Il ritorno dei giacobini: il rapporto della commissione parlamentare belga d'inchiesta sulle sette

di Massimo Introvigne

Indice

Introduzione

1. Il contesto

2. Il metodo

3. Le conclusioni e le proposte

Riprendendo e peggiorando i contenuti del rapporto sulle "sette" di una commissione parlamentare francese, del 1996, un'analoga commissione d'inchiesta della Camera dei Rappresentanti belga adotta in modo sostanzialmente acritico le tesi dei movimenti anti-sette. Elenca fra le "sette" realtà del mondo cattolico - fra cui l'Oeuvre, l'Opus Dei e il Rinnovamento nello Spirito - e propone la prigione per chi "attenti ai diritti fondamentali" del cittadino persuadendolo dell'"esistenza (...) di un potere immaginario o di futuri avvenimenti chimerici".

"Saranno puniti con la reclusione da due a cinque anni (...) coloro che attraverso (...) manovre di costrizione psicologica contro un individuo avranno attentato ai suoi diritti fondamentali (...) abusando della sua credulità per persuaderlo dell'esistenza di false entità, di un potere immaginario o di futuri avvenimenti chimerici"1. Questa norma penale non risale ai tempi del Terrore e della repressione giacobina della "superstizione", cioè della religione. E' stata seriamente proposta per l'introduzione nel codice penale belga da una commissione di inchiesta sulle "sette" della Camera dei Rappresentanti del Belgio, che ha reso il suo rapporto il 28 aprile 1997. Questo rapporto rappresenta un'ulteriore tappa di un processo che - muovendo dalla preoccupazione, in sé certamente legittima, di lottare contro gli abusi di movimenti religiosi che violano le comuni norme del diritto penale - finisce per utilizzare le "sette" come pretesto per campagne che mirano a restringere la sfera della libertà religiosa e associativa, e a dilatare i poteri di controllo dello Stato sulle religioni. L'esempio belga è particolarmente interessante perché l'attacco, questa volta, è portato al cuore non solo delle "nuove" ma anche delle "vecchie" religioni. Di uno solo dei 189 movimenti che figurano nella lista che accompagna il rapporto - un progresso, rispetto ai "soli" 172 nomi del rapporto della commissione parlamentare francese2- si afferma che la documentazione è stata "trasmessa al procuratore generale presso la Corte d'Appello di Bruxelles". Si tratta dell'Oeuvre (Het Werk), una comunità cattolica fondata nel 1938 in Belgio e riconosciuta in venti diocesi europee, fra cui quella di Roma, dove ha sede. Nella lista figurano anche l'Opus Dei, il Rinnovamento Carismatico (noto in Italia come Rinnovamento nello Spirito), l'OPSTAL (una piccola comunità diretta da padri gesuiti), e la Comunità di Sant'Egidio. Quest'ultima peraltro è citata con una nota dove si precisa che dovrà essere "eliminata dalla lista" su domanda del comandante della Gendarmeria belga. In extremis, tre giorni prima della pubblicazione del rapporto, l'alto ufficiale ha scritto alla commissione - il 25 aprile 1997 - che "la scheda che vi è stata trasmessa e che precisa che i membri sarebbero sfruttati dalla setta è (...) inesatta"3. Per non fare torto al protestantesimo, nella lista figurano anche le Assemblee di Dio (la maggiore denominazione pentecostale mondiale, che conta oltre ventidue milioni di membri), oltre a comunità pentecostali minori. La lista menziona pure le Assemblee dei Fratelli e perfino la Young Women's Christian Association (YWCA), mentre - per ragioni misteriose - è assente l'omologa associazione maschile Young Men's Christian Association (YMCA). Se si passa al buddhismo, ai consueti attacchi contro organizzazioni di scuola Nichiren, come la Soka Gakkai, si accompagna l'inclusione nell'elenco dell'intero buddhismo theravada e di quello zen, senza ulteriori precisazioni e distinzioni. La lista - e anche il rapporto - si permettono un'incursione pure all'interno dell'ebraismo ortodosso, rubricando nella lista e attaccando con espressioni particolarmente forti la comunità Satmar, che fa parte dell'hassidismo4. Mi astengo dal ripetere in questa sede considerazioni di ordine generale sulle campagne contro le "sette" in Europa, che ho svolto altrove5. Mi limito qui a esaminare il contesto in cui si sono svolti i lavori della commissione d'inchiesta belga, il metodo adottato e i risultati cui si è pervenuti.


1. Il contesto

La commissione belga è stata costituita il 28 marzo 1996, sulla scia della pubblicazione avvenuta il 10 gennaio 1996 del rapporto parlamentare francese. Il rapporto francese è senza dubbio un documento discutibile, con centinaia di errori di fatto. Ha tuttavia almeno un merito, riconosciuto da più parti. Nella sua parte giuridica - la meno improvvisata e dilettantesca - conclude che non è opportuno varare una legislazione specifica in tema di "sette". Non raccomanda neppure una norma che incrimini la "destabilizzazione mentale" (espressione che la commissione francese ha preferito a quella, certamente più screditata, di "lavaggio del cervello") perché una tale norma rischierebbe di violare le libertà fondamentali6. Sembra tuttavia che gli ambienti anti-sette che hanno largamente ispirato il rapporto parlamentare francese abbiano constatato, dopo la sua pubblicazione, che la repressione delle "sette" non procede in modo sufficientemente rapido, e abbiano cambiato idea sull'opportunità di una legislazione speciale. Comparendo come testimone di fronte alla commissione parlamentare belga, lo psichiatra Jean-Marie Abgrall - uno degli esponenti più importanti degli ambienti anti-sette in Francia7 - ha affermato che "contrariamente a quello che credeva all'epoca [del rapporto parlamentare francese] considera oggi che invece si devono far entrare la nozione di setta e quella di manipolazione mentale nel diritto positivo, mettendole in relazione con incriminazioni specifiche. Sarà in seguito compito della giurisprudenza affinare questa nozione caso per caso, per analogia"8. Sulla scia del rapporto francese, anche il Cantone di Ginevra ha chiesto nel gennaio 1996 un Audit sur les dérives sectaires a un gruppo di giuristi, pubblicato nel febbraio 19979. Come ho avuto occasione di rilevare in altra sede, il tono e il metodo del rapporto cantonale di Ginevra sono, per alcuni versi, più accettabili rispetto al rapporto francese10. Tuttavia - nella parte firmata dall'avvocato Maurice Harari - il rapporto di Ginevra tiene conto della mutata opinione degli ambienti anti-sette. Propone di introdurre nel diritto svizzero un delitto di "destabilizzazione mentale", "se lo stato di destabilizzazione mentale può essere constatato dai medici"; "alternativamente, se una definizione medica non sarà possibile (...), si potrà comunque dettare una norma che incrimini le azioni che tendono alla destabilizzazione"11. Questa evoluzione si riflette - oltre che nei dibattiti in corso in Germania, dove è all'opera una commissione parlamentare d'inchiesta sulle "sette", il cui rapporto è atteso per il 199812- nei lavori della commissione belga. Quest'ultima ha peraltro tenuto conto, in modo evidente e anzi dichiarato, anche di alcune critiche rivolte al rapporto parlamentare francese. Ha deciso per esempio - contrariamente alla commissione francese - di tenere la maggioranza delle udienze a porte aperte, e di pubblicare i verbali, sottoposti preventivamente ai testimoni per l'approvazione, anche di quelle tenute a porte chiuse. Mentre la commissione francese non ha ascoltato nessun esperto universitario, quella belga ha sentito sei "rappresentanti degli ambienti accademici". Fra questi, tre non sono particolarmente specializzati in materia di nuovi movimenti religiosi. Due sono invece specialisti di questa materia (la professoressa Anne Morelli e il professor Karel Dobbelaere) e uno è specialista di esoterismo (il dottor Luc Nefontaine). Infine, la commissione belga si è sentita in dovere di dedicare tre pagine all'analisi delle critiche del CESNUR al rapporto parlamentare francese esposte nel volume Pour en finir avec les sectes. Se la commissione belga conclude prendendo una posizione "contraria alle tesi di questo gruppo di sociologi delle religioni"13, l'analisi rimane almeno su un tono rispettoso. Il CESNUR è definito - in modo non completamente preciso, ma certamente non diffamatorio - come un'associazione "di docenti universitari specializzati nella storia delle religioni, la maggior parte sociologi delle religioni"14. Devo tuttavia deplorare che sia stato dato alle stampe, senza un commento che segni una presa di distanza della commissione (come invece è avvenuto in altri casi), l'incredibile sproloquio del dottor Jean-Marie Abgrall sul CESNUR. Secondo lo psichiatra francese, dopo il limitato successo della FIREPHIM (Federazione internazionale delle religioni e delle filosofie minoritarie), promossa dal Movimento raeliano e da altri nuovi movimenti religiosi, "le sette hanno creato una struttura parallela, il CESNUR". Il dottor Abgrall è convinto che "oggi l'Europa ha di fronte a sé due pericoli principali: l'estrema destra e i movimenti totalitari settari". Fornisce pertanto come "prove" delle affiliazioni settarie del CESNUR il fatto che il sottoscritto, che del CESNUR è direttore, insegni al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum e sia "responsabile" di "Alliancia Catholica" (sic). Il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum è stato fondato dai Legionari di Cristo. Per il dottor Abgrall - che di questa congregazione religiosa di origine messicana evidentemente conosce solo il nome - "i Legionari di Cristo sono un movimento molto vicino all'estrema destra europea, in effetti un'estrema destra cattolica integrista. E' attraverso questi circuiti che tutte le sette europee cercano di ottenere una cauzione morale, pubblica e politica". Quanto ad Alleanza Cattolica sarebbe semplicemente "l'equivalente romano di Tradizione, Famiglia, Proprietà, che è una setta di estrema destra"15. Si tratta, evidentemente, di farneticazioni che si commentano da sole. Tra l'altro il CESNUR non potrebbe essere stato fondato come reazione al limitato successo della FIREPHIM, per il buon motivo che la FIREPHIM è stata costituita nel 1992, cioè quattro anni dopo la fondazione del CESNUR, che risale al 1988. Questo genere di attacchi rivela piuttosto quale sia il "rigore" e la "professionalità" con cui si muovono certi personaggi16. Il loro discorso si situa alla periferia della cultura e del semplice buonsenso, ma riesce incredibilmente a farsi prendere sul serio dai mezzi di comunicazione, dai tribunali e perfino dalle commissioni parlamentari.


1

Chambre des Représentants de Belgique, Enquête parlementaire visant à élaborer une politique en vue de lutter contre les pratiques illégales des sectes et les dangers qu'elles répresentent pour la société et pour les personnes, particulièrement les mineurs d'âge. Rapport fait au nom de la Commission d'Enquête par MM. Duquesne et Willems, 2 voll., Chambre des Représentants de Belgique, Bruxelles, 28 aprile 1997, vol. II, p. 224.

2

Cfr. Assemblée Nationale, Rapport fait au nom de la Commission d'Enquête sur les sectes (document n. 2468): Les Sectes en France - Président: M. Alain Gest, Rapporteur: M. Jacques Guyard, Député, Documents d'information de l'Assemblée Nationale, Parigi 1996; cfr. una critica in Massimo Introvigne e J. Gordon Melton (a cura di), Pour en finir avec les sectes. Le débat sur le rapport de la commission parlementaire, 3ª ed., Dervy, Parigi 1996; e M. Introvigne, "Sette e "diritto di persecuzione": le ragioni di una controversia, in Giovanni Cantoni e M. Introvigne, Libertà religiosa, "sette" e "diritto di persecuzione". Con appendici, Cristianità, Piacenza 1996, pp. 59-116.

3

Chambre des Représentants de Belgique, Enquête parlementaire..., cit., vol. II, p. 266.

4

Ibid., vol. I, pp. 358-359.

5

Cfr. M. Introvigne, "Sette"e "diritto di persecuzione": le ragioni di una controversia, cit.; e Id., Il fantasma della libertà. Le controversie sulle "sette" e i nuovi movimenti religiosi in Europa, in Cristianità, anno XXV, n. 264, aprile 1997, pp. 13-26.

6

Assemblée Nationale, Rapport fait au nom de la Commission d'Enquête sur les sectes, cit., pp. 99-100.

7

Sulle teorie inaccettabili, e a tratti curiose, di questo personaggio cfr. Ermanno Pavesi, La psichiatria e i movimenti anti-sette, in Cristianità, anno XXV, n. 263, marzo 1997, pp. 7-21.

8

Chambre des Représentants de Belgique, Enquête parlementaire..., cit., vol. I, pp. 105-106.

9

Audit sur les dérives sectaires. Rapport du groupe d'experts genevois, Éditions Susanne Hurter, Ginevra 1997.

10

Cfr. M. Introvigne, Le nom de la rose, ou l'"Audit sur les dérives sectaires" du groupe d'experts genevois, in La lettre du CESNUR, n. 2, aprile 1997, pp. 1-3.

11

Audit sur les dérives sectaires. Rapport du groupe d'experts genevois, cit., pp. 293-294. Il 22 maggio 1997, in una conferenza stampa tenuta a Ginevra, gli stessi esperti hanno annunciato l'intenzione del Cantone di proporre alla Confederazione, secondo le indicazioni del rapporto, l'inserimento di un delitto di manipolazione mentale nel Codice penale svizzero (cfr. Jean-Noel Cuenod, Un observatoire sur les dérives..., in Tribune de Genève, 23-5-1997).

12

Il 5 giugno 1997 il sottoscritto è stato invitato a testimoniare come esperto di fronte alla commissione tedesca a Bonn, in particolare sullo stato dei dibattiti accademici in materia di "lavaggio del cervello". Nella stessa seduta è stato invitato a testimoniare anche il pastore Thomas Gandow, forse il più noto esponente degli ambienti che promuovono campagne anti-sette in Germania.

13

Ibid., vol. II, p. 117.

14

Ibid., p. 114.

15

Chambre des Représentants de Belgique, Enquête parlementaire..., cit., vol. I, pp. 102-107.

16

Il dottor Jean-Marie Abgrall afferma all'inizio del suo volume La Mécanique des sectes (Payot, Parigi 1996) di volere "(...) osservare il più grande rigore e la più grande professionalità" (p. 10).


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