregoneria ereditaria che risalirebbe a George Pickingill (1816-1909). La tesi, proposta da Bill Liddell nel 1974 e ripetuta da molti altri autori, è stata smontata da Hutton e da altri: Crowley non si è mai interessato alla stregoneria moderna o antica (se non per criticarla come magia di tipo "inferiore"); non esistono prove documentali né di contatti fra Crowley e Pickingill, né fra quest’ultimo (un contadino di Canewdon, nell’Essex, che operava come cunning man, o mago folklorico di paese, reso celebre negli anni 1960 da studi del folklorista Eric Maple) e ambienti magici "colti". Né si deve dimenticare che l’eventuale contatto - non provato - di Gardner, direttamente o tramite Crowley, con una tradizione di stregoneria più antica non riporterebbe comunque al paganesimo precristiano, a meno di prendere letteralmente per buone le tesi della Murray, cosa che anche i suoi critici più benevoli non sono oggi disposti a fare.

Sarebbe però sbagliato credere che la Wicca contemporanea sia prigioniera del dibattito sulle sue origini. Come scrive Margot Adler, "molti di coloro che partecipano al revival neo-stregonico accettano la Vecchia Religione Universale più come una metafora che come una realtà letterale"; per altri, "la questione delle origini non è importante". Un esponente della Wicca gardneriana, Ed Fitch, dichiara: "Oggi, naturalmente, abbiamo tutti capito che non è importante se la tua tradizione è antica di quarantamila anni o se è stata creata la settimana scorsa. Se hai stabilito il contatto giusto con la Dea o con il Dio nel subcosciente, e con altre forze di questo genere, allora hai realizzato la cosa importante" (Drawing Down the Moon, Beacon Press, Boston 19862, pp. 87-88).

Il mondo della Wicca (e della neo-stregoneria in genere, dal momento che - specie al di fuori del mondo di lingua inglese - non tutti accettano l’etichetta Wicca) è una costellazione instabile di gruppi in genere piccoli che si formano, si dividono, si ritrovano in festival annuali, leggono gli stessi giornali (a loro volta peraltro spesso effimeri) e frequentano le stesse librerie. Non vi è dubbio, tuttavia, che si tratti - almeno nella maggioranza dei casi - di veri e propri movimenti, e non soltanto di un ambiente: spesso sono assunti nomi come "federazione" o perfino "Chiesa", che indicano chiaramente il proposito di organizzarsi. Dal punto di vista dottrinale, la sottolineatura del valore del politeismo e di un certo (neo-)celtismo "religioso" come fermento di libertà e di rifiuto delle gerarchie si ricollega al carattere effimero della maggioranza dei gruppi della Wicca. È altrettanto vero che le "streghe" e gli "stregoni" si sentono, in genere, parte dello stesso movimento, nonostante le loro divergenze. In questo senso, è forse meno essenziale di quanto molti credono la distinzione fra vari filoni: gardneriani ortodossi, gruppi "ereditari" (i cui iniziatori mettono in dubbio il resoconto di Gardner ma affermano di avere trovato autentiche tradizioni stregoniche nella propria famiglia), "alexandriani" - che derivano dal colorito Alex Sanders (pseudonimo di Orrell Alexander Carter, 1926-1988), il quale rivendicava a sua volta una tradizione familiare che gli sarebbe stata trasmessa dalla nonna -, "dianici" (di impronta femminista, diffusi soprattutto negli Stati Uniti intorno a figure come Miriam Simos, "Starhawk", e Zsuzsanna Szilágy, "Z Budapest"), "eclettici". Si tratta di un movimento - composto in genere da persone acculturate di ceto medio-alto - che ha compiuto negli ultimi anni un notevole sforzo di pubbliche relazioni per migliorare la propria immagine e distinguersi dal satanismo e dalla magia sessuale di tipo crowleyano. Mentre alcuni gruppi hanno proposto di evitare i termini "streghe" e "stregoneria" (preferendo parlare in modo meno provocatorio di "paganesimo"), la maggioranza non ha intenzione di cambiare nome. Nel mondo, diverse decine di migliaia di persone sono coinvolte in questo movimento. I paesi dove la Wicca è più forte - gli Stati Uniti e l’Inghilterra - cercano di superare una fase iniziale in cui il movimento si è definito soprattutto per il suo essere "contro" il cristianesimo, ponendosi in modo più propositivo e avviando perfino caute esperienze di dialogo con altre religioni, denominazioni cristiane comprese. Si calcola che nell’area anglosassone partecipino al movimento circa centocinquantamila persone, meno di un terzo delle quali hanno ricevuto una formale iniziazione in una congrega o coven. Molto minore è la presenza - nell’ordine delle poche migliaia, se non delle centinaia di persone in ciascun paese - nell’Europa continentale e in America Latina.

La Wicca non ha un’organizzazione internazionale unitaria, né - a stretto rigore - organizzazioni nazionali. La corrente principale (quella che si riconosce nella stessa parola Wicca) accetta il principio del Rede ("se non danneggia nessuno, fai ciò che vuoi", una "legge" che secondo Hutton, più che essere di origine antica, sarebbe stata creata da Gardner sulla base della "Legge di Thelema" di Crowley, con l’importante correttivo dell’invito a non danneggiare nessuno) e la "Legge del tre" secondo cui sia il bene sia il male fatto ad altri ritornano "tre volte ricambiati". Non vi è neppure una dottrina unitaria, e il riferimento al politeismo è interpretato in modi molto diversi (così come diverso è il tipo di "esistenza" attribuito alle divinità). I rituali presentano importanti variazioni da gruppo a gruppo, anche se riferimenti all’originario Libro delle ombre di Gardner pervadono quasi tutto il movimento. Negli ultimi anni, aumentando la difficoltà di fondare o di aderire a un coven (organizzazione per sua natura piccola e chiusa), vi è stata una vera e propria esplosione dei "praticanti individuali", che si "auto-iniziano" tramite libri o Internet e non aderiscono a gruppi organizzati. Anche costoro fanno parte di un movimento che travolge le tradizionali distinzioni fra magia e religione: la Wicca propone una magia "che funziona" e che diventa, per il praticante, una religione, a proposito della quale la categoria di "religione della natura" è quella che incontra il consenso maggiore fra gli studiosi recenti.

Anche in Lombardia esistono sia un certo numero di gruppi o "congreghe" (molti dei quali effimeri o precari: se ne troverà traccia sul sito Internet di coordinamento www.streghe.com), sia praticanti individuali che accettano i principi generali così come sono stati elaborati in Inghilterra e negli Stati Uniti, sia - ancora - altri i quali pensano che la struttura e le regole della Wicca siano tipicamente anglosassoni e non si applichino necessariamente alla ricca tradizione della stregoneria italiana. Vi sono persone in Italia che si definiscono "streghe" ma che non si considerano parte della Wicca, preferendo attingere ai vari patrimoni regionali italiani. Il movimento rimane essenzialmente fluido e poco organizzato, anche se ha trovato in Internet uno strumento di coordinamento particolarmente adatto ai suoi scopi.

All’area della Wicca si possono apparentare anche gruppi italiani che hanno un’organizzazione di tipo più stabile e gerarchico. Nata nel 1992 con il nome Federazione Pagana, Sacre Radici (con sede principale a Forlì e qualche aderente in Lombardia) si presenta per esempio come una rete neopagana nazionale che accoglie tutte le tradizioni pagane, e ne fanno parte persone che studiano e praticano le più svariate correnti: da quella greco-romana a quella nordica, a quella sciamanica, e così via. La fondatrice - Zoe Red Bear - è peraltro molto vicina alla tradizione californiana detta Reclaiming, fondata all’inizio degli anni 1980 da Miriam Simos ("Starhawk"), che si presenta insieme come centro di neo-stregoneria e collettivo femminista; questa tradizione riconosce due principi cosmici generatori, il Grande Principio Femminile e il Grande Principio Maschile, che si manifestano in una molteplicità di dei e dee. Essere politeisti significa per Sacre Radici (da non confondersi con la Federazione Pagana legata all’Istituto Mediterraneo di Studi Politeisti, realtà con la quale esiste tuttavia un cordiale e stretto rapporto di collaborazione) onorare tutte le diversità in campo ecologico, etnico, politico, religioso e sessuale. Del resto, per Sacre Radici, "tutto è sacro", e "tutto è vivo" - almeno per chi sappia riconoscere il divino in ogni cosa esistente.

Un altro gruppo internazionale, la cui presenza in Italia si concentra nell’area milanese, è la Fellowship of Isis, fondata nel 1976 da Olivia Durdin-Robertson, che ha sede presso il Castello di Clonegal, in Irlanda, ed è uno dei gruppi internazionali più importanti fra quelli che orientano la Wicca in una direzione "dianica" o femminista e si consacrano alla Dea. La Fellowship of Isis ha riconosciuto in Italia la Loggia Golden Shaman di Milano, che si definisce "Movimento Spirituale Creativo per il Benessere nella Comunità Globale". La Loggia, fondata e presieduta dal "ministro di culto" Athos Ubaldi, esoterista dalle molteplici iniziative, ha un approccio eclettico, a metà strada fra Wicca e correnti neo-sciamaniche e druidiche. Gli sciamani (o meglio gli Shaman) sono coloro che hanno risvegliato le proprie potenzialità attraverso una iniziazione al Culto Primordiale degli Antenati. Essi credono nell’immortalità spirituale e fisica, nella trasmutazione e nella reincarnazione in altri Universi paralleli al nostro. Le principali guide dell’umanità, anche senza iniziazione, sono "naturalmente" Shaman: nella lista proposta da Ubaldi figurano Platone, Gesù Cristo, Dante Alighieri (1265-1321), Galileo Galilei (1564-1642), John Toland, Albert Einstein (1879-1955), Albert Bruce Sabin (1906-1993), Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948), Bertrand Russell (1872-1970), Madre Teresa di Calcutta (1910-1997) e Padre Pio da Pietralcina (1887-1968), accanto a Gerald Gardner e alla stessa Olivia Durdin-Robertson. Ci sono Shaman anche su altri pianeti. L’uomo, diventato Shaman, acquisisce il Sacro Linguaggio Primordiale del Silenzio e, gradualmente, accede a un livello di coscienza superiore. Tale livello si manifesta in poteri come le percezioni extrasensoriali, la telepatia, la veggenza, la guarigione e l’autoguarigione. Sul piano sociale, lo Shaman è anche in grado di contribuire all’equilibrio ambientale, a tutto vantaggio della Comunità Globale del XXI secolo. In pratica la Loggia Golden Shaman propone un’ampia serie di corsi di magia rituale, astrologia e telepatia, e organizza eventi rituali, tra cui la Festa dell’Equinozio di Primavera, celebrata nei boschi alla vigilia della data dell’equinozio e riservata agli iniziati. Dopo avere scelto un sito appropriato ed essersi disposti in cerchio, tredici iniziati danno vita al rito. L’officiante (Ubaldi), ricoperto dal mantello blu e rosso e con la stella pentagrammatica, inizia il rito della chiamata delle energie universali che plasmano il pianeta Terra e l’intero Universo, per fortificare gli umani e tutti gli esseri viventi. Chiama poi i quattro elementi, per invocare i benefici che ciascuno attende per sé e per l’umanità. Evoca le principali guide dell’umanità (da Platone, appunto, fino a Olivia Durdin-Robertson) e gli antenati. Il rito può comprendere domande particolari, per i partecipanti e anche per terzi che a loro si rivolgono. La molteplicità di attività di Athos Ubaldi (dall’ufologia al druidismo) conferisce in ogni caso alla Loggia Golden Shaman, anche rispetto alla Fellowship of Isis internazionale, caratteristiche proprie e assolutamente peculiari. Athos Ubaldi continua peraltro a essere il punto di riferimento in Italia di Unarius, una religione dei dischi volanti californiana. La formula fondamentale della Loggia Golden Shaman è il Credo Spirituale degli Antenati, di vaga ispirazione pagano-tradizionale. Si tratta di un dodecalogo che recita: "1- Credo nel Grande Arcano, Eterno Amore, Potere, Conoscenza e Verità. 2- Credo nel Grande Spirito e negli Antenati che danno Vita, Amore e Intelligenza all’Universo, agli Universi Paralleli e a tutte le sue Creature. 3- Credo nell’Immortalità Spirituale e Materiale. 4- Credo nella Reincarnazione e nel Risveglio delle Memorie. 5- Credo nei Codici di Luce. 6- Credo nella Trasmutazione dello Spirito e della Materia e nella Trascendenza. 7- Credo nell’esistenza di altri mondi, visibili e invisibili, e di altri mondi abitati. 8- Credo nell’esistenza della Verità Eterna, della Conoscenza e dell’Amore Universale. 9- Credo nel Culto Spirituale degli Antenati e nel Potere Cosmico. 10- Credo nel Potere del Linguaggio Spirituale del Silenzio che mi realizza e mi rende felice sul pianeta Terra. 11- Credo nell’esistenza in ogni essere di una parte Divina, che si unisce agli Antenati e al Grande Spirito e all’Eterno Arcano. 12- Credo nella Iniziazione Shaman, che mi illumina e mi porta alla Conoscenza dell’Eterna Verità".

La corrente neo-sciamanica

Anche se il riferimento agli sciamani di varie culture si ritrova spesso in tutta l’area nordica, e pure in quella "celtica", la corrente neo-sciamanica principale fa riferimento a Carlos Castaneda e ai suoi numerosi imitatori, continuatori e discepoli indipendenti. Quattro dei "Gruppi di pratica di Tensegrità" che in Italia fanno riferimento a Castaneda si trovano in Lombardia: a Milano, Brescia, Bergamo e Varese.

Per quanto si tratti di una delle figure più importanti nell’ambiente della nuova religiosità contemporanea, Carlos Castaneda (1925?-1998) - anche dopo la morte - rimane un personaggio misterioso. Quando entra all’Università della California a Los Angeles nel 1959, Castaneda dichiara di essere nato a San Paolo, in Brasile, nel 1935, e di essere figlio di un professore universitario. I documenti della sua immigrazione negli Stati Uniti lo dichiarano invece nato a Cajamarca, in Perù, nel 1925, e affermano che il padre era un gioielliere. Altre fonti lo dichiarano nato nel 1923. Sembra che emigrando negli Stati Uniti, nel 1951, Castaneda lasci in Perù, incinta, una moglie di origine cinese. Si dichiara comunque celibe e sposa Margaret Runyan nel 1960 (dopo alti e bassi, divorzieranno nel 1973). Nel 1962 consegue il primo grado universitario (B.A.) in antropologia. Continua a studiare per ottenere un dottorato, e nel 1968 - quasi improvvisamente - diventa famoso in tutto il mondo quando la casa editrice della sua università, la University of California Press, pubblica The Teachings of Don Juan (e la traduzione italiana, A scuola dallo stregone, uscirà nel 1970). Nel libro, Castaneda racconta i suoi incontri con Don Juan Matus, un nagual o sciamano messicano di etnia yaqui che avrebbe incontrato per caso a Nogales, in Arizona, a una fermata dell’autobus nel 1960. Don Juan avrebbe introdotto il giovane studente a straordinarie avventure spirituali, alcune delle quali "aiutate" dall’uso di sostanze tratte da diverse piante allucinogene. Nell’epoca della "rivoluzione psichedelica", il libro diventa un bestseller internazionale. Nel 1971 Castaneda pubblica Una realtà separata, affermando di avere con questo secondo volume completato la sua trascrizione degli insegnamenti di Don Juan. Gli editori, tuttavia, premono per ulteriori libri, e non manca qualche critica nei confronti di quella che ad alcuni sembra una promozione delle droghe psichedeliche. Così, nel 1973, Castaneda afferma di avere incidentalmente ritrovato appunti che erano andati perduti, da cui emerge che le droghe non sono strettamente necessarie per raggiungere stati alterati di coscienza. È il tema di Viaggio a Ixtlan, che è accolto positivamente dall’ambiente degli antropologi. Sulla base - tra l’altro - di questo volume, l’Università della California gli concede il dottorato, e anche un’autorità come Mary Douglas afferma che si tratta di scoperte antropologiche di notevole importanza.

L’antropologia accademica non è, tuttavia, il principale interesse di Castaneda, che preferisce dedicarsi all’insegnamento spirituale. Negli anni 1970 afferma di avere incontrato di nuovo Don Juan Matus, e ne nascono ulteriori volumi. Più tardi si apprende - da Castaneda - che Don Juan è morto, ma ne rimangono in circolazione tre discepole (Carol Tiggs, Florinda Donner-Grau e Taisha Abelar), tuttora viventi, che collaborano con l’antropologo. Negli ultimi anni - precedenti alla morte che lo coglie nel 1998 a Westwood (California) - rielabora il suo insegnamento sotto il nome di "tensegrità". Il nome indica la versione rielaborata di alcuni movimenti chiamati "passi magici" che sarebbero stati sviluppati dagli sciamani messicani fin da epoca precolombiana ma che si troverebbero nello sciamanismo di tutte le culture (da cui il grande interesse dell’ultimo Castaneda per il mondo celtico). Gli sciamani - pur non essendo in grado di elaborare teoricamente quello che intuitivamente percepivano - si rendevano conto che nell’universo esiste un grande flusso di energia, che normalmente è trasformato in dati sensoriali e crea il mondo della vita quotidiana così come noi lo conosciamo. Gli stregoni erano capaci di "vedere", cioè di cogliere l’energia direttamente, quindi di percepire gli stessi esseri umani come sfere luminose e campi di energia. In ogni persona umana si "vede" così una zona di intensa luminosità all’altezza delle scapole, dietro la schiena, chiamata "punto di assemblaggio", dove convergono miliardi di campi di energia. Nel "punto di assemblaggio" avviene propriamente la trasformazione dell’energia in dati sensoriali, e anche l’interpretazione di quegli stessi dati. Durante il sonno, il "punto di assemblaggio" si sposta dalla sua posizione e, maggiore è lo spostamento, più singolari diventano i sogni. Gli sciamani sviluppano l’arte del sognare, cioè la capacità di spostare volontariamente il "punto di assemblaggio" fino a "vedere" l’energia e i suoi campi in forma di filamenti luminosi, molto al di là dei normali processi cognitivi, accedere a campi di energia diversi da quelli abituali, interpretarli diversamente, raggiungere livelli di consapevolezza infiniti. In questo stato, lo stregone sviluppa stati superiori di coscienza, agilità e benessere. Nello stato di veglia, è possibile ritrovare quanto si è conquistato tramite l’"arte del sognare" eseguendo certi movimenti del corpo, i "passi magici". La "tensegrità" (che implica tensione e integrità) insegna i passi magici, trasmessi nelle culture tradizionali di sciamano in sciamano, agli uomini e alle donne di oggi.

Castaneda non ha fondato un movimento - e meno ancora una religione - ma sono nati nel mondo numerosi gruppi di pratica. Il maestro insegnava peraltro che per ricevere i benefici dei passi magici non è, a rigore, necessario praticare in un gruppo. Ci sono persone, e anche passi, che è preferibile sperimentare individualmente. Questo non significa che i discepoli di Castaneda non abbiano una cura particolare per l’integrità del pensiero del maestro. I gruppi non autorizzati sono denunciati come "parassiti", e la società cui l’antropologo ha lasciato in eredità i suoi diritti d’autore, la Cleargreen Incorporated, ha anche promosso diverse cause legali. La morte - presentata dai discepoli come una "partenza" percepita dal maestro "con piena consapevolezza" -, che è stata annunciata solo due mesi dopo, non ha fatto cessare le polemiche. In particolare, fin dal 1976, uno psicologo, Richard de Mille e un antropologo, Hans Sebald, hanno attaccato il valore scientifico delle opere di Castaneda, e messo in dubbio che Don Juan Matus sia mai esistito. La moglie divorziata di Castaneda, Margaret - impegnata in una causa per l’eredità contro la Cleargreen -, ha confermato questi dubbi. Essi, peraltro, non sembrano scuotere decine di migliaia di praticanti in tutto il mondo, per i quali gli insegnamenti di Don Juan - alla cui esistenza, comunque "credono" - in ogni caso si ritrovano in culture diverse ("celtica" compresa) e inoltre "funzionano", e meritano quindi di essere praticati.

In margine al successo di Castaneda in Lombardia, un cenno va fatto pure a L’Arte di Vivere Consapevolmente (Arte de Vivir a Propósito, AVP) di Victor Sanchez, un buon esempio di come gli emuli di Castaneda finiscano per entrare in conflitto con la Cleargreen e con la Tensegrità su questioni sia di diritto d’autore, sia di sostanza. Victor Sanchez Bücher, un antropologo messicano, è stato divulgatore delle opere di Castaneda, di cui ha proposto un’applicazione pratica in settantasei esercizi. D’altro canto, sulla scia di Castaneda, Sanchez afferma pure di essere entrato in contatto con i discendenti degli antichi toltechi, i Wirrarika, e di averne ricavato insegnamenti e pratiche originali, che oggi - proposti da Sanchez e dai suoi collaboratori attraverso workshop e seminari - permettono di accedere a stati superiori di coscienza nella vita quotidiana di ogni giorno. Nello stesso tempo, Sanchez afferma di praticare un’anti-antropologia, che non mira a cambiare i discendenti dei toltechi, ma piuttosto a preservare la loro sacra eredità. Per coloro che non possono frequentare un seminario, la AVP propone anche quattro corsi per corrispondenza. Dopo i seminari tenuti da Victor Sanchez in Italia, c’è stata anche la partecipazione di italiani alle attività tenute in Messico. Tutto questo mentre continua l’opposizione delle organizzazioni di Castaneda, che vedono nelle attività della AVP (dove i riferimenti ad altre tradizioni sono peraltro più rari) soltanto una grossolana violazione dei loro diritti, e un’imitazione del cammino del maestro, per definizione inimitabile.

Trascurando qui gruppi, che pure hanno aderenti in Lombardia, che appaiono legati quasi esclusivamente a una tradizione andina, dove il collegamento sciamanismo-celtismo è pressoché assente (come la Fratellanza Solare degli Intic Churincuna e la Tradizione Spirituale Andina Kausay Puriy), dedichiamo invece qualche osservazione al Centro Om - Associazione per la Medicina e la Psicologia Umanistica, che ha sede a Milano. Il Centro Om è fondato a Milano, nel 1982, da Pierluigi Lattuada e dalla moglie Marlene Silveira con l’intento di sensibilizzare l’individuo nei confronti delle proprie potenzialità e della propria dimensione spirituale. Il presidente del centro è Pierluigi Lattuada, medico chirurgo specializzato in psicologia clinica e psicoterapeuta; contemporaneamente agli studi accademici segue una formazione in medicina tradizionale cinese, medicina omeopatica e iridologia, e un percorso formativo in terapie psicocorporee, con particolare attenzione all’approccio umanistico e transpersonale. Il contatto con il Brasile e le pratiche sciamaniche sudamericane gli consentono di percorrere un cammino personale di trasformazione che tiene conto di tutte le spiritualità tradizionali, "celtica" compresa, e lo conduce a elaborare con la moglie la teoria e la pratica della Biotransenergetica (BTE). Marlene Silveira - psicologa e sensitiva - vede sin da bambina dei colori e cose attorno alle persone e percepisce i piani sottili di esistenza. Secondo il suo resoconto, i genitori la puniscono talora a causa di queste stranezze, ma non riuscendo a porvi fine, la conducono da medici e psichiatri, senza peraltro ottenere alcun risultato. In seguito trascorre sette anni come missionaria laica nelle favelas di Belo Horizonte, in Brasile. In questo periodo afferma di avere potuto accedere, grazie a un insegnamento diretto da maestro a discepolo, a dottrine antiche e segrete che gli schiavi si erano portati con sé. Giunta in Italia, dopo avere intrapreso gli studi di biologia, conosce Pierluigi Lattuada, con il quale si sposa e integra le proprie esperienze e conoscenze, per poi laurearsi in psicologia. L’impegno clinico e l’elaborazione teorica conducono, nel 1986, alla creazione della BTE e del relativo Istituto di Biotransenergetica che si occupa della didattica, studio, ricerca in BTE e della formazione di operatori, docenti, trainer e terapeuti (una dozzina dei quali operano presso il centro). Sono proposti due tipi di percorsi: i Percorsi di Trasformazione intendono introdurre a specifiche pratiche di BTE (la partecipazione ai singoli seminari fornisce dei "crediti" utilizzabili qualora si desideri intraprendere un Percorso di Formazione); i Percorsi di Formazione si articolano secondo diversi indirizzi, ognuno con un intento specifico. L’indirizzo evolutivo si propone di favorire esperienze interiori, fornire una metodologia e strumenti di trasformazione della coscienza e di autoguarigione per compiere un cammino psico-spirituale personale, secondo le linee indicate dalla BTE; l’indirizzo pedagogico si rivolge a chi ha già percorso o sta compiendo un cammino psico-spirituale; questi, se lo desidera, può imparare a insegnare la BTE. La struttura del training prevede un percorso di trasformazione personale e di formazione, che si attua attraverso la partecipazione a seminari esperienziali; l’indirizzo terapeutico, invece, offre a medici e psicologi una formazione in psicoterapia transpersonale secondo la metodologia biotransenergetica. L’indirizzo pedagogico e terapeutico si svolgono nell’arco di sette anni (quattro più tre di supervisione) e consentono l’ottenimento delle qualifiche di assistente (due anni), operatore (quattro anni) e docente e trainer di BTE. Il Centro Om organizza e partecipa a molti corsi, seminari, conferenze e congressi sia nazionali sia internazionali; è membro fondatore della FAIP (Federazione Associazioni Italiane di Psicoterapia), dell’EAP (European Association Psychotherapy), dell’ATP (Association Transpersonal Psychology) e dell’AIPC (Associazione Italiana per la Psicoterapia Corporea); e ha sedi - oltre che a Milano - in tre città del Veneto: Padova, Venezia e Vicenza. I seminari introduttivi e Percorsi di Formazione e Trasformazione in Biotransenergetica sono svolti in diverse località italiane.

La BTE - che può essere considerata come una psicoterapia transpersonale - si propone come disciplina psico-spirituale di nuova concezione le cui radici si trovano nella tradizione arcaica dello sciamanismo e nel movimento transpersonale. In base all’esplorazione delle dimensioni dell’esperienza interiore, la psicologia transpersonale individua una serie di confini (coscienza, memoria, evoluzione, morte) che limitano l’uomo nella sua visione del mondo. La conoscenza e la trascendenza di tali confini è prerogativa del movimento transpersonale. Ai nostri giorni, sia le acquisizioni della fisica quantistica sia l’emergere del nuovo "paradigma olistico" e del movimento transpersonale forniscono nuove convalide e un nuovo impulso alla eredità sciamanica (o "tradizione primaria"), mantenuta e sviluppata nel corso dei secoli da diverse tradizioni quali lo yoga, il tantrismo, il buddhismo tibetano, il taoismo, la spiritualità nordica precristiana, le tradizioni degli indiani d’America o delle popolazioni afro-sudamericane. I fondatori della BTE hanno sviluppato nel corso degli anni un preciso modello teorico e una specifica metodologia, che dichiarano di avere messo a punto in più di ventimila ore di lavoro clinico. La BTE si propone come una "tecnologia del sacro", la quale attinge da un ampio sistema di conoscenze e di esperienze: contatto con le forze elementali, trance, moderna ricerca sugli stati di coscienza, sviluppo delle potenzialità proposto dalla psicologia umanistica, espressione degli archetipi dell’inconscio collettivo, ricerca della visione, dialogo con gli "spiriti guardiani", visualizzazioni creative, canti, mantra e danze delle diverse forze naturali, spazi superconsci, silenzio della meditazione, qualità più elevate favorite dalle metodiche della psicologia transpersonale, cerimonie rituali arcaiche, viaggi sciamanici, sistemi teorici della visione olistica, principi della fisica moderna quali le "connessioni non locali" o il "collasso della funzione d’onda", esercizi psicofisici reichiani, lavoro sui chakra, sul campo aurico e contatto con la dimensione spirituale. Risulta evidente come la BTE, definita "sciamanesimo moderno", anche se procede dal campo della medicina e della psicoterapia - seppure "di frontiera" - trascenda i limiti di una pratica esclusivamente psicoterapeutica, e pertanto essa è proposta a chiunque voglia realizzare la piena espressione della propria "Natura Intima o Essenza Spirituale", il riconoscimento delle proprie qualità e la padronanza dei propri stati di coscienza.

Celtismo e magia cerimoniale: la Society of Inner Light

Nell’ambito della magia cerimoniale moderna emergono spesso riferimenti celtici, ma un gruppo merita di essere segnalato in quanto tali riferimenti diventano cruciali: la Society of Inner Light, un movimento assai discreto e riservato che conta però aderenti italiani anche in Lombardia, nell’area milanese.

Theodore William Carte Moriarty (1873-1923), educato come cattolico e in seguito asceso ai più alti gradi della massoneria, guida nei primi anni del XX secolo a Londra una cerchia piccola ma attiva di discepoli che lo considerano appartenente a un misterioso Ordine di Melchisedec, di natura più che umana. Uno dei simboli della scuola di Moriarty - un caduceo a tre spire - simboleggia, nella mente dei suoi discepoli, l’incontro fra tre scuole spirituali di cui il suo insegnamento costituirebbe una sintesi (anche se sembra che egli non abbia formalmente fatto parte di nessuna delle tre): la Società Teosofica, l’Ordine Ermetico della Golden Dawn e la Società Ermetica di Anna Bonus Kingsford (1846-1888), quest’ultima fondatrice all’interno della Teosofia di una "Loggia Ermetica della Società Teosofica" destinata a riunire i teosofi interessati all’"esoterismo cristiano" - o meglio a una presentazione della Teosofia in termini cristianeggianti - che tuttavia, a poco a poco, si distacca dalla società fondata da Madame Helena Blavatsky (1831-1891) per divenire, semplicemente, la Società Ermetica. Nel 1923, molti anni dopo la sua morte, è fondata a Londra una Loggia Mistica Cristiana della Società Teosofica che ha molto in comune con la vecchia Loggia Ermetica della Kingsford. La fondatrice della Loggia Mistica Cristiana è venuta alla Società Teosofica dopo una serie di visioni del Maestro Gesù e del Maestro R. (cioè, in ambiente teosofico, Saint Germain), fa parte del circolo dei discepoli di Moriarty e - negli stessi anni, seguendo il simbolo del caduceo moriartiano - frequenta anche la Golden Dawn. Il suo nome è Violet Firth, ma il mondo esoterico è destinato a conoscerla come Dion Fortune (1890-1946), in un certo senso - come è stato più volte notato - la risposta femminile ad Aleister Crowley. Violet Mary Firth porta il cognome famoso di una famiglia di magnati dell’acciaio di Sheffield e si appassiona già in giovane età alla psicoanalisi, diventando a ventitré anni una delle analiste meglio pagate di Londra. Da un interesse giovanile per la Christian Science, trasmessole dalla madre, passa, negli anni immediatamente precedenti la Prima guerra mondiale, ai contatti con la Società Teosofica, non del tutto infrequenti in ambiente psicoanalitico. A vent’anni avrebbe anche avuto una esperienza sgradevole con una donna che avrebbe cercato di "controllarla" magicamente, provocandole una serie di danni psichici ma inducendola anche a imparare come difendersi in futuro da attacchi simili. Dopo avere partecipato durante la Prima guerra mondiale - secondo un patriottismo che rimarrà un tratto distintivo del suo carattere - allo sforzo per una "agricoltura nazionale", diventa una delle discepole piu entusiaste di Moriarty, di cui piu tardi avrebbe dato un ritratto nei suoi romanzi nella figura del dottor Taverner. L’insegnamento di Moriarty ruota intorno a una sorta di "cristianesimo atlantideo" - e celtico -, che dà grande importanza ai misteri di Atlantide e alla continua apparizione nella storia di incarnazioni del principio-Cristo - talora accompagnato da un principio femminile (Iside) -, ciascuno con i suoi sacerdoti e sacerdotesse all’interno di una cosmologia fondamentalmente gnostica che gli allievi di Moriarty raccolgono nel 1923 (l’anno della sua morte) nel volume a circolazione privata Aforismi della Creazione e Principi Cosmici, che è la base della Dottrina cosmica di Dion Fortune. Già prima della morte di Moriarty - mentre mantiene i contatti con la Società Teosofica - Violet Firth è iniziata, nel 1919, nel tempio londinese Alpha et Omega della Golden Dawn, dove assume il motto e nome iniziatico "Deo, non Fortuna", da cui ricava lo pseudonimo Dion Fortune. Espulsa dalla Golden Dawn nel 1924 per avere asseritamente rivelato segreti dell’ordine nella sua Filosofia esoterica dell’amore e del matrimonio, comincia a ricevere rivelazioni da diversi maestri: Melchisedec, Socrate (470-399 a.C.), Lord Thomas Erskine (1749-1823; un uomo politico a suo tempo Cancelliere dello Scacchiere in Inghilterra) e "David Castairs", un giovane ufficiale che sarebbe caduto nella Prima guerra mondiale a Ypres (anche se i biografi di Dion Fortune non hanno rintracciato alcun caduto a Ypres con questo nome). Nel 1927 Dion Fortune sposa il medico Thomas Penry Evans (1892-1959), che porta nel gruppo interessi e tendenze di tipo celtico-pagano. Nel 1928 la Loggia Mistica Cristiana della Società Teosofica diventa la Community (poi Fraternity, quindi Society) of the Inner Light, con un centro a Londra e uno a Glastonbury. Negli anni formativi dell’organizzazione (1928-1938) Dion Fortune pubblica gran parte dei suoi insegnamenti in forma di romanzi. In questo periodo vive - con il marito e alcuni discepoli - esperienze di invocazione e di evocazione magica, in cui ritrova vite passate ad Atlantide o nell’Inghilterra celtica ed evoca maestri e divinità. Intorno al 1935 - l’anno in cui pubblica La cabala mistica, da molti considerata il suo capolavoro - comincia a officiare nella ex-chiesa presbiteriana del Belfry i "riti di Iside" descritti più tardi in forma letteraria nel romanzo Moon Magic. Con l’inizio della Seconda guerra mondiale, Dion e il suo ordine perdono alcuni dei membri principali. Nel 1932 Dion era riuscita a interessare alle attività del suo movimento magico Christine Campbell Thomson (1897-1985) che la rappresentava come agente letterario dal 1926. Sembra che Dion abbia per tempo notato una certa simpatia fra suo marito Thomas e Christine, e che questa osservazione non sia stata estranea alla sua decisione di indurre la nuova allieva a compiere le sue operazioni magiche piuttosto in coppia con il colonnello Charles Richard Foster Seymour (1880-1943). Nonostante queste precauzioni, Thomas Penry Evans lascerà comunque Dion Fortune (e la Società) nel 1939 per sposare una collega in medicina del tutto disinteressata alla magia. Seymour - che viene, come Moriarty, da un passato massonico (e probabilmente anche dalla Golden Dawn) - e Christine (divenuta, in seconde nozze, Hartley) emergono come i maghi più brillanti della Società. Non manca chi ha sostenuto che la stessa Dion Fortune avesse capacità magiche più teoriche che pratiche, e che sia il marito Evans sia Seymour siano rimasti delusi dal "lavoro" pratico con lei. È certo, in ogni caso, che Seymour trova in Christine una partner magica assolutamente congeniale; il loro rapporto - pure non privo, pare, di aspetti sessuali - non è tuttavia quello di comuni amanti. La loro "danza agli Dei", di cui ci sono rimaste le trascrizioni, resta una delle più impressionanti testimonianze di magia evocatoria nel XX secolo. Sembra che i maestri con cui la coppia era entrata in contatto fossero cambiati rispetto ai signori dei tre raggi di Dion (restando fermo il contatto con Melchisedec): rimaneva un "Lord E", che tuttavia sembra non fosse piu Lord Erskine ma Lord Eldon (1751-1838), l’uomo politico che aveva prima preceduto e poi seguito Erskine come Cancelliere dello Scacchiere nel governo inglese. Eldon - il cui nome, prima di diventare Lord, era John Scot - sarebbe stato una reincarnazione del mago medievale Michele Scoto (Michael Scot, 1175-1235) e insieme di altre personalità esoteriche. Gli altri due "signori dei raggi" di Seymour e Christine erano l’antico sacerdote egizio Kha’m-Ast e il re spartano Cleomene III (†219 a.C.). La rottura non avviene tuttavia a causa del cambio di maestri: i legami fra Eldon e Erskine rimangono misteriosi, e la stessa Dion Fortune accetta di "lavorare" con i "contatti" Kha’m-Ast e Cleomene III (che venivano, pare, dalla Golden Dawn). Ma Dion non apprezza l’eccessiva indipendenza di Seymour e di Christine (i quali costituiscono un gruppo divenuto apertamente scismatico durante la Seconda guerra mondiale, che si ricollega a una delle fazioni rimaste in vita della Golden Dawn), e, negli ultimi anni della sua vita, ritorna a una visione cristianeggiante dell’esoterismo (che aveva trascurato sotto l’influenza del marito), per quanto "celtica" e reincarnazionista. Tra le sue visioni comincia ad apparire anche la Vergine Maria. Mentre Seymour si pone, con alcune conferenze sulla rinascita pagana, fra i precursori della neo-stregoneria contemporanea, Dion Fortune sembra tornare alla tradizione di Anna Kingsford. Seymour, Christine Hartley e Dion Fortune collaborano peraltro in una grande battaglia magica condotta da Glastonbury per aiutare le truppe alleate nella loro guerra contro il Terzo Reich. Il fatto che qualche esponente politico, militare e perfino ecclesiastico britannico si sia interessato a questi esperimenti - come sembra confermato da documenti emersi recentemente - può destare sorpresa: ma non bisogna dimenticare che, negli stessi anni, i maghi del nazional-socialismo conducevano esattamente, sull’altro fronte, la stessa battaglia. Gli ultimi anni di Dion Fortune - che cerca di tenere viva e anzi di rilanciare la Società della Luce Interiore - sono crepuscolari: molto ingrassata, vestita in modo bizzarro, al centro dell’adorazione di discepoli che non hanno forse il valore di quelli degli anni 1930, è descritta da più di un visitatore come una figura in declino. Muore pressoché improvvisamente, di leucemia, nel 1946. Altri discepoli avevano deciso, nel frattempo, di andare per la loro strada.

La Society of the Inner Light ha, peraltro, continuato le sue attività sotto la guida di Arthur Chichester, di origine irlandese e cattolica che, dopo una vita avventurosa e soggiorni in Canada e in Oriente, era entrato nei servizi segreti della RAF durante la guerra. Per la verità, dopo la morte della fondatrice, la Società è diretta per qualche tempo dal suo spirito, che continua a parlare tramite medium, finché nel 1950 Chichester decide di "congedarla" dalle sue funzioni direttive. Sembra tuttavia che comunicazioni - giudicate talora genuine dalla Società - con lo spirito di Dion siano continuate ancora oltre dieci anni dopo la sua morte, finché Arthur Chichester per l’ultima volta "evocò la sua essenza ultima, il suo Sé Essenziale e in due passaggi le diede un quadro chiaro del progresso che il Gruppo stava facendo e della direzione in cui stava andando, e la congedò per il suo stesso bene verso regioni dove ella avrebbe potuto continuare il suo sviluppo. Fu in quel particolare momento che Dion Fortune iniziò l’assimilazione del suo corpo magico, la figura di Morgan LeFay, e si ritirò da ogni tentativo di influenzare le attività quotidiane della Società" (così la semi-ufficiale The Story of Dion Fortune, a cura di Charles Fielding e Carr Collins, Star & Cross, Dallas 1985, p. 125). Separato dal rapporto medianico con Dion Fortune il gruppo cambia, con nuovi "contatti" e con nuovo materiale derivato dalle capacità medianiche di membri della seconda generazione. Nonostante alcuni aderenti critichino l’orientamento del gruppo (che, in alcune fasi del suo sviluppo, sembra influenzato anche da Alice Bailey, 1880-1949, e da Scientology), la Società continua ad accrescere il numero dei suoi membri. Continua anche l’orientamento cristianeggiante della Guild of the Master Jesus (una cerchia interna cristiana costituita dai membri più cristianeggianti nella fase "pagana" della Società, cui del resto Dion si era riavvicinata negli ultimi anni della sua vita) e la celebrazione della sua peculiare versione della messa. I suoi rituali sono stati resi pubblici nel 1985 e ruotano intorno a due poli - uno positivo e uno negativo - rappresentati da un ministrante e da un lettore. Benché vi sia chi ha paragonato questi riti a quelli della Chiesa Cattolica Liberale (uno scisma vetero-cattolico di ispirazione teosofica), non si può negare che vi si trovi anche molto di Dion Fortune: e forse anche qualcosa di Anna Kingsford, la cui tradizione è così in qualche modo ancora continuata ai giorni nostri. Peraltro la Società - oscillando nel tempo fra una polarità cristiana e una non cristiana - è apparsa a molti una custode fin troppo gelosa dei testi e degli insegnamenti di Dion Fortune, che sono utilizzati in modo indipendente - e forse meno rigido - da diverse decine di altri maestri e scuole indipendenti, tra cui hanno qualche membro in Italia i Servants of the Light, fondati con altri da W. E. (Ernest) Butler (1898-1978).

Celtismo e New Age: l’Ecospirituality Foundation e il Laboratorio Musicale del Graal

Nell’accostamento eclettico alla spiritualità che va sotto il nome di New Age la componente neo-celtica è, come è noto, molto forte (con influenze evidenti anche sulla musica New Age); ma di rado si esprime in realtà organizzate. Un’eccezione è costituita dalle iniziative nate intorno a Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero, due appassionati torinesi di ricerche nel campo delle esperienze e della storia dei cosiddetti "popoli naturali", iniziative che rimangono distinte ma sono nello stesso tempo collegate fra loro. Un buon numero di persone provenienti da diverse zone della Lombardia partecipa alle esperienze da loro proposte. L’11 maggio 2000 è stata ufficializzata la costituzione della Ecospirituality Foundation, che ha come presidente Gilbert Douville, lakota sicangu del Nord Dakota, e come co-presidente Giancarlo Barbadoro. L’ecospiritualità, che come recita il suo manifesto si propone quale "dimensione di libera ricerca", è definita come un’esperienza interiore di rapporto con l’ambiente, non mediata da verità rivelate, profeti, guru o altre autorità esterne ma scaturita dal contatto libero e individuale con la natura. L’ecospiritualità è un’esperienza di tipo globale: non nel senso che valori pre-esistenti di tipo filosofico o religioso siano imposti alla natura, ma al contrario perché l’intuizione libera che nasce di fronte all’ambiente coinvolge a poco a poco tutta l’esistenza. Questa intuizione non manca peraltro di un possibile punto di riferimento e fonte esperienziale: uno stato di realtà globale, che insieme è lo stato di realtà naturale in cui tutti si riconoscono parte di un’unica esperienza e ha una dimensione invisibile e trascendente. Questo stato di realtà - che è l’Assoluto degli alchimisti, il Wakan Tanka ("Grande Mistero") delle spiritualità nativo-americane, e così via - è anche lo Shan dell’antico sciamanismo solare che si ritiene essere all’origine delle culture e civiltà megalitiche. Secondo un’opera di Giancarlo Barbadoro che risale al 1989, la parola "sciamanismo" avrebbe la stessa radice di "Shan" nell’antico linguaggio shannar, cui si lega una dottrina segreta. Questa dottrina - definita la "dottrina esoterica più antica del mondo" - parte da un’esperienza di potenzialità illimitata, il Nah, che consente di percepire l’esistenza oltre le possibilità interpretative (ma insieme limitanti) della mente. L’esperienza del Nah agisce come un sasso lanciato nell’immobilismo della vita quotidiana, che costituisce il maggiore ostacolo alla realizzazione spirituale. Dall’esperienza del Nah si passa al piano globale della realtà (Shan) conseguendo nello stesso tempo la propria realizzazione (Ashanti). Ancora oggi Barbadoro insiste sull’importanza di mantenere un legame con le antiche tradizioni, attraverso cui si è trasmesso un sapere profondo. La civiltà celtica e il mondo dei druidi, e la saga della cerca del Graal, insieme alla spiritualità nativo-americana, costituiscono punti di riferimento privilegiati anche se non unici. Un sapere millenario si è espresso nella meditazione, che non è una semplice invenzione umana, ma - come numerosi miti e leggende lasciano intendere - un dono divino e insieme una tradizione di interpretazione dello Shan. Attraverso la meditazione - che i druidi (cui la civiltà megalitica preesiste) hanno trasmesso, ma non inventato - è possibile realizzare tutte le potenzialità del silenzio interiore: quell’esperienza, appunto, che lo sciamanismo solare arcaico identificava nel concetto di Nah, e il cui perseguimento è rappresentato anche dalla cerca del Graal.

Ecco allora - pur nella distinzione - il legame fra Ecospirituality Foundation e Cerchio di Nuova Terra, un’iniziativa nata il 2 settembre 1986 a Forres, in Scozia, dove si trova la citata comunità di Findhorn, per iniziativa di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero. Lo scopo del Cerchio di Nuova Terra è promuovere la meditazione su scala planetaria come libera risposta di ciascuno al richiamo del Trascendente. L’intuizione originaria del Cerchio è stata quella di riunire in una meditazione comune e corale, alla stessa ora del martedì (il giorno della sua fondazione), le 21 italiane (20 di Greenwich), meditanti di ogni parte del mondo e di diverse scuole e tradizioni. Un Cerchio dei Catalizzatori comprende, come guide alla meditazione, figure di diversa provenienza spirituale e geografica, tra cui la stessa Eileen Caddy, co-fondatrice e animatrice della comunità di Findhorn. Attraverso questa iniziativa il Cerchio di Nuova Terra testimonia dell’esistenza dello stato di realtà globale Shan, al di sopra di ogni interpretazione culturale e confessionale. Questo stato di realtà è normalmente percepito in modo parziale, proprio a causa dei molteplici condizionamenti soggettivi: ma l’esperienza della meditazione, che è essa stessa una manifestazione dello Shan, permette di coglierlo sul suo piano reale. Il Cerchio di Nuova Terra non si propone soltanto la diffusione della meditazione, ma anche lo studio e la ricerca, così dei fenomeni naturali come della Tradizione, delle realtà spirituali e di quei fenomeni che si situano al di là dei confini del conosciuto, come per esempio i viaggi nel tempo e gli eventi ufologici. Il Cerchio di Nuova Terra patrocina così - ancora una volta senza che le distinte iniziative si identifichino - l’Associazione Culturale La Grotta di Merlino, il cui nome allude (oltre che, evidentemente, al saggio arturiano e alla spiritualità celtica in genere) alla grotta come sede dei primi santuari preistorici e insieme al mito della grotta alchemica, che attraverso ricerche "tra scienza e mistero" (condotte, tra l’altro, da un Centro di Ricerche Avanzate) e laboratori di meditazione (fra cui un Laboratorio di Ecospiritualità) esplora settori che vanno dai misteri dell’archeologia all’esobiologia, e insieme promuove una vasta attività di incontri, conferenze e corsi. Una delle "anime" della Grotta di Merlino è la riscoperta delle antiche tradizioni musicali, in particolare celtiche ed etniche. Di qui il suo rapporto con il Laboratorio Musicale del Graal, nato ufficialmente al festival Mind Body Spirit di Londra del 1986, un gruppo musicale di impronta neo-celtica che conta fra l’altro su Rosalba Nattero come voce solista e Giancarlo Barbadoro come flautista e ricercatore dell’antica musica esoterica dei druidi. Fin dalla fondazione, il Laboratorio non intendeva essere un semplice gruppo musicale ma un’esperienza assai più estesa, a partire dalla ricerca formativa sul Graal e i suoi misteri. Più recentemente, è in particolare dal Laboratorio che è nata Dreamland, esperienza di vita a contatto con la natura simbolicamente definita da un sito megalitico in costruzione e dotata di una serra biologica e di un giardino botanico.

Nota bibliografica

Buone introduzioni generali al revival delle spiritualità antico-europee sono: Michael York, The Emerging Network. A Sociology of the New Age and Neo-Pagan Movements, Rowman & Littlefield, Lanham (Maryland) 1995; James R. Lewis, Magical Religion and Modern Witchcraft, State University of New York Press, New York 1996; Helen A. Berger, A Community of Witches. Contemporary Neo-Paganism and Witchcraft in the United States, University of South Carolina Press, Columbia (South Carolina) 1999. Alcuni testi sono raccolti in Aa.Vv., Neo-Paganesimo, Stampa Alternativa, Roma 1999.

Per quanto riguarda la corrente odinista, un’eccellente introduzione si trova nel capitolo "Odinism and Ásatrú" (pp. 69-99) dell’opera di Jeffrey Kaplan, Radical Religion in America. Millenarian Movements from the Far Right to the Children of Noah, Syracuse University Press, Syracuse (New York) 1997. Classiche per il movimento (ancorché non manchino loro i critici) sono le opere di Edred Thorsson, A Book of Troth, Llewellyn, St. Paul (Minnesota) 1992; e Northern Magic, Llewellyn, St. Paul (Minnesota) 1992. La Comunità Odinista cita come fonti della mitologia di riferimento i testi raccolti in L’Edda. Carmi norreni, Sansoni, Firenze 1982. Sin dagli albori della Comunità Odinista è stampata inoltre la rivista L’Araldo di Thule; fra le pubblicazioni interne, si veda: I Fuochi di Gambara. I rituali Ásatrú -longobardi della Comunità Odinista (edito dalla Corte di Gambara nel 1998). Altri gruppi consigliano testi sulla tradizione nordica in generale come quelli di Nigel Pennik, fra cui La Tradizione Nordica, trad. it., Atanòr, Roma 1990.

Sulla "via romana", essenziali per la storia del movimento rimangono: Movimento Tradizionalista Romano, Sul problema di una tradizione romana nel tempo attuale, SeaR, Scandiano (Reggio Emilia) 1988; Renato del Ponte, Il movimento tradizionalista romano nel Novecento. Studio storico preliminare, SeaR, Scandiano (Reggio Emilia) 19872; Idem, "Les courants de la Tradition païenne romaine en Italie", Antaios, 10 (giugno 1996), pp. 166-171, di cui una versione italiana è "Le correnti della tradizione pagana romana in Italia", Algiza, 7 (aprile 1997), pp. 4-8. Le prescrizioni rituali e cultuali sono riportate in Movimento Tradizionalista Romano (a cura di), Memoranda et Agenda, Edizioni del Tridente, La Spezia 1996.

Per quanto riguarda il "nuovo politeismo", Antonino De Bono ha al suo attivo una trentina di pubblicazioni. Fra le opere di maggiore interesse per il tema qui trattato, si vedano: Magia rituale e teurgia iniziatica, "Arte più Arte", Milano 1991 e Storia della Magia e delle Dottrine esoteriche, "Arte più Arte", Milano 1999.

Sulle origini e la storia della Wicca e sui suoi riferimenti nordici o "celtici", essenziali sono: Margot Adler, Drawing Down the Moon. Witches, Druids, Goddess-Worshippers, and Other Pagans in America Today, Beacon Press, Boston 19862; Aidan Kelly, Crafting the Art of Magic, Llewellyn, St Paul (Minnesota) 1991; Ronald Hutton, The Triumph of the Moon. A History of Modern Pagan Witchcraft, Oxford University Press, Oxford 1999. Sugli scenari contemporanei approcci accademici sono quelli di Graham Harvey, Credenti della nuova era: i pagani contemporanei, trad. it., Feltrinelli, Milano 2000; Charlotte Hardman - G. Harvey (a cura di), Paganism Today, Thorsons, Londra 1996; Joanne Pearson - Richard H. Roberts - Geoffrey Samuel (a cura di), Nature Religion Today. Paganism in the Modern World, Edinburgh University Press, Edimburgo 1998. Fra i resoconti - talora controversi - scritti da protagonisti del movimento: Doreen Valiente, The Rebirth of Witchcraft, Robert Hale, Londra 1989; Vivianne Crowley, Phoenix from the Flame. Pagan Spirituality in the Western World, Aquarian - Thorsons, Londra - San Francisco 1994; Louis Bourne, Dancing with Witches, Robert Hale, Londra 1998; Patricia Crowther, One Witch’s World, Robert Hale, Londra 1998.

In particolare, sul gruppo Sacre Radici, informazioni maggiori si potranno trovare sul bollettino di Sacre Radici Mercurio; di Starhawk - cui Sacre Radici si ispira - si veda The Spiral Dance. A Rebirth of the Ancient Religion of the Great Goddess, Harper & Row, New York - San Francisco 1979.

Per il mondo che fa riferimento a Castaneda, importante è Lettori dell’infinito. Un Giornale d’Ermeneutica Applicata, originariamente concepito come pubblicazione mensile e di cui sono usciti solo quattro numeri, pubblicati in traduzione italiana dalle Edizioni Magellano, Roma 1996-1997. Tra le numerose opere di Carlos Castaneda tradotte in italiano: A scuola dallo Stregone. Gli Insegnamenti di Don Juan, trad. it., Rizzoli, Milano 19992; Una realtà separata, trad. it., Astrolabio, Roma 1972; Viaggio a Ixtlan. Le lezioni di Don Juan, trad. it., Astrolabio, Roma 1973; L’Isola del Tonal, Rizzoli, Milano 1975; Il secondo anello del potere, Rizzoli, Milano 1978; L’arte di sognare, Rizzoli, Milano 1993; Tensegrità. I sette movimenti magici degli sciamani dell’antico Messico, Rizzoli, Milano 1997; Il lato attivo dell’infinito, Rizzoli, Milano 1998; La ruota del tempo. Pensieri sull’universo degli sciamani dell’antico Messico, Rizzoli, Milano 1999. Per le critiche e le controversie un’opera (ostile) classica è quella di Richard De Mille, The Don Juan Papers. Further Castaneda Controversies, Ross-Erikson Publishers, Santa Barbara (California) 1980. Tra le opere di Victor Sanchez sono state tradotte in italiano: Gli Insegnamenti di Don Carlos. Applicazioni pratiche delle opere di Carlo Castaneda, trad. it., Il Punto d’Incontro, Vicenza 1996; Toltechi del nuovo millennio, trad. it., Amrita, Giaveno (Torino) 1999.

I fondatori e i membri più rappresentativi del Centro Om pubblicano numerose opere divulgative; fra queste cfr. PierLuigi Lattuada, La Biotransenergetica. Verso uno sciamanesimo moderno, Xenia, Milano, 1997. L’Istituto di Biotransenergetica pubblica il periodico La visione sottile.

Per Dion Fortune, le sue relazioni con il celtismo e la Società da lei fondata le opere storiche più importanti sono: The Story of Dion Fortune, a cura di Charles Fielding e Carr Collins, Star & Cross, Dallas 1985; Alan Richardson, Priestess. The Life and Magic of Dion Fortune, Aquarian Press, Wellingborough (Northamptonshire) 1987; Janine Chapman, Quest for Dion Fortune, Samuel Weiser, York Beach (Maine) 1993; A. Richardson, Dancers to the Gods. The Magical Records of Charles Seymour and Christine Hartley, Aquarian Press, Wellingborough 1985; Dolores Ashcroft-Novicki (a cura di), The Forgotten Mage. The Magical Lectures of Colonel C.R.F. Seymour, Aquarian Press, Wellingborough 1986. Fra le opere di Dion Fortune in trad. it.: La cabala mistica, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1974; Come difendersi dagli influssi negativi, SIAD, Milano 1978; Magia applicata, Mondadori, Milano 1989; Avalon, Tre Editori, Roma 1996; e La battaglia magica d’Inghilterra, Tre Editori, Roma 2000.

Per il New Age "celtico" rappresentativi dell’accostamento qui descritto sono: Rosalba Nattero, Il segreto del Graal. Mistero e simbolismo dai celti al medioevo, Keltia, Aosta 1997; Giancarlo Barbadoro, Ricercatori di Infinito. La meditazione e l’esperienza del Vuoto, Triskel, Torino 1999. Sulla nozione di Shan un testo del 1989 contiene elementi interessanti, pure se deve essere ora integrato con pubblicazioni successive: G. Barbadoro, La proposta Shan: la dottrina del vuoto, Edizioni Fondazione "J. Laforgue", Torino 1989.

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