Collana Religioni e Movimenti


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Luigi Berzano, Damanhur. Popolo e comunità

Elle Di Ci, Leumann (TO) 1998 (2a ed. 1999), pp. 64, L. 6.000

Recensione di Pier Marco Ferraresi

Di Luigi Berzano è il volume su Damanhur. Popolo e comunità, una delle più estese e consolidate comunità di spiritualità alternativa del mondo, situata in Valchiusella, quaranta chilometri a Nord di Torino. Il volume è diviso in cinque capitoli. Il primo (pp. 5-15) descrive la storia della comunità e del suo fondatore, Oberto Airaudi, nato a Balangero (Torino) nel 1950, il quale, dopo le prime esperienze di pranoterapia e con un retroterra culturale comprendente elementi della Teosofia, della tradizione orientale e del pensiero verde e acquariano decide - nel 1976 - di fondare una comunità attorno a un nucleo iniziale di circa quindici persone. Da allora l’evoluzione è stata rapida e la comunità, che si dichiara una federazione indipendente con una propria costituzione e una propria moneta, raggiunge nel 1997 450 residenti, con un ricambio relativamente basso; i visitatori sono passati da 7000 nel 1989 a 50000 nel 1997, e Damanhur gode anche di una relativa autonomia per quanto riguarda il riscaldamento (attraverso un impianto a pannelli solari) e l’energia elettrica. Nel 1992 viene scoperto l’imponente tempio sotterraneo (il "Tempio dell’Uomo"), la cui costruzione era proseguita per sedici anni nel più totale segreto e, ovviamente, nella più totale assenza di qualsivoglia permesso edilizio; la Comunità Montana della Valchiusella, da tempo ostile alla comunità per diverse ragioni, ne chiede la distruzione, ma i damanhuriani raccolgono oltre centomila firme, e il Tempio viene dichiarato un’"opera d’arte collettiva" dalla Sovrintendenza alle Belle Arti del Piemonte: "[…] il 20 dicembre 1995 il Senato approva la legge sul condono edilizio con l’integrazione dell’art. 10 per la sanatoria del Tempio dell’Uomo" (p. 14). La scoperta del Tempio segna una svolta nella storia della comunità, facendola conoscere sotto una luce diversa e a un numero molto maggiore di persone.
Il secondo capitolo (pp. 16-31) descrive l’organizzazione della comunità, e prende in considerazione la costituzione di Damanhur, con il grande rilievo dato alla fratellanza, alla vita in armonia con la natura e alla cura della salute; la popolazione della comunità, con un’età media di 35 anni e una scolarità superiore a quella della media nazionale e, in particolare, a quella della Valchiusella, e con diversi livelli di cittadinanza a seconda del grado di solidarietà con la comunità, del contributo economico, dell’adesione alle norme di vita e della presenza sul territorio; il territorio, con insediamenti dislocati a macchia di leopardo per un totale di 60 abitazioni e 189 ha. di terreno; l’organizzazione economica, a metà fra l’autosufficienza tipica del mondo rurale e l’utilizzo di tecniche tecnologicamente avanzate, con aziende sia produttive che no-profit per la pubblicizzazione all’esterno dei prodotti di Damanhur; le attività culturali, con la particolare importanza data all’arte e la presenza di quattro istituzioni educative (asilo nido, scuola materna, scuola elementare e scuola media inferiore) aperte anche ai bambini non Damanhuriani.
I capitoli terzo (pp. 32-41) e quarto (pp. 42-51) riguardano rispettivamente il pensiero e la ritualità di Damanhur. Il pensiero è ricavato in particolare dal libro La Via Horusiana. La strada verso la conoscenza secondo la Scuola di Damanhur, tramite Oberto Airaudi ed è organizzato attorno a sei quesiti fondamentali: la vita quale cammino evolutivo, le azioni come scelta continua, la ricerca di nuove logiche per intendere la realtà, le differenze e complementarietà tra il femminile e il maschile, la creatività e continua trasformazione, l’ampliamento della sensibilità, cioè dei sensi dei molteplici corpi dell’uomo (cfr. p. 33). A Damanhur "la vita individuale e collettiva è costellata di riti e si svolge ovunque tra simboli" (p. 43). È possibile individuarne tre gruppi: il primo riguarda i riti che celebrano la fondazione della comunità, i due solstizi, i due equinozi e la commemorazione dei defunti; tutti si svolgono utilizzando la simbologia del fuoco acceso e vegliato, dell’offerta delle erbe, della danza sacra e del linguaggio sacro impiegato nella liturgia di Damanhur. Il secondo gruppo costituisce un insieme di riti minori legato alla vita quotidiana, dalla purificazione dei cibi al semplice saluto, attuato congiungendo le mani a modo di preghiera e pronunciando la frase: "Con te!". Il terzo insieme di simboli è invece riferito alla funzione alla ritualità connessa al Tempio dell’Uomo.
L’ultimo capitolo ("Oltre Damanhur", pp. 52-57) affronta il problema dei rapporti di Damanhur con l’esterno e offre spunti per spiegarne la stabilità e la costante espansione: in particolare lo sforzo costante di costruire una comunità dall’interno piuttosto che impegnarsi nel reclutamento di nuovi seguaci; il pensiero poco "dogmatico", tipico del New Age, che consente alla comunità, pur con molti elementi di alterità, di essere perfettamente "integrata nella società, nell’economia, nell’etica dei consumi" (p. 55); la presenza di diverse forme di appartenenza (cittadinanza), che ne fanno una struttura molto flessibile, in grado svolgere le funzioni, secondo la tipologia dei sociologi americani Rodney Stark e William Sims Bainbridge, sia di un cult movement, sia di un client cult, sia di un audience cult.


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