l'attività missionaria nelle valli valdesi dei gruppi americani "non tradizionali" (mormoni, avventisti, testimoni di geova)

di Michael W. Homer

Relazione presentata al XXXVIII Convegno di Studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia organizzato dalla Società di Studi Valdesi e dal Centro Culturale Valdese - Torre Pellice, 30 agosto - 1 settembre 1998

 

Giorgio Spini nel suo libro Risorgimento e Protestanti spiega che anche prima dello Statuto Albertino e dell'Editto di Emancipazione del 1848, i Valdesi avevano già cominciato a considerare la possibilità di diffondere il messaggio della loro Chiesa - che includeva la convinzione di essere il residuo della Chiesa cristiana primitiva - al di là delle loro valli in tutta l'Italia cattolica.

Dopo il 1848 altri gruppi religiosi - compresi i tre di origine americana di cui parlerò in questa presentazione - concentrarono la loro attività nelle Valli Valdesi per fare proseliti tra i protestanti italiani, prima di dirigere i loro sforzi missionari tra la vasta maggioranza cattolica. Questi gruppi credevano che lo Statuto e l'Editto di Emancipazione - che offrivano parità di diritti civili alle minoranze religiose in Italia - fossero simili alla Carta dei Diritti aggiunta alla Costituzione degli Stati Uniti - che era stata scritta e approvata 57 anni prima -, e che quindi ai loro missionari e convertiti fosse garantito il diritto di cercare e far proseliti tra la popolazione del Regno Sardo esattamente come negli Stati Uniti. In aggiunta a ciò essi avevano letto e credevano a Alexis Muston, William Gilly e altri scrittori della Religious Tract Society, i quali proponevano la tesi secondo cui i Valdesi erano certamente quanto era rimasto della Chiesa primitiva. Erano convinti che nel nuovo ambiente liberale del Regno di Sardegna, questi discendenti dei primi cristiani avrebbero ascoltato la voce del nuovo pastore, inviato a raccogliere il suo gregge dopo secoli di cupa apostasia.

Cercavano di formare un primo nucleo del gregge italiano - che doveva essere radunato prima dell'inizio del Millennio - prima di spingersi a predicare tra la vasta popolazione cattolica, con la speranza di spezzare finalmente il soffocante predominio cattolico nella penisola italiana.Le Chiese americane che vennero a Torre Pellice per iniziare le loro missioni italiane avevano in comune la credenza nel Millennio. Come ha fatto notare Grant Underwood, "i due gruppi millenaristi che raccolsero più successo nell'America dell'Ottocento furono probabilmente i Mormoni e i Milleriti. Essi fiorirono press'a poco nello stesso periodo e nella stessa area geografica, cioè nella parte Nord dello Stato di New York".

Tanto Joseph Smith, il fondatore del Mormonismo, che William Miller, da cui proviene il nome dei Milleriti, iniziarono a partire dal 1820 a studiare e approfondire la loro comprensione della situazione delle Chiese nella frontiera americana. Entrambi cominciarono a pubblicare i loro scritti e a far seguaci intorno al 1830. Sia i Mormoni sia i Milleriti credevano che Cristo sarebbe ritornato in persona sulla terra per iniziare il Millennio. In collegamento con la loro simpatia primitivista, entrambi i gruppi erano anche anti-cattolici, specialmente riguardo all'interpretazione dell'Apocalisse di Giovanni. I malvagi sarebbero stati distrutti, ci sarebbe stata la prima resurrezione dei giusti e Cristo avrebbe regnato per i successivi mille anni. Entrambi i gruppi credevano che questi eventi fossero "alle porte". Ma quando William Miller predisse che l'anno della Seconda Venuta sarebbe stato il 1844, Joseph Smith profetizzò che questo non era vero. Quando in effetti nulla accadde i Milleriti (che a quel tempo non erano una Chiesa organizzata ma che comunque erano circa cinquantamila), provarono quella che fu chiamata la Grande Delusione. Alcuni di questi delusi si aggregarono a un gruppo di studio tra cui figurava Ellen G. White e lungo la decade del 1850 tentarono di ricomporre le fila disperse dei Milleriti. Il risultato fu la fondazione, nel 1863, della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno. I suoi membri credevano che, sebbene Cristo non si fosse visibilmente manifestato nel 1844, aveva però cominciato la purificazione del suo Santuario celeste e successivamente sarebbe tornato visibilmente sulla terra.

Altri ex-Milleriti seguirono strade diverse. Charles Taze Russell (1852-1916), che non era ancora nato all'epoca della Grande Delusione - entrò a far parte del gruppo diretto da Jonas Wendell nel 1870. Nel 1876 collaborò alla formazione di un nuovo gruppo, e cominciò la pubblicazione di una rivista e di libri per approfondire il modo in cui Cristo sarebbe tornato sulla terra. Secondo Russell, la "presenza" del Signore era cominciata nel 1874. L'epoca millenaria era quindi iniziata, e i successivi quarant’anni sarebbero stati un "periodo di raccolto". Solo nel 1914 avrebbe avuto inizio il regno diretto di Dio. Nel 1878 Russell e altri cominciarono la pubblicazione de La Torre di Guardia. Nel 1881 fu organizzata la Società Torre di Guardia. Nel1894 furono nominati dei predicatori itineranti e nel 1911 si organizzò un progetto per far proseliti nel territorio circostante. Nel corso della sua carriera Russell fu un appassionato predicatore e il suo movimento cominciò a ingrandirsi progressivamente dall'inizio del Novecento in poi. I membri della Società Torre di Guardia cambiarono poi il nome originario di "Studenti Biblici" in Testimoni di Geova dopo la morte di Russell nel 1916.

I dirigenti dei Mormoni, degli Avventisti del Settimo Giorno e dei futuri Testimoni di Geova negli anni tra il 1850 e il 1891 inviarono missionari nelle Valli Valdesi, considerate come un terreno di prova per l'attività di proselitismo in Italia. Il primo gruppo a predicare in Italia furono i Mormoni. Essi giunsero prima dei Metodisti Wesleyani inglesi (1861), dei Battisti (1863) e dei Metodisti Episcopali americani (1871). A differenza di queste denominazioni protestanti tradizionali, i gruppi religiosi americani non tradizionali che per primi giunsero in Italia, cercavano di convertire i Valdesi ad una fede completamente nuova e quindi li ribattezzavano, a differenza degli altri.

Lorenzo Snow era stato chiamato come apostolo mormone da appena un anno quando il presidente della Chiesa Mormone, Brigham Young, gli affidò il compito di "aprire una missione in Italia e in qualsiasi altro Paese si sentisse ispirato a cosi’ fare". Snow si recò nella biblioteca di Liverpool per raccogliere tutte le informazioni possibili sui Valdesi. Con suo piacere scopri’ - in un libro pubblicato dalla Religious Tract Society a Londra - che avevano molti punti in contatto con i Mormoni: avevano sofferto a lungo pesanti persecuzioni e avevano dovuto rifugiarsi tra montagne inospitali. Cercò in Inghilterra un paio di collaboratori, e li trovò nelle persone di Jabez Woodard e T.B.H. Stenhouse. Cosi’ il piccolo drappello sbarcò a Genova il 15 giugno 1850, all’inizio del fatidico decennio del Risorgimento italiano. Snow mandò in avanscoperta Joseph Toronto, un siciliano che era diventato mormone negli Stati Uniti e lo aveva accompagnato nel suo viaggio europeo,e Stenhouse.

Leggendo i loro confortanti rapporti si decise a partire un mese dopo per le Valli Valdesi ormai definivamente convinto che queste rappresentassero l’unica possibilità di successo per i mormoni, mentre tutto il resto d’Italia era ermeticamente impenetrabile. Pubblicò un opuscolo intitolato La voix de Joseph per illustrare le vicende dei Mormoni dalla prima visione di Joseph Smith all’arrivo dei pionieri nel Grande Bacino del West. Raccontò anche in termini altisonanti il tipo e le prospettive di vita in Utah e sottolineò l’importanza del Fondo Perpetuo di Emigrazione, che anticipava i soldi del viaggio ai fedeli, per facilitare il raduno a Sion. Snow lo fece stampare a Torino dopo averlo fatto tradurre. Lo Statuto del Regno Sardo all’articolo 24 proclamavache "la stampa sarà libera", ma aggiungeva che "i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del vescovo". Anche Snow sapeva che era proibita la pubblicazione di qualsiasi testo che "attaccasse il cattolicesimo". Forse per questa ragione lo stampatore incluse le incisioni di una suora, di un crocifisso e di un ostensorio sul frontespizio. Ma il libro comunque non portava la dizione "con approvazione ecclesiastica" come richiedeva la legge. Nello stesso anno fu pubblicato a Torino in francese un altro suo opuscolo Exposition des premiers principes de la doctrine de l’Eglise de Jésus Christ des Saints des derniers jours, che era la traduzione di un opuscolo che aveva scritto dieci anni prima in Inghilterra come missionario. Nel primo anno della missione italiana questi furono i soli testi sull’argomento che furono messi in circolazione.

Nell’autunno del 1850 Snow parlò con Charles Beckwith il grande benefattore dei Valdesi e i missionari ottennero il permesso da certi pastori valdesi di predicare nelle loro cappelle. Dopo uno di tali incontri i missionari furono finalmente in grado di battezzare una persona, certo Jean Bose. Certamente Snow sperava in una messe molto più abbondante. Si stava rendendo conto che le affinità dei Mormoni con i Valdesi potevano essere un vantaggio ma anche un ostacolo. Nei mesi successivi non vi furono altri convertiti e Snow decise nel gennaio 1851 di tornare in Inghilterra per curare la traduzione del Libro di Mormon in italiano. Sperava in questo modo di poter disporre di un valido strumento per diffondere la conoscenza della Chiesa tra gli Italiani di una certa cultura, dato che molti erano analfabeti. Snow visitò di nuovo brevemente le Valli Valdesi nel gennaio 1852. Voleva anche saggiare altre località dell’Italia. Si recò per un po’ di tempo a Nizza (allora ancora parte del Regno Sardo), a Genova e a Torino, ma con scarsi risultati. Anzi, mentre uno dei missionari si trovava a Torino nel settembre 1852, fu invitato dai funzionari governativi a uscire dai territori del Regno. Tra il 1852 e il 1853 altri 92 convertiti si unirono alla Chiesa, tutti valdesi. Questi furono gli anni migliori per la missione italiana. Dopo il 1857 si ebbero pochi convertiti e la missione italiana fu ufficialmente chiusa nel 1867. Dopo un lavoro di diciassette anni contava meno di duecento convertiti. Gli ultimi missionari italiani (tutti nelle Valli Valdesi) durante l’Ottocento erano tutti convertiti della prima missione italiana. Jacob e Catherine Rivoire visitarono i parenti nelle Valli nel 1879; James Bertoch venne in Piemonte tra il 1891 e il 1893. Paul Cardon tentò di predicare tra i Valdesi nel 1900. La missione italiana dei Mormoni è stata ufficialmente riaperta solo nel 1966.

I primi missionari Avventisti giunsero nelle valli Valdesi poco prima che i dirigenti Mormoni decidessero di chiudere la loro missione ottocentesca. Il primo di tali missionari arrivò dall'America circa un anno dopo che Ellen G. White aveva organizzato la Chiesa Avventista nel 1863. Nel 1864 Michael Belina Czechowski - che era un frate francescano polacco prima della sua conversione all'Avventismo - pose domicilio a Luserna San Giovanni per cominciare la sua missione Italiana. A differenza di Lorenzo Snow, Czechowski non era stato ufficialmente incaricato di condurre una missione dalla Chiesa Avventista, recentemente fondata ma, come Snow, era stato attratto dal "mito valdese", dalle libertà civili concesse ai Valdesi dallo Statuto Albertino e anche dagli eventi politici provocati dalle guerre d'indipendenza a partire dal 1848. Le guerre di indipendenza e l'unificazione dell'Italia avevano per Czechowski non solo implicazioni politiche ma anche teologiche e religiose. In aggiunta, era certamente consapevole del fatto che un certo numero di Chiese protestanti avevano organizzato congregazioni nelle valli e qualcuna con un certo successo.

In effetti Czechowski riuscì a stringere buoni rapporti con i dirigenti delle altre Chiese protestanti molto più di quanto avesse fatto Lorenzo Snow. Non solo stabili' rapporti con il pastore valdese Bartolomeo Pons e predicò alle congregazioni valdesi, ma ebbe contatti anche con il Conte Guicciardini della Chiesa dei Fratelli, con Jean Pierre Combe, capo della Chiesa Libera della Val d'Angrogna, come pure con Francesco Lagomarsino della Chiesa Libera italiana. Come i Mormoni anche Czechowski cercò di allargare i confini della sua missione al di là delle Valli, fino a Torino, Milano, Bergamo, Verona e Brescia. Insegnava tra l'altro che "il Regno di Dio era ormai molto vicino", che c'erano molte sette ma solo una vera Chiesa residua e che i papi avevano spostato il vero Sabbath dal sabato alla domenica. Anche se Czechowsky riusci' a battezzare solo un piccolo numero di persone durante i suoi quattordici mesi in Italia, pure i suoi convertiti entrarono a far parte della Chiesa Avventista (a dispetto del fatto che egli non fosse stato incaricato ufficialmente da quella Chiesa), e inoltre pubblicò e distribuì con successo degli opuscoli propagandistici in francese. Czechowski rappresenta quindi una buona base d'inizio per il successivo sviluppo dell'opera missionaria degli Avventisti del Settimo Giorno.

Il primo missionario ufficialmente nominato dagli Avventisti a predicare in Europa fu J.N. Andrews. Nel 1874 ristabilì i contatti con i vecchi membri della Chiesa e ne trovò alcuni ancora fedeli. Andrews concentrò i suoi sforzi missionari nell'Italia meridionale e solo nel 1885 un altro missionario avventista prese dimora a Torre Pellice; era A.C. Bourdeau, che trovò ancora alcuni fedeli della Chiesa. L'anno successivo venne in Italia la fondatrice del movimento, Ellen G. White, che andò a trovare A.C. Bourdeau a Torre Pellice. La White predicò non solo a Torre Pellice a "un piccolo numero di osservanti del sabato" ma anche a Villar Pellice, "in un salone affollatissimo". La domenica successiva dovette tenere la riunione all'aperto perché i partecipanti superavano i quattrocento. Continuò a predicare in vari luoghi delle Valli e capi' che il maggiore ostacolo alla diffusione della Chiesa era l'insegnamento circa la festività del sabato. Scrisse vari articoli sul suo viaggio in Italia sulla Advent Review e sul Sabbath Herald. In essi riprende il tema del "mito valdese" e ribadisce la sua convinzione sull'apostasia della Chiesa cattolica. Profetizza che altre religioni cristiane si uniranno un giorno alla Chiesa cattolica. Dovettero passare dieci anni dalla visita della White perche' un altro predicatore Avventista, H.P. Hosler, venisse in visita nelle Valli. Gli Avventisti del Settimo Giorno sono tutt'oggi presenti in Italia in discreto numero.

Ironicamente, uno degli ultimi gruppi religiosi americani a iniziare la predicazione tra i Valdesi e' stato quello che sta avendo più successo nell'attrarre proseliti in tutta l'Italia. Sei anni dopo la visita di Ellen G. White nelle Valli, Charles Taze Russell venne in visita in Europa. Nel 1891 giunse in treno a Pinerolo dove incontrò Daniele Rivoire, un valdese che insegnava lingue a Torre Pellice. Secondo quanto scrivono i Testimoni di Geova, Rivoire non si convertì mai al loro movimento, ma dati i suoi buoni rapporti con Russell, venne incaricato di tradurre i libri degli Studenti Biblici in italiano (tra cui il libro Il piano divino delle età e i periodici La Torre di Guardia eL’araldo della presenza di Cristo nel 1903). Con queste basi furono fondate in Italia le prime congregazioni di Studenti Biblici nel 1908. Si trovavano a Pinerolo e a San Germano Chisone. Russell tornò poi in Italia nel 1912 e visitò di nuovo Pinerolo. Sebbene la Chiesa non prosperasse (era allora diretta dalla sezione svizzera della Società Torre di Guardia), alcuni membri delle Valli perseverarono. Dopo la Prima Guerra Mondiale un altro professore di lingue straniere - secondo i dati forniti dai Testimoni di Geova, il pastore valdese Giuseppe Banchetti - tradusse per loro altre pubblicazioni geoviste, tra cui La Torre di Guardia, L’Arpa di Dio e Liberazione. Durante gli anni Venti Pinerolo continuò a essere un importante centro per i Testimoni di Geova, dove si pubblicavano i libri e si tenevano conferenze. Difatti la prima assemblea dei Testimoni di Geova in Italia, alla quale parteciparono circa settanta persone, fu tenuta all’Hotel Corona Grossa di Pinerolo nel 1925.

A dispetto degli umili inizi di queste Chiese americane non tradizionali in Italia, esse hanno fatto notevoli progressi nel loro stato legale e continuano ad accrescere il numero dei propri aderenti. Fra le tre, quella che di gran lunga ha avuto piu’ successo sono stati i Testimoni di Geova, che oggi sono circa mezzo milione e che assieme alle Assemblee di Dio e ad altri pentecostali sono tra i piu’ numerosi gruppi religiosi non cattolici presenti nel Paese. Ci sono circa 16.000 Mormoni e 10.000 Avventisti del Settimo Giorno. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la nuova Costituzione sancisce il principio della libertà religiosa. A partire dagli anni Sessanta, gli Avventisti, i Testimoni di Geova e i Mormoni cominciarono a trattare con il governo italiano per il riconoscimento ufficiale della loro Chiesa nel Paese. Tutti e tre questi gruppi hanno raggiunto il cosiddetto stato speciale a coronamento di questi negoziati.A tutt’oggi sono molto attivi nell’opera di proselitismo, esteso ormai a tutte le maggiori città italiane e ai loro abitanti cattolici. I Testimoni di Geova sono stati legalmente riconosciuti in Italia nel 1976 e nello stesso anno ai loro ministri religiosi è stata concessa l’autorizzazione a celebrare matrimoni validi a tutti gli effetti civili. Inoltre, al momento attuale i Testimoni di Geova stanno cercando di ottenere un’intesa con il governo italiano. L’Italia sarà verosimilmente il primo Stato nel mondo in cui i Testimoni di Geova saranno riusciti ad avere un rapporto così stretto con il governo. Similmente, la Chiesa mormone ha ottenuto il riconoscimento ufficiale nel 1993, il che consente la celebrazione di matrimoni, certi importanti sgravi fiscali, e il diritto di ereditare proprietà tramite testamenti e donazioni, con vantaggi per il donatore. Gli Avventisti del Settimo Giorno hanno non soltanto ottenuto il riconoscimento ufficiale, ma anche un’intesa con il governo. Inoltre gli Avventisti, assieme ad altre religioni e ai fondi assistenziali dello Stato, possono ricevere l’otto per mille delle tasse da parte di quegli Italiani che decidono di dare a loro la preferenza.

Recentemente l’opinione pubblica americana ha appreso che in seguito a campagne contro le cosiddette "sette" i governi di Francia, Germania, Belgio e del Cantone di Ginevra intendono approvare e porre in atto drastiche misure contro gruppi religiosi minoritari, e da questo possiamo dedurre che i nuovi movimenti religiosi e in particolare quelli non tradizionali, come quelli qui trattati, sono in una situazione precaria in Europa. L’Italia invece e’ forse il Paese più tollerante d’Europa nei confronti delle minoranze religiose. Come dimostra la decisione dell’8 ottobre 1997 della Corte di Cassazione a riguardo di Scientology - come pure il riconoscimento ufficiale concesso a religioni minoritarie - il governo italiano (o almeno la Corte di Cassazione) tiene una posizione molto simile alla legislazione statunitense, e cioè che non è possibile suddividere le religioni tra quelle degne di fiducia e quelle fraudolente. E’ vero che nel febbraio 1998 il Ministero degli Interni italiano ha pubblicato un rapporto sulle Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia che include critiche ad alcune Chiese evangeliche minoritarie. Ma questo rapporto, pure in parte discutibile, è molto più moderato di analoghi documenti di altri Paesi europei, e non propone misure speciali contro le cosiddette "sette". Secondo la citata sentenza del 1997 della Corte di Cassazione ogni definizione rigida della religione è destinata a rivelarsi effimera e avrebbe l’effetto di limitare la libertà religiosa. Questa posizione è molto più moderata di quella prevale in altri Paesi europei.

Anche se le Chiese di origine americana di cui ho parlato non ebbero che limitata diffusione tra i Valdesi - i quali invece strinsero alleanze con le Chiese protestanti tradizionali, che vennero nelle Valli non per battezzarli ma per pregare con loro -, sono riuscite ad ottenere il riconoscimento legale e la protezione del governo, a somiglianza delle loro Chiese madri negli Stati Uniti, dove c’e’ una più ricca e lunga tradizione di pluralismo religioso. Forse gli eventi occorsi in Piemonte e in tutta l’Italia dal 1848 al 1870 realmente hanno posto le premesse per una maggiore libertà religiosa, non solo per i Valdesi ma anche per le altre minoranze religiose. Mentre celebriamo il centocinquantesimo anniversario dell’Editto di Emancipazione e ci avviciniamo al terzo millennio, risulta così più evidente che l’Editto fu precursore non solo di libertà civili ma anche di libertà religiose per tutti i non cattolici e quindi anche per i membri delle religioni millenaristiche di origine americana, molti dei quali si uniranno a celebrare il nuovo millennio nella capitale d’Italia.

 


[Home Page] [Cos'è il CESNUR] [Biblioteca del CESNUR] [Testi e documenti] [Libri] [Convegni]

[Home Page] [About CESNUR] [CESNUR Library] [Texts & Documents] [Book Reviews] [Conferences]

 

Web design by MoreOrLess