Strage di Waco, nuova indagine - «Una persona libera da conflitti d'interesse» dovrà scoprire se furono gli agenti a scatenare il rogo

di Alessandra Farkas ("Corriere della Sera", 4 settembre 1999)

«L'Fbi mentì». Sei anni dopo l'assedio, nominato un investigatore indipendente

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

NEW YORK - La tregua del dopo Sexgate è durata ben poco. All'orizzonte della travagliata presidenza Clinton avanza minaccioso un nuovo, travolgente scandalo che promette di consegnare a tribunali, inquisitori indipendenti e gran giurì anche gli ultimi mesi dell'attuale amministrazione (Clinton lascerà la Casa Bianca nel gennaio 2001).

La «bomba» che tutti in America si aspettavano è stata lanciata dal ministro della giustizia Janet Reno. «Ho deciso di nominare un investigatore esterno per far luce sulla strage di Waco - ha detto ieri - vi posso assicurare che sarà una persona libera da conflitti di interesse». In altre parole: si ricomincia da capo.

Dopo essersi liberata del costoso e inconcludente Kenneth Starr (la cui indagine sul Sexgate è finita con un nulla di fatto) l'America si prepara con riluttanza all'elezione di un nuovo «inquisitore» che, ancora una volta, sarà chiamato a scavare tra bugie ed illegalità di una delle amministrazioni più indagate della storia americana.

Nel mirino, questa volta, è il famigerato incendio che il 19 aprile 93 divampò nel quartiere generale dei Davidiani a Waco, in Texas e dove persero la vita il leader della setta David Koresh e 80 suoi seguaci, tra cui molte donne e bambini. Dai nastri e video sequestrati all'Fbi negli ultimi giorni si scopre che l'agenzia ha mentito per oltre sei anni. Prima negando l'uso di ordigni incendiari nell'assalto finale conclusosi in tragedia. E poi giurando di non possedere questo materiale incriminante, «misteriosamente» ricomparso solo ora.

La duplice bugia conferma i dubbi di quanti - politici, attivisti anti-governativi e familiari delle vittime - hanno intentato numerose cause contro il governo Usa. Nel mirino è soprattutto la Reno, che durante l'indagine svolta dal suo Dipartimento di Giustizia nel 93 giurò di non aver «mai ordinato l'uso di simili ordigni». L'Fbi ha sempre attribuito l'incendio ad un «folle piano suicida» di Koresh. Davanti all'emergere di nuove prove, l'Fbi la scorsa settimana è stata costretta ad ammettere l'uso di bombe incendiarie a Waco, aprendo la possibilità di una copertura ai massimi livelli che, se provata, costerebbe la testa della Reno.

Anche se ufficialmente la tesi dell'Fbi resta immutata la credibilità dell'agenzia è talmente compromessa che, come scrive il New York Times, «soltando un'indagine indipendente può restaurare la fiducia della gente». Il Congresso Usa ha eletto due altre commissioni che dovranno investigare le responsabilità dell'amministrazione Clinton.

I repubblicani che non sono riusciti a farlo fuori col Sexgate si preparano ad umiliare Clinton. Intanto Mike McNulty sta per lanciare il suo nuovo documentario che mostra unità antiterroriste della Delta Force attivamente impegnate in scontri a fuoco a Waco, in violazione alla legge.

 

Waco, FBI and the Branch Davidians: Updates

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