Collana Religioni e Movimenti


ordina questo libro

Massimo Introvigne, Heaven's Gate. Il paradiso non può attendere

Elle Di Ci, Leumann (TO) 1997, pp. 80, L. 8.000

Recensione di Pier Marco Ferraresi

Di Massimo Introvigne è il volume sul suicidio dei membri di Heaven’s Gate (pp. 80, L. 8.000), che ha coinvolto 39 persone a Rancho Santa Fe, in California, nel marzo del 1997. "La storia" di Heaven’s Gate (cap. 1, pp. 5-41) abbraccia il periodo che va dal 1975 al 1997, ma è inquadrata dall’autore in una prospettiva più ampia che colloca il movimento nell’ambito dei culti dei dischi volanti e che mette in luce il ruolo centrale avuto dalle vicende personali dei due fondatori, conosciuti come Ti (Bonnie Lu Trousdale Nettles, 1927-1985) e Do (Marshall Herff Applewhite, 1931-1997). Il movimento attraversa fasi alterne: da un’iniziale fase pubblica, finalizzata al proselitismo, si passa - in particolare a partire dal 1981 - a una lunga fase di isolamento, connotata dall’idea di appartenere a una ristretta cerchia di eletti. Il periodo dal 1992 al 1996 è nuovamente caratterizzato da una campagna pubblica, ma con il solo scopo di attirare chi, pur appartenendo al ristretto gruppo di eletti, non avesse ancora conosciuto il movimento; si tratta di un ultimo appello prima dell’eclissi finale e della tragica "partenza" del marzo 1997. "La dottrina" (cap. 2, pp. 42-58), evolutasi nel corso degli anni, costituisce un insieme abbastanza coerente, anche se non è mai stata esposta in modo sistematico. Il Regno dei Cieli è visto come un luogo fisico da raggiungere attraverso il perfezionamento individuale di quei pochi uomini dotati di un’anima capace di farlo. La "palestra" per perfezionarsi è la terra, e la perfezione consiste nel completo distacco e totale disprezzo di ogni cosa di questo mondo. Non si tratta del "disprezzo" del mondo insegnato dal Vangelo, che in realtà valorizza questa vita e attribuisce una giusta gerarchia alla creazione, ma di una visione che vede come un ostacolo qualunque aspetto della vita terrena e materiale; la religione è coerentemente vista come un inganno di Lucifero, proprio per il grande valore che attribuisce alla vita umana. Lo scopo degli eletti è dunque quello di fuggire da questo mondo, magari su un disco volante, ma eventualmente abbandonando anche i propri corpi, per raggiungere il Regno dei Cieli dove corpi incorruttibili saranno capaci di contenere l’anima perfezionata. Ti e Do vengono considerati l’incarnazione di Dio Padre e di Gesù (soggetti comunque subordinati al "Capo dei Capi" del Regno dei Cieli), venuti in questo mondo per traghettare le anime degli eletti verso la nuova dimensione. La questione del suicidio è esaminata in dettaglio nell’ultimo capitolo (pp. 59-77). La deriva autodistruttiva non poteva essere prevista come necessaria, e date le premesse dottrinali il movimento avrebbe potuto continuare una strada di ascesi senza necessariamente dover accelerare gli eventi verso una "partenza" collettiva e spettacolare. Tuttavia, alla luce dei fatti si vede come il suicidio fosse in effetti un esito possibile, in presenza di particolari circostanze storiche, come i problemi di salute dei leader (Ti era morta nel 1985 di tumore e Do credeva di soffrire della stessa malattia), o di eventi che potessero essere interpretati in chiave apocalittica: il ridicolo in cui era stata sommersa l’ultima fase della campagna pubblica del 1996; gli episodi spettacolari di cui erano stati protagonisti altri movimenti (come la tragedia di Waco, o i suicidi dell’Ordine del Tempio Solare), o la decisiva apparizione della cometa Hale-Bopp. I criteri di giudizio proposti da Massimo Introvigne ricalcano quanto si è detto a proposito dell’Ordine del Tempio Solare: il suicidio è stato visto come una liberazione ed è stato liberamente scelto. Esaminando i messaggi di addio lasciati dai membri di Heaven’s Gate si nota come questi siano "partiti" in serenità; in questo senso il dibattito nato negli Stati Uniti è stato più maturo di quello europeo, centrandosi sul diritto al suicidio, più che sui vecchi stereotipi del lavaggio del cervello e delle "sette pericolose". Si ripropone tuttavia il problema centrale del discernimento: non tutte le idee che si abbracciano liberamente nella ricerca spirituale sono necessariamente buone. È difficile, conclude Introvigne, non essere d’accordo con Patrick J. Buchanan quando afferma: "Quando le élite del mondo occidentale hanno buttato il cristianesimo nel bidone dei rifiuti, si sono imbandite un banchetto di materialismo il cui dessert è un pudding al veleno come quello di Heaven’s Gate" (p. 77).


[Home Page] [Cos'è il CESNUR] [Biblioteca del CESNUR] [Testi e documenti] [Libri] [Convegni]

[Home Page] [About CESNUR] [CESNUR Library] [Texts & Documents] [Book Reviews] [Conferences]